contattaci: cigarblog1@gmail.com
il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

28 marzo 2012

Formati: espressione ottimale delle caratteristiche dei tabacchi fra mode e tradizione


In questo blog abbiamo spesso dibattuto sulle dimensioni ottimali di un sigaro, sul nostro rammarico per la scomparsa di sigari di pregio, sottili e lunghi, e sul proliferare, a volte eccessivo, di formati "piccoletti" dal ring gauge generoso.
E' opinione diffusa, specie fra gli aficionados di lungo corso, che il sigaro dal rapporto largo/cepo elevato (sigaro lungo e diametro sottile) sia più appagante rispetto ai formati grossi e corti tanto in voga negli ultimi anni, tuttavia se la generalizzazione, almeno da un punto di vista tecnico, non paga ne in un senso ne nell'altro, il mercato sembra dettare regole ben precise che portano a velocizzare il mondo del fumo lento, prediligendo il cepo alla lunghezza.
In realtà ogni sigaro si esprime in maniera più o meno buona in relazione ai tabacchi che lo compongono, e se i cubani trovano la loro espressione organolettica ottimale nel ring gauge inferiore a 50, e su lunghezze importanti dai 14-15 cm in su, i sigari extracubani difficilmente trovano risultati analoghi su ring gauge molto bassi, sebbene la lunghezza ottimale sia sempre superiore ai 14-15 cm.
La lunghezza superiore, quindi, è sempre da preferirsi ai formati di tendenza in questo momento, che stanno fra i 9 e i 13 cm, e che al di la di ogni valutazione personale, dal punto di vista della degustazione perdono, per forza di cose, una delle caratteristiche più apprezzabili in un puro, che è l'evoluzione organolettica.
Passando a parlare del calibro invece, come dato tendenziale è possibile individuare una maggiore fortaleza del ligero, e dei tabacchi in generale, nelle varietà coltivate a cuba (e ultimamente anche in Nicaragua per buona parte delle produzioni), rispetto al resto del caribe, quindi va da se che mentre un Habano risulta soddisfacente anche su calibri piccoli, con poco ligero, la gran parte degli extracubani per poter esprimere forza sufficiente necessita di calibri importanti, dove le dosi di ligero sono più generose. D'altro canto, per gli stessi motivi, una larga parte dei sigari cubani di grosso cepo, pur essendo nel complesso qualitativamente elevata, non esprime una finezza ed un equilibrio aromatico pari ad un laguito o ad altri formati di cepo ridotto.
Si potrebbe quindi generalizzare dicendo che i sigari extracubani esprimono le loro migliori potenzialità in formati come il Piramide, o il Toro, mentre gli Habanos danno più soddisfazioni su vitolas appartenenti alla famiglia delle panatelas, dei lonsdale o delle coronas (international shape che comprende diverse vitolas cubane di dimensioni simili), si potrebbe dire altresì che la corona gorda, con caratteristiche intermedie, esprime bene le qualità di quasi tutti i tabacchi, così come formati più importanti come quelli appartenenti alla famiglia dei churchill o dei double corona.
Ma siamo partiti dicendo che non si può generalizzare, quindi questo discorso vale più come dato tendenziale e non può essere una vera e propria regola. Quello che vale su tutto, nelle logiche produttive delle manifatture, sono i dati di mercato, che impongono sigari veloci e facili da fumare (i formati sottili sono i più difficili da fumare correttamente), e che diano fin da subito piena espressione di forza nicotinica, ed in questo contesto ovviamente si sviluppano sempre più sigari corti e di grosso calibro che fra le altre cose sono anche più facili da costruire e riducono i costi di manodopera e gli scarti di produzione.
Chi vi scrive resta un nostalgico di grandi sigari scomparsi come la serie du connaisseur di Partagàs, come il tainos e il grandes de espana di El Rey del Mundo, come l'inmensas di Bolivar o il medaille d'or no.1 de La Gloria Cubana o come i churchills di Saint Luis Rey e Punch, discontinuati nell'ultimo decennio (alcuni sono ancora reperibili), sigari che nessun petit robusto o petit piramide potrà sostituire.
Quali sono le vostre preferenze in termini di formato? e trovate differenze fumando cubani piuttosto che caraibici oppure rimanete fedeli, come preferenza, ad un unico tipo di vitola? attendiamo i vostri commenti

2 commenti:

  1. Anche io come te Zap rimpiango i cepi ridotti.finche si può continuo nella ricerca di queste che ormai sono diventate rarità nel vitolario cubano.riguardante a nicaraguesi ecc. Non ho molta voce in capitolo non essendo conoscitore come lo posso essere dei cubani ma mi sono promesso (e promesso anche all'amico Claudio Sgroi). Di esplorare di più le terre fuori cuba.

    RispondiElimina
  2. Effettivamente preferisco per i cubani i formati corona e dalia. Ottimo articolo.

    RispondiElimina

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...