Ormai è passato un po' di tempo dall'uscita di questo sigaro, che inizialmente avevo deciso di non recensire, ma che date le richieste da parte di tanti dei nostri lettori mi accingo a descrivere in questo post.
Sono stato in controtendenza nella recensione del Classico Ammezzato di questa linea di produzione di casa MOSI, nel senso che il sigaro era stato accolto non benissimo dalla community dei fumatori, mentre dal mio punto di vista era abbastanza competitivo nella sua fascia di prezzo, tanto che l'ho inserito tra le mie fumate "da lavoro", quando mi serve un sigaro senza blasoni che mi accompagni nelle fumate "easy", lasciandomi un buon ricordo al palato.
Sono ahimè in controtendenza anche nel caso dell'intero, poichè mentre nelle recensioni dei vari blog è stato accolto più positivamente rispetto all'ammezzato, a mio modo di vedere l'intero non aggiunge moltissimo alla all'offerta disponibile al consumatore, per le ragioni che vado ad elencare.
Partendo dall'aroma a crudo, il sigaro risulta piuttosto simile all'ammezzato, domina un tono di liquirizia, associato a toni di cuoio e stalla che denotano comunque una discreta qualità del tabacco, il tiraggio risulta ottimale, tuttavia già a vista i sigari risultano più sottili in sezione centrale rispetto alla sezione maggiore degli ammezzati, cosa che tende a penalizzare la fumata intera in un sigaro di questo tipo, poichè risulterà minore l'incremento di intensità all'avanzare del braciere.
In fumata gli aromi chiave del
Kentucky fire cured ci sono tutti, come nell'ammezzato, il legno, il cuoio, lo speziato sono tutti li al loro posto, quindi come l'omologo ammezzato un sigaro non troppo complesso, ma con gli aromi "cari" ai fumatori di toscani. Il problema sorge dal punto di vista dell'intensità aromatica, il sigaro risulta infatti molto più blando, e la ridotta evoluzione non migliora le cose in corso di fumata.
I sapori inizialmente sono orientati verso la sapidità, tuttavia anche la paletta gustativa tende ad attenuarsi, man mano che si fuma, svuotando leggermente il palato, anche se la persistenza è media, l'intensità e l'evoluzione gustativa sono un po troppo blande, in relazione anche alla tipologia di prodotto. Il sigaro presenta inoltre un potenziale problema, non tanto per i fumatori esperti quanto per chi fuma da poco tempo. Come sapete quando recensisco un sigaro tendo a mettermi anche nei panni del fumatore medio, mettendo da parte il mio gusto personale e lo stile di fumata, in favore di uno o più potenziali approcci da parte di diverse tipologie di fumatori. Ora, mettendosi nei panni di un neofita, abituato ad un toscano fatto a macchina di fascia media, fumando il Classico Intero, visto che il palato tende ad assuefarsi agli stimoli del fumo, si può essere propensi ad intensificare le boccate, per cercare di ripristinare la stimolazione organolettica, ma purtroppo così facendo il sigaro tende a squilibrarsi quasi irrimediabilmente. Nell'esemplare da me sottoposto a test dell'equilibrio tramite "overpuffing" la fumata ha virato verso toni amari e acri che hanno poi accompagnato, seppur attenuandosi, il resto della fumata.
Un sigaro che si colloca come qualità oggettiva (quindi senza tener conto del gusto personale) sicuramente al di sopra del Garibaldi, per fare un parallelo con la gamma Toscano, ma che non arriva nel complesso ad equiparare l'Antico (sempre a titolo esemplificativo, prendendo un sigaro di prezzo unitario comparabile - 1,70 euro l'italico, 1,74 euro l'antico).
Questa analisi sposta la discussione anche sul rapporto qualità/prezzo del sigaro e del marchio in genere, e più specificamente sulla recente revisione al rialzo del 14% per l'ammezzato e del 5% per l'intero, che penalizzano Ambasciator Italico rispetto ai competitor in termini di rapporto qualità/prezzo. Ovviamente il prezzo non viene deciso solo in base alle medie di mercato ma anche secondo altri parametri, tuttavia l'ammezzato era, ad avviso di chi vi scrive, abbastanza competitivo ad un prezzo di 70 centesimi a sigaro, poichè era in grado di offrire qualcosa in più rispetto alla media degli altri sigari sulla stessa fascia di mercato, già a 80 centesimi comincia a perdere competitività rispetto ad altri ammezzati (o ammezzabili) che raggiungono qualità comparabili. Per quanto riguarda l'intero, anche in ragione della qualità che offre, potrebbe ricavare un suo spazio se il prezzo unitario fosse di poco superiore al Garibaldi (per intenderci attorno ai 5-5,50 euro per la scatola da 4 interi). L'alternativa è ovviamente quella di puntare sull'incremento qualitativo lasciando i prezzi invariati.
Detto questo non è nostra intenzione "cassare" prodotti che sono presenti sul mercato italiano, specie se questi contribuiscono a differenziare l'offerta; inoltre occorre tener conto del fatto che si tratta di un'azienda relativamente nuova, che è ancora in fase di crescita e che ha ampi margini di miglioramento, sia nell'ampliamento della gamma, sia nel miglioramento di quella attuale. Continuerò quindi a fumare l'ammezzato durante il giardinaggio o altre attività, e riproverò l'intero di tanto in tanto per testarne eventuali miglioramenti, e riportarli a voi lettori.
Devo essere proprio fuori dal mondo.. Ho smesso i fumare toscani smacchinati mst nel 2010, dopo averli fumati per 12 anni, a causa del disgustoso retrogusto salmastro che avevano assunto e ho ripreso solo al'arrivo degli Ambasciator Italico Ammezzati prima, Intero poi... Qui me li paragoni ai Garibaldi o ai Classico, sigari stagionati quando si ricordano, sapidi da ostruire le arterie e che sembrano contenere alghe.. Per caritá Zap, un sigaro puó non piacere (a me non é mai piaciuto l'Originale), ma trovo incredibile che tu non rilevi la differenza qualitativa dei tbacchi impiegati...
RispondiEliminaÉ proprio vero che ognuno ha la propria bocca...
Mi associo al commento dell'utente qui sopra.
RispondiEliminaHo fumato toscani mst per anni, approcciarmi ad essi dapprima con l'animo del ragazzino in cerca di novità, per poi imparare ad amarli con maggiore consapevolezza fino ad abbandonarli a malincuore a causa di una qualità che è andata, secondo la mia personalissima opinione, via via scemando.
Ho provato praticamente ogni tipologia di toscano in commercio fino all'uscita dei Modigliani, ad eccezione dei vari aromatizzati che non hanno mai incontrato il mio gusto.
Motivo principe del mio abbandono è stato proprio quel retrogusto salmastro che nel tempo si è fatto preponderante fino ad intaccare il piacere delle mie fumate in modo non più tollerabile.
Per carità, non mi ritengo un esperto, ne tanto meno un degustatore professionista, ammesso che ci si possa realmente definire tali, quanto più un amatore del buon fumare e del fumare in semplicità e in questo senso è stato proprio l'arrivo dell'Ambasciator Italico a decretare il mio ritorno deciso al mondo del sigaro italiano.
A mio parere il paragone con il Garibaldi, semplicemente non regge; ne ho fumato parecchi, per lo più in occasioni in cui la necessità del momento era quella di una fumata di disimpegno e ,complice quel retrogusto vagamente erbaceo che ho sempre percepito fumando Garibaldi, ho sempre pensato che fosse un sigaro che trovasse in questo tipo di fumata la sua massima espressione Senza però eccellere neppure in tal senso, laddove un buon Italico ammezzato non manca mai di adempiere a tale compito, regalando al contempo una fumata semplicemente robusta e appagante.
All'uscita dell'Italico intero, non ho chiaramente mancato di provarlo, ritrovandovi la stessa appagante qualità in fumata, con la piacevole aggiunta di un'evoluzione della stessa, tipica delle ben più lunghe fumate che contraddistinguono il formato intero.
Con due semplici formati, ammezzato ed intero, L'Italico è riuscito, nel mio caso, a colmare quel vuoto lasciato dal buon vecchio toscano mst, riuscendo a coprire sia quei momenti in cui si ha necessità di una fumata rapida e di disimpegno, sia quando si ha desiderio di una fumata più impegnativa, magari dopo una cena abbondante.
Insomma, con l'arrivo dell'Ambasciator Italico ho riscoperto il mio amore per il buon sigaro italiano, che si accompagna con soddisfazione al mio amore per la pipa e sono veramente curioso di vedere la crescita e l'evoluzione di questo sigaro che, a mio modesto parere, ha esordito nel migliore dei modi.
Ragazzi, capisco i vostri commenti, ma non sono in contrasto col mio articolo, se fate bene attenzione a quanto ho scritto, non paragono ne il garibaldi, ne l'antico ne altri sigari della gamma toscano all'Italico in termini organolettici, qualora non fosse chiaro lo ribadisco, non riscontro una paletta aromatica ne gustativa simile ai prodotti che cito, il ragionamento è sulla qualità complessiva. Come ho detto anche per l'ammezzato, sono sigari che "strizzano l'occhio" ai fumatori di toscano, specialmente quelli "old style" tuttavia il punteggio sulla qualità complessiva si raggiunge in diversi modi. Il punteggio è composto da diversi parametri (qui volutamente non ho esplicitato il punteggio complessivo) e due sigari diversi possono arrivare ad un punteggio simile sommando aspetti più o meno positivi in parametri anche molto diversi tra loro.
RispondiEliminaHo anche rilevato (c'è scritto nel post) la buona qualità dei tabacchi utilizzati, che da sola però non basta a fornire un prodotto di alto valore.
In definitiva, posso capire che diversi fumatori possano soggettivamente apprezzare l'ambasciator italico ammezzato ed intero, tuttavia questa è una valutazione soggettiva, oggettivamente il sigaro (mi riferisco all'intero in questo caso) ha un'intensità medio-bassa, che si traduce in una persistenza non eclatante, l'evoluzione è al massimo media, così come la complessità (il numero di aromi percepiti, sebbene la loro tipologia sia tipica del buon kentucky), discreta la finezza (il gradi di nitidezza con cui si percepiscono gli aromi) ma medio-basso l'equilibrio (il sigaro si scompone facilmente se stressato). tutti questi parametri assieme, al di la delle componenti aromatiche e gustative che vanno descritte ma non generano punteggio, rendono l'italico intero superiore al garibaldi ma inferiore all'Antico, in termini complessivi. Se prendiamo l'ammezzato secondo me facendo un parallelo con la gamma toscano, è sicuramente superiore al toscanello classico e paragonabile o leggerissimamente superiore allo scelto, e di poco inferiore allo speciale, ma anche in questo caso il paragone non è sul piano organolettico ma sulla qualità complessiva.
Per chiarire il concetto porto un esempio su sigari del caribe: se prendo un davidoff puro d'oro e un Nicarao Exclusivo di formato uguale o simile, nella valutazione raggiungo un punteggio molto simile, tuttavia i sigari sono radicalmente diversi, e arrivano allo stesso punteggio per aspetti diversi. Successivamente nell'acquisto entra il mio parametro di valutazione soggettivo, ovvero il mio gusto personale, e sarò molto più propenso ad acquistare Nicarao Exclusivo piuttosto che Davidoff Puro d'oro.
RispondiEliminaNon so Zap... Io ho forti dubbi che si possa parlare di oggettivitá, se non in merito alla costruzione... Ma questo discorso ci porterebbe lontano, troppo lontano. Quello che soprattutto io mi chiedo - e ti chiedo - riguarda proprio gli mst che usi come pietra di paragone: tu non senti un retrogusto marcato salmastro, un eccesso di sapiditá, con notevoli punte ammoniacali negli smacchinati? Occhio, parlo solo dei machine made, non degli handmade... Sono queste caratteristiche (per me, difetti) che me ne hanno definitivamente allontanato anni fa. Io la faccio tanto lunga con questi Italico proprio perché, grazie a loro, se voglio fumarmi un sigaro italiano finalmente riesco a farlo di nuovo... É una bella riconquista, considerando che gli handmade mst a me non piacciono, per puro gusto personale.
RispondiEliminaNon credo di essere l'unico: molti miei conoscenti hanno ripreso la via del sigaro grazie al Mosi, gente che, dopo anni di fumo italiano, l'aveva abbandonato... Possibile che il tuo palato, sicuramente piú educato dei nostri (e non é una sviolinata, ma un dato di fatto, considerando anche il tuo recente inserimento come panelist), non colga quel salmastro?
Poi, che il Mosi abbia di fronte a sé margini di miglioramento, beh, é chiaro: hanno appena cominciato!
Ciao, partendo dal presupposto che al di la di quello che compro per recensire, di MST fumo principalmente fatti a mano, AR e qualche sporadico soldati, e che sia AR che i fatti a mano li rifermento. Quello che dici, soprattutto sulla sapidità (più che il salmastro che presupporrebbe anche un aroma oltre che un sapore) è vero, e deriva dal fatto che, come ho scritto anche in questo articolo http://cigarevents.blogspot.it/2014/08/nel-toscano-che-vorrei.html il tabacco è sottoposto a bagni salati per ripristinare combustibiltià dopo aver ghiacciato le foglie da fascia per gli "smacchinati" come li chiami tu, che inviano in sri lanka per la fustellatura e il montaggio nei rulli per le macchine. Come ho scritto sia per l'ammezzato che per questo, gli aromi chiave del kentucky FC ci sono tutti, e per questo i sigari piacciono a chi fuma toscano e lo fumava tipo 15-20 anni fa. Tuttavia la qualità oggettiva è ben definita nei sigari, ed esula sia dalla sapidità sia dagli aromi tipici del toscano e dell'italico. I sapori e gli aromi non fanno punteggio, a meno che questi non siano difetti evidenti, come amaro spiccato, aromi e sapori anomali per il tabacco ecc.
RispondiEliminaÉ questo il punto Zap... Per me quella sapiditá é un difetto, e bello grosso! Il sapore anomalo c'é eccome, per me e per altri... É quello che mi ha fatto smettere di fumarli... In ogni modo, non tutti sono concordi nell'affermare che il degrado sia dovuto al burn additive come sembra sostenere D'Amore. Prova ne sia il fatto che la scostolatura in Asia é praticata dal 2003, se ricordo bene, e la magagna é insorta in seguito. Probabilmente é un mix letale tra burn additive, stagionatura sommaria e tabacchi non proprio al top a fare la frittata.
RispondiEliminaComunque, la chiudo qui: non era mia intenzione fare polemica, volevo solo capire meglio la tua opinione... Tutto qui!
Un saluto!
Comprendo il discorso riguardo la differenza fra l'oggettività di una valutazione e la soggettività del gusto personale e non intendo certo mettere in discussione i metodi di una valutazione oggettiva, tuttavia per amor di discussione non posso non sottolineare quelle che, all'interno della valutazione e dei successivi chiarimenti, ho percepito come contraddizioni di fondo.
RispondiEliminaNon v'è dubbio che ogni metodo di valutazione a fine di classificazione debba avere dei parametri oggettivi e, in quanto tali, oggettivamente riscontrabili e/o confutabili; così come sono cosciente del fatto che nessuna classificazione espressa in punteggi sia assoluta né possa rendere appieno la bontà o la qualità di qualsivoglia prodotto e che, in ogni caso, ogni valutazione possa essere messa in discussione, quando non totalmente "annullata", dal mero gusto personale, nel momento i cui si sconfina nel gusto personale.
Tuttavia non Comprendo e non condivido le considerazioni che ne vengono tratte : viene detto che L'ambasciator Italico porta in dote tutti gli aromi tipici del Kentucky e che questo lo rende "apprezzabile" dagli amanti del toscano;
d'altro canto però, la sapidità spiccata dell'attuale toscano mst, tale da arrivare ad alterarne lo storico aroma di Kentucky, spingendo molti fumatori affezionati (tra cui il sottoscritto) ad abbandonarlo, non viene considerato come un demerito o un difetto ma bensì una caratteristica.
Ora, come detto, non mi ritengo un esperto, né tanto meno è mio intento fomentare sterili polemiche, ma da fumatore e amatore del "vecchio" toscano mst, fumato per più di dieci anni ed abbandonato con gran dispiacere proprio a causa di questa "nuova caratteristica" di sapidità, non posso non domandarmi come questa possa non essere presa in considerazione come "difetto" o quanto meno come caratteristica opinabile, dal momento che tanto incide sulla qualità generale della fumata, quindi del sigaro in questione.
Tanto più laddove un sigaro giovane come l'Italico riesce a farsi apprezzare per il suo "strizzare l'occhio" ai fumatori storici di toscano mst, senza presentare alcuna sapidità che ne influenzi l'aroma, tanto da ridestare in molti "fumatori storici" , me compreso, l'apprezzamento e l'amore per il buon vecchio sigaro italiano.
Non ho certo preso i vostri commenti come polemici ragazzi!! anzi mi fa piacere che ci sia una discussione viva sull'argomento !!
RispondiEliminaRispondendo a entrambi, la sapidità nel toscano è penalizzante, almeno per il mio metro di giudizio, si tratta di un contributo al gusto derivante dal processo produttivo (messo in piedi da BAT quindi più o meno nei primi anni 2000) che penalizza i prodotti rispetto agli omologhi ante trattamento (in altre parole se i fatti a macchina non avessero quella sapidità dominante sarebbero più equilibrati e quindi spunterebbero almeno 4-5 punti in più nella valutazione, a parità di altri parametri) io ricordo i toscanelli che fumavo a 15 anni anche se all'epoca non facevo recensioni (pacchetto bianco e rosso per intenderci) e ricordo un gusto migliore della maggioranza dei toscani attuali.
Rispondendo a Maurizio: il burn additive è solamente uno dei fattori che hanno condotto a un calo qualitativo negli anni, a onor del vero non per sola colpa di MST ma il problema viene da molto più lontano. C'è una diversa selezione varietale, la spedizione all'estero che oltre al burn additive prevede anche una ghiacciatura del prodotto (questo penalizza il tabacco lo si dimostra anche col ciclo di abbattimento che fa migrare più rapidamente i composti aromatici) che sicuramente impoverisce la complessità del sigaro, non da ultimo l'approccio verso la produzione che MST sbandiera come un fatto assolutamente positivo, mentre a mio modo di vedere ha anche aspetti meno positivi, ovvero quello di garantire un prezzo di acquisto costante ai produttori di tabacco, sul piatto positivo della bilancia c'è ovviamente il merito di fornire delle garanzie per più anni ai produttori e mantenere vivo il settore, dall'altro lato però è anche vero che se io produco tabacco investendo soldi nei fattori produttivi, e questi variano di prezzo di anno in anno, avendo un prezzo più o meno costante tenderò a ridurre al minimo gli input che per me rappresentano un costo, per massimizzare il guadagno, ma questo penalizza inevitabilmente anche la qualità.
Come ho detto il tabacco usato da MOSI è di buona qualità, e secondo me con qualche "aggiustamento" del tiro nelle fasi successive di lavorazione e manifattura possono raggiungere ottimi livelli.
Per rispondere a JM, ovviamente la degustazione oggettiva non è dirimente in assoluto, ma resta comunque l'unico punto fermo su cui si può lavorare in termini qualitativi su un prodotto (se leggete la recente intervista ad Aniello Buonincontro, anche nella scelta dei prodotti da importare occorre un approccio oggettivo, proprio perchè il gusto personale è variabile e non prevedibile, occorre assicurarsi che oggettivamente il prodotto sia valido, poi ovviamente questo arriverà sul mercato e raggiungerà il target solo dei fumatori affini a quel tipo di gusto). E' anche altrettanto vero che pur essendo in un paese per antonomasia cultore del gusto, ancora abbiamo un'amplissima fetta di mercato che non ha alcuna attenzione al gusto, non solo nei sigari ma in generale, in termini di quantità di vendita il vino in cartone è il più diffuso, e nel mondo dei sigari lo sono gli aromatizzati e i fatti a macchina di basso livello. Ovviamente un'azienda che fa business non può lasciarsi scappare una fetta importante di mercato come quella del mass market ed è assolutamente legittimo che MOSI, come MST, che non sono enti di beneficienza, producano anche aromatizzati. In definitiva se ho recensito il prodotto (di solito non lo faccio se il sigaro non mi convince) è proprio perchè sono convinto che le basi ci siano e con un po' di affinamento delle fasi produttive l'azienda possa dare un buon contributo al mercato del sigaro di kentucky FC
Massí Zap, ci siamo capiti!
RispondiElimina...almeno fino all'arrivo del Superiore.
:-)
Ciao Zap,
RispondiEliminaho letto attentamente sia il tuo interessante articolo sia l'altrettanto valida discussione che ne è scaturita,e mi piacerebbe sapere se a distanza di un anno il tuo giudizio su questo sigaro e sul Mosi in generale è cambiato,e se in questi ultimi dodici mesi hai riscontrato "un affinamento delle fasi produttive" tanto per riprendere il discorso lì da dove si era fermato,ed un eventuale miglioramento del sigaro in questione,come da te "promesso" in chiusura d'articolo ;)
Un'ultima curiosità se posso...sbaglio o ancora non hai scritto nulla sul Superiore? Mi piacerebbe molto leggere un tuo articolo su questo prodotto.
Grazie mille :)