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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

09 marzo 2016

Effetti del trasporto sui sigari

Abbiamo parlato di recente dell'effetto del ciclo di abbattimento della temperatura sui sigari, notando come questo sia piuttosto ininfluente sui sigari nicaraguensi, più importante invece sugli habanos. Ma in occasione del nostro viaggio in Nicaragua, abbiamo potuto valutare anche l'effetto del trasporto sui puros, e in questo caso l'impatto sulla fumata è ben più intenso, rispetto a quello del ciclo di abbattimento.
Per la nostra prova abbiamo utilizzato dei La Ley, robustos e canonazos, di cui abbiamo fumato un esemplare la nostra ultima sera in Nicaragua, e poi, una volta tornati, a più riprese a distanza di un giorno (la sera stessa del ritorno), e a cadenza settimanale per 6 settimane (un arco temporale di 7 settimane in totale, grossomodo). Abbiamo cercato di simulare, per quanto possibile, le condizioni di spedizione che ipoteticamente avvengono tra i produttori caraibici e gli importatori europei, quindi sigari ben cellophanati, messi in sitva col bagaglio imbarcato, ma non sottovuoto ne con accorgimenti per il mantenimento di umidità.
Ebbene, le sorprese non sono state poche. Il sigaro fumato in Nicaragua era pienamente fruibile, al netto di una lievissima scomposizione sull'amaro nel finale, risolvibile con una
degassificazione, e molto probabilmente dovuta all'altissima umidità atmosferica in quel di Managua, la sera del nostro test.
Lo stesso sigaro, appena arrivato in italia, non più di 30 ore dopo quello fumato nella capitale nicaraguense, era totalmente diverso, molto più aggressivo, acre e scomposto. Anche le fumate successive hanno manifestato per un certo periodo queste caratteristiche. Dopo una settimana (in humidor) il sigaro era praticamente uguale a quello fumato all'arrivo, mentre nelle fumate successive i toni più sgradevoli sono andati scomparendo. Alla quinta settimana, dopo più di un mese dall'arrivo in italia, gli effetti del trasporto sono diventati risibili, e si può dire che il sigaro abbia ripreso la sua piena fruibilità.
Sia Leonardo che Aniello, che hanno effettuato la prova con chi vi scrive, anche se non esattamente con le tempistiche riportate sopra, hanno riscontrato sul sigaro appena trasportato le caratteristiche di "ruvidità" appena riportate.
Ovviamente una singola prova non può che restituire un'idea di massima sul potenziale effetto del trasporto sui sigari, tuttavia è senz'altro possibile affermare che il viaggio influisce negativamente sul prodotto, e che sono necessari adeguati tempi di ripresa prima di poter fumare i sigari nella loro piena fruibilità.
Sia gli effetti che i tempi di ripresa sono variabili, ricordo ad esempio un Padròn 1926 fumato a pochi giorni dall'arrivo in italia, che invece di manifestare toni acri, aveva attenuato significativamente quelli normalmente presenti, risultando quasi evanescente in fumata. Ricordo altresì sigari che mi sono stati portati da amici in viaggio in centroamerica, che 8-10 giorni dopo l'arrivo erano nel pieno delle loro potenzialità.
In linea di massima è possibile affermare che più è alta la qualità del prodotto, più questa viene temporaneamente penalizzata dal trasporto, e sempre in linea generale, i tempi di ripresa saranno tendenzialmente più lunghi. Il discorso vale ovviamente, in misura minore, anche per il trasporto di breve-medio raggio, tra il magazzino fiscale e la tabaccheria, sarebbe quindi buona norma lasciare riposare i sigari appena arrivati, prima di metterli in vendita, oppure informare il cliente che il prodotto necessita di alcuni giorni di riposo in humidor per essere al top.
Quali siano i fattori coinvolti in questo cambiamento possiamo solo ipotizzarlo, sicuramente giocano un ruolo fondamentale le variazioni di umidità e temperatura (più la prima, perchè abbiamo visto come abbattimenti fino a -20° non abbiano influenze così drammatiche sul prodotto) nella stiva di un aereo. Forse la minor pressione può giocare un piccolo ruolo nella perdita di qualche aroma, ma l'effetto dovrebbe essere impercettibile visti i cortissimi tempi del trasporto aereo, e il contestuale abbassamento della temperatura, che tende a preservare le sostanze volatili. Più probabilmente gioca un ruolo importante la differenza di condizioni climatiche tra la zona di spedizione e quella di destinazione. Ricordiamo infatti che il tabacco è un prodotto "vivo" con una naturale presenza di microorganismi, parte dei quali in grado di innescare fermentazioni o altre modificazioni biochimiche.
E' verosimile che in pre spedizione le caratteristiche climatiche caraibiche favoriscano maggiormente determinati ceppi o specie nello "svolgimento" di queste reazioni. Lo shock del trasporto e la differente condizione climatica all'arrivo può far prendere il sopravvento ad altri microorganismi, originando una sorta di "mini" sick period, che su tabacchi ben fermentati ed invecchiati in pre torcida non si manifesta in maniera evidentissima, ma che può avere una sua influenza sul gusto per un certo periodo. Ovviamente maggiore ricchezza dei tabacchi si traduce in maggior quantità di sostanze presenti nella foglia e potenzialmente metabolizzabili dai microorganismi, da qui la correlazione dei tempi di ripresa con la qualità del prodotto.
Si tratta, come abbiamo detto, solo di un'ipotesi, tuttavia è noto come gli sbalzi climatici e i cambiamenti di microclima abbiano effetti anche su altri prodotti di origine naturale come il vino, alcuni salumi e formaggi, etc. Cercheremo di approfondire ulteriormente l'argomento, e vi aggiorneremo se troveremo notizie più precise in merito. 


1 commento:

  1. L'anno scorso mi hanno portato da Santo Domingo una scatola di Arturo Fuente "Chateau fuente"... dopo 3 settimane sembrava di fumare una foglia verde, amara. Immagino che i sigari siano stati presi qualche giorno prima del ritorno e lasciati in camera, poi hanno subito il viaggio di ritorno in aereo e poi sono giunti a me (non subito). Ho pensato che un paio di settimane fosse suff. invece mi sono dovuto ricredere.
    Alla fine ho impiegato più di un mese per avere un sigaro normale.

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