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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

03 agosto 2016

Sigari dei paesi "minori": Filippine


A differenza del Perù, precedentemente trattato nella nostra serie di articoli sui paesi "minori", le Filippine hanno una tradizione abbastanza lunga nella produzione di sigari, che dura sin dal periodo coloniale di fine '800. La coltivazione del tabacco scuro è diffusa in tutto l'arcipelago, e nella produzione di puros si fa ampio ricorso al blending, per via della scarsa intensità aromatica, che mediamente caratterizza la produzione autoctona.
Storicamente i sigari dei grandi arcipelaghi del pacifico, entravano nel novero del cosiddetto "gusto olandese" caratterizzato da un corpo mild, e da spiccata acidità in fumata. Ancora oggi parte di queste caratteristiche permangono, anche se la produzione, rispetto anche solo ad un decennio fa, si è leggermente differenziata in termini qualitativi.
Le zone manifatturiere, per i sigari da export, si concentrano per lo più a sud di Manila, anche se non mancano le tabacalere di piccole dimensioni in altre zone del paese.  Le due principali manifatture ad oggi sono la Tabacalera Flor de la Isabela (fondata nel 1881) e la Tabaqueira de Filipnas (fondata nel 1898).
Ma veniamo ai sigari; oltre alle marche elencate di seguito, acquistate e degustate appositamente per questo articolo, ho pescato dal mio
database alcuni dei sigari filippini fumati in passato, ed in particolare il Double Happiness Sublime ed il Flor de la Isabela, Isabela (formato 150x40). Gli altri sigari aggiunti di recente, sia tripa corta che tripa larga, sono i seguenti:
Della Tabaqueria Flor de Filipinas - il Robusto della linea Long Filler, Il petit Torpedo della linea Reserva, La corona della linea Independencia 1898, il Torpedo della linea Antonio Gimenez ed il Petit Torpedo della linea Maduro Long Filler.
Della Tabacalera (La Flor de la Isabela) - la Corona della linea base, il Robusto della linea Alhambra, ed il Robusto normale e in variante Perique Maduro, della linea 1881, quest'ultimo merita un discorso a parte, rispetto alla media del paese.
Partendo dall'analisi a crudo, in linea tendenziale possiamo affermare che i sigari non sono molto luminosi, e le capas non hanno una grande influenza organolettica a crudo (e probabilmente nemmeno in fumata). Le fasce maduro sono con ogni probabilità ottenute con fermentazioni non troppo prolungate, ad alta temperatura.
Anche al costruzione non è delle migliori, se facciamo il paragone con i sigari premium del caribe, ma eccettuando l'aspetto visivo, di capas non perfettamente tirate, non si riscontrano problemi di combustione o tiraggio, se non nei tripa corta dove quest'ultimo è più aperto rispetto alla media dei prodotti di quella fascia.
Va detto che i sigari filippini sono molto economici, rispetto ai caraibici centroamericani, e che, pur assestandosi su fasce di prezzo relativamente basse esistono alcuni prodotti, che raggiungono una qualità accettabile per fumate entry level. Mancano totalmente, invece, le fumate di alta qualità, almeno negli esemplari che ho potuto provare.
Sfatiamo subito il mito della piccantezza, che viene riportato da più autori, esteri, ed anche italiani. I sigari delle Filippine difficilmente manifestano toni piccanti, l'unico esemplare che vagamente manifesta questa caratteristica è il Robusto Perique  1881, per il resto, la sensazione di pungenza al palato è dovuta più allo scarso bilanciamento delle ligas, che non ad una vera e propria nota piccante dominante.
La paletta gustativa è infatti caratterizzata per lo più da sensazioni asciutte, con ingressi piuttosto amari nei primissimi puff, che poi si riequilibrano leggermente in fumata. E' spiccata l'acidità, ma nonostante questo la sensazione di asciutto è presente fino a circa metà fumata. Molto lievi invece gli altri sapori primari, e quasi assenti altre sensazioni palatali. Come anticipato, lo scarso equilibrio palatale, che mediamente caratterizza questi prodotti, resitutisce una sensazione pungente, che si rivela anche al naso in alcuni casi, e che può essere scambiata per forza, o per piccantezza (alla bocca), ma che altro non è che scarso equilibrio.
Il dato è tendenziale, e fortemente caratterizzante, anche se non mancano le eccezioni, come la linea Long Filler Maduro di flor de filipinas, che è un po' più equilibrata e complessa rispetto alla media del paese.
A livello aromatico la complessità è media, in quasi tutte le produzioni, l'intensità non raggiunge livelli elevati, così come la persistenza e l'evoluzione, buona invece la finezza, pur nel contesto dello scarso equilibrio. Le note dominanti, nella maggior parte dei sigari filippini sono il fieno, il legno e terriccio, in un contesto di corposità lieve. Altra nota non proprio positiva, è il rapido inasprimento dei sigari in fase finale, che, pur tentando una degassificazione "riparatoria" non si attenua. La maggior parte dei sigari sono quindi fumabili per poco più di 2/3 della loro lunghezza.
In linea generale, quindi si tratta di prodotti non eccellenti, con punteggi che variano per lo più tra i 55 ed i 75 punti. Leggermente superiore, in virtù del prezzo, la linea Long Filler Maduro, di Flor de Filipinas, che per poco più di 3 euro, permette una fumata accettabile, anche ai palati abituati ai sigari centroamericani. Non aspettatevi però, nemmeno in quel caso, un sigaro da meditazione.
Discorso a parte merita il Perique Maduro della linea 1881, si tratta infatti di un sigaro blended, più corposo rispetto alla media del paese, con fascia dominicana Maduro, e sottofascia filippina, e ripieno misto Brasile, Filippine, con foglia (medium filler) di Perique della Louisiana, invecchiata un anno in botti da whisky. Anche il resto delle foglie da tripa subisce un invecchiamento più lungo rispetto agli altri prodotti.
Ne risulta un sigaro più equilibrato, e più complesso, dove compaiono anche note dolci, e una reale piccantezza, e toni di spezie, un corpo leggermente superiore alla media del paese, ed una persistenza più lunga. Permane l'ingresso amaro, oserei dire universale nel paese, tuttavia si tratta di un prodotto, che per la sua particolarità e la sua qualità complessiva, vale il prezzo di circa 5 euro (per un robusto, nel caso di specie). Tecnicamente parlando, anche in questo caso non troviamo un prodotto eclatante come qualità, il punteggio infatti non supera gli 80 punti, ma a livello organolettico è abbastanza peculiare, e ha ragion d'essere, poichè può ritagliarsi una piccola nicchia di mercato di estimatori della liga. 

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