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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

09 ottobre 2018

Toscano Duecento, ancora "appannata" l'edizione speciale MST

Ahimè la tendenza degli ultimi anni della produzione sotto il marchio Toscano, ha lasciato perplesso più di un fumatore. Benchè questo blog abbia sempre tenuto una linea piuttosto oggettiva e con orientamento critico positivo, laddove necessario, nei confronti della produzione di tutte le aziende, non possiamo fare a meno di notare come, l'azienda leader assoluta di mercato nel nostro paese, non riesca a raggiungere i picchi qualitativi , che pure ha mostrato di saper raggiungere, anche sotto l'attuale management (ricordiamo ad esempio l'originale 150 o il 1815). Il toscano 200, che celebra i duecento anni della produzione di sigaro Toscano, manifesta sicuramente una maggiore ricercatezza rispetto alla produzione regolare, come pure l'aveva manifestata il millesimato, tuttavia si discosta molto dal concetto "verace" del Toscano, o più in senso lato del sigaro di tradizione toscana.
Forse il mercato richiede questo, forse, gli appassionati affezionati a un certo tipo di gusto per il sigaro bitroncoconico di kentucky fire cured, rappresentano una fetta sempre più piccola di consumatori, e comunque talmente piccola da non essere significativa nelle scelte di mercato, L'azienda ovviamente non è una ONLUS e come tale deve badare alle
risposte del sell-out del prodotto, scelte quindi legittime, che non possiamo criticare in quanto tali, ci limiteremo alla valutazione del prodotto nel suo complesso, non senza un pizzico di nostalgia.
Il Toscano Duecento si presenta molto bene, con un colore scuro ed intenso, di buona costruzione e riempimento, tiraggio ottimale, e profumi a crudo mediamente intensi e nitidi, di cuoio, affumicato, legno e pepe. La combustione e la cenere, confermano in sostanza la buona fattura evidenziata dall'analisi a crudo. Insoma, si nota una certa cura nella produzione e nella selezione precommerciale, e se il sigaro "rispondesse" in fumata, come stimola i sensi nell'analisi a crudo, si tratterebbe senza ombra di dubbio di un prodotto di eccellenza.

Perchè usiamo il condizionale? beh, partiamo da un presupposto fondamentale: La proposta del formato (sigaro di ben 200 mm), più lungo rispetto alla media della produzione ordinaria MST,  dovrebbe sottendere quantomeno una fumata alla maremmana che regali una progressione (ed al limite una evoluzione) più importante rispetto ad un sigaro di formato standard. Ed invece, forse il maggior difetto del prodotto, è proprio la sua monotonia in fase centrale, che lo rende a tratti noioso, e che paradossalmente lo fa apprezzare di più ammezzato che intero.
Diciamolo pure senza mezzi termini: se spendiamo 7 euro, poichè la scatola da 3 sigari ne costa 21,  (per poi essere più appagati da un ammezzato a 3,50 euro), ci sono ampie e valide alternative, sia che si fumi solo kentucky, o che si consumi anche caraibico.
Il gusto è relativamente lineare, senza grossi difetti, ma nemmeno pregi esaltanti. Questo assetto organolettico è ottimo per un entry level, ma non certo per un sigaro da edizione speciale, dove la prima condizione è doverosa,  mentre la seconda è decisamente fuori luogo.
La paletta gustativa è lieve, relativamente equilibrata tra dolce e amaro. L'acidità e la sapidità se ne stanno sullo sfondo, e quando la prima scompare, il sigaro diventa relativamente asciutto in bocca, senza mai sconfinare, però, su una secchezza eccessiva.
La parte aromatica è decisamente la nota più dolente, poichè a parte l'evanescenza iniziale forse fisiologica per un sigaro di quella lunghezza con un diametro al piede relativamente ridotto, il sigaro fumato alla maremmana non decolla mai (come detto nell'ammezzato qualche emozione in più in accensione viene regalata, per via del palato "fresco" in una fase in cui il diametro del braciere e la sua vicinanza alla bocca sono maggiori). Note vagamente fienose iniziali lasciano il posto ad una paletta aromatica di intensità medio-lieve, di legno, cuoio, tostato e a tratti speziato. Note chiave del kentucky certamente, ma che risultano un po' annacquate dalla quasi impercettibile crescita delle stesse.
In definitiva, un sigaro che ad avviso di chi vi scrive, non rende pienamente onore alla storia del Marchio, soprattutto in virtù del prezzo, che in ragione della qualità, potrebbe attestarsi a non più di metà di quello a cui viene proposto, anche considerata la limitatezza della produzione, il packaging e la dimensione più generosa delle linee standard.

1 commento:

  1. "Forse il mercato richiede questo, forse, gli appassionati affezionati a un certo tipo di gusto per il sigaro bitroncoconico di kentucky fire cured, rappresentano una fetta sempre più piccola di consumatori, e comunque talmente piccola da non essere significativa nelle scelte di mercato, L'azienda ovviamente non è una ONLUS e come tale deve badare alle
    risposte del sell-out del prodotto, scelte quindi legittime"

    Rispondo solo ora a questo punto e lo faccio qui nel modo più discreto possibile. Simone, quando un'azienda ha una quota che sfiora il monopolio del mercato è illusorio pensare che lo segua: un'azienda come MST il mercato lo crea e da una posizione del genere derivano precise responsabilità nei confronti di un retaggio che andrebbe rispettato e valorizzato, non strumentalizzato per raccontare favole.

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