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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE
il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE
16 novembre 2016
Sigari dei paesi "minori" : Canarie
Una delle poche residue realtà di produzione di sigari di tipo avana, che ancora resiste in Europa, anche con il "totalmente a mano" è rappresentata dalle Isole Canarie (abbiamo già parlato nel blog dei sigari Navarre Prodotti in Francia) . Ricordiamo che la Spagna, di cui l'arcipelago canario fa parte, fu la prima nazione al mondo ad avere una vera e propria manifattura di sigari. Nel 1699, a Siviglia, fu infatti creata la prima fabbrica di puros, il business del tabacco fu riportato a Cuba, anche per la produzione di sigari (e non solo di tabacco) soltanto un secolo più tardi.
Nelle isole canarie si produce tabacco da più di 300 anni, ed esistono piccole realtà familiari che, seppure a periodi alterni, hanno mantenuto la tradizione di produrre di sigari da diverse generazioni.
Oggi la quasi totalità della produzione di puros si concentra nella Isola de La Palma, anche se qualche stabilimento si trova anche a Tenerife e Gran Canaria. Possiamo trovare sia impianti di produzione di sigari fatti a macchina (il costo del lavoro europeo ha pian piano ridotto il prodotto fatto a mano in favore di quelli meccanizzati), sia manifatture che producono sigari totalmente a mano o a mano tripa corta.
Nel contesto del nostro viaggio alla scoperta dei paesi minori abbiamo considerato unicamente i sigari fatti a mano, escludendo quelli meccanizzati. Grazie ad una fiscalità agevolata, che si traduce anche in un minor
costo del lavoro, le realtà manufatturiere resistono tutt'oggi, anche se la competitività del processo produttivo è scarsa, rispetto ai paesi centroamericani che hanno un costo di manodopera dalle 3 alle 10 volte più basso rispetto a quello canario.
I sigari testati per il nostro "benchmark" di questo paese sono stati:
Vargas Anejo Torpedito, La Vega Real Petit Corona, El Sitio Corona, El sitio Edicion Limitada Don Eusebio (Chruchill), El Lugar Robusto, ST Dupont Doble Corona, Penamil Oro Gran Reserva, Kolumbus Negro Robustito, e Condal Inmenso.
Cominciamo col dire che le canarie possono produrre sigari di buona qualità, che difficilmente presentano grossi difetti. I prodotti sono generalmente ben costruiti, senza problemi di tiraggio e senza sbilanciamenti sgradevoli. Ttuttavia nella maggior parte dei casi, oltre all'assenza di difetti, mancano anche, quasi totalmente i pregi. Molti dei sigari fumati, come Condal, ST Dupont, Penamil, La vega Real ed El Lugar sono risultati quasi totalmente evanescenti in termini di sapori, forza e note olfattive.
In linea generale possiamo dire che il paese non è in grado di produrre, se non a costi elevatissimi, sigari 100% autoctoni in grado di soddosfare il palato di un fumatore abituato ai sigari del caribe. Non a caso, tutti i sigari che hanno qualche caratteristica di maggior rilievo, sono blended, ad eccezione della Edicion Limitada di El Sitio.
Sulla fascia intermedia il paese è in grado di competere sia in termini di prezzo, con la linea Anejo di Vargas che non ha pretese di blasone ma può rappresentare un buon entry level dai costi contenuti, sia sulla fascia medio-alta, con Kolumbus che oltre alla variante da me testata (tripa Canarie, capote Indonesia e capa Nicaragua), ha altre due linee, in cui cambiano il capote e la fascia, di intensità variabile. El Sitio è l'unico che riesce a produrre sigari 100% autoctoni di qualità elevata; per arrivare a questo livello qualitativo però, è necessaria una cura particolare in tutto il processo produttivo, e per via dei costi di manodopera meno competitivi, il marchio arriva sul mercato con un prezzo che è oltre la qualità intrinseca percepita dal consumatore.
Il trait d'union a livello olfattivo è rappresentato dalle note di terra e di legno, che a diversi livelli di intensità compaiono su tutti i prodotti testati. Sul finale sono anche diffusamente presenti note di caffè e di cacao, particolarmente spiccate in alcuni prodotti come Kolumbus Negro. La complessità maggiore in assoluto viene raggiunta dalla Ediciòn Limitada di El Sitio, in cui si aggiungono note importanti di nocciola e pepe.
I livelli di forza sono molto bassi nelle marche più evanescenti, si passa ad una forza media nel marchio Vargas, e una forza medio alta nel Kolumbus Negro, Differenze sostanziali invece, nelle due linee di El Sitio, forza medio-bassa nella linea base, e forza alta nella linea limitada.
A livello gustativo/palatale, l'unico trait d'union che è possibile rilevare, è quello di una sensazione di asciutto che hanno manifestato tutti i sigari ad eccezione della Ediciòn Limitata, in ingresso. A parte questa nota, ogni sigaro è storia a se, possiamo dire che non domina quasi mai l'amaro, se la fumata è condotta bene, ma quasi tutti i prodotti testati sono molto suscettibili allo sbilanciamento, e in caso di overpuffing o di spegnimenti e riaccensioni, l'amaro compare in maniera più importante. Ad eccezione di Kolumbus e El Sitio, quasi mai coesistono nello stesso momento i 4 sapori primari, compaiono invece a tratti il piccante, specie in Vargas e Kolumbus, e il tannico nei sigari di qualità più bassa.
Tirando le somme, vediamo quindi spiccare il Don Eusebio di El sitio, come qualità assoluta, anche se con i suoi 26 euro per pezzo (formato churchill, mercato tedesco) il prodotto risulta scarsamente competitivo rispetto ai concorrenti di formato simile su fasce di prezzo comparabili, o addirittura leggermente più basse.
Kolumbus, che per altro non era nella lista iniziale dei sigari da testare per le canarie, ma che ho potuto provare durante un evento, risulta il prodotto più interessante, in termini di qualità e anche di rapporto Qualità/Prezzo. Il costo non è risibile, riferendoci al mercato spagnolo infatti si passa dai 6 euro per il petit robusto agli 8 del piramide, in questo range abbiamo sicuramente prodotti che possono raggiungere lo stesso livello qualitativo, tuttavia la qualità è in linea col prezzo, ed abbiamo la possibilità di fumare un prodotto con caratteristiche diverse rispetto a quelle di altri paesi produttori.
Vargas Risulta interessante solo nella versione Anejo, i prezzi sono competitivi, ma non va oltre il potenziale interesse per il mercato degli entry level.
Tutto il resto è noia, come direbbe Califano, poichè la rimanente produzione delle canarie da me testata è piuttosto anonima e non degna di nota.
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