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30 novembre 2015

Origini e Storia del Tabacco - La scoperta Europea (Guest Author Jacopo Niccolò Cerasoni)



Sbarco di Cristoforo Colombo sulle coste di Hispaniola. 
Stampa di Theodor de  Broy, 1594
Nell’articolo precedente della serie “Origini e Storia del Tabacco” abbiamo discusso le origini e domesticazione del tabacco, dalle prime presenze selvatiche delle specie di Nicotiana tabacum e Nicotiana rustica fino all’intenso utilizzo sociale e rituale da parte dei popoli pre-Colombiani del Centro America (vedi articolo completo).
Come continuazione della serie, quest’oggi andremmo a parlare della scoperta Europea da parte di esploratori e marinai di una pianta che ha plasmato una parte importante della cultura Europea.
Il primo resoconto documentato del contatto fra uomini Europei e piante di tabacco proviene dall’esploratore delle Americhe Cristoforo Colombo (1451-1506), dove, nei suoi diari di viaggio, il tabacco fu uno degl’argomenti più discussi fin dal suo primo sbarco in America nel 1492 ed i primi contatti con i nativi delle tribù Arawak e Taino, popoli indigeni delle Isole Caraibiche.

Nella mattina del 12 Ottobre 1492, dopo più di tre mesi di viaggio in mare, Colombo ed i suoi uomini
approdarono su di un’isola caraibica, probabilmente l’Isola di San Salvador, Cayo Samana nelle Bahamas, o Grand Turk. Durante il loro sbarco gli indigeni Arawak, pensando di ospitare divinità, cominciarono ad offrire loro vari doni. Colombo scrisse nel suo diario del popolo Arawak, e dei doni che gli fecero, i quali consistevano in “frutti nativi, lance di legno, e alcune foglie secche le quali emanavo un profumo ben definito”. Colombo accettò i doni, i frutti vennero mangiati, ma le “foglie secche” vennero gettate via.
Dopo questo primo incontro con il tabacco, Colombo menzionò altri incontri con questa insolita pianta. Il 15 Ottobre Colombo scrisse nel suo diario: “Abbiamo trovato un uomo in una canoa in viaggio da Santa Maria a Fernandia. Aveva con se alcune foglie secche di alto valore fra il suo popolo...”. Questo riferimento alla grande considerazione che i popoli Caraibici avevano per il tabacco mostra la grande importanza di questa pianta per i popoli pre-Colombiani sia per il loro utilizzo ritualistico che sociale.
Durante il mese di Novembre del 1492, i primi marinai Europei cominciarono ad approcciarsi all’impiego di queste foglie secche indigene e diventarono assidui fruitore di tabacco. I primi furono alcuni uomini di Colombo, Rodrigo de Jerez e Luis de Torres. Essi infatti sono considerati i primi Europei ad aver osservare in prima persona l’atto del fumare il tabacco, durante una loro spedizione a Cuba, in cerca del Khan di Cathay (Khan Cinese, ma Colombo ed i suoi uomini ancora non sapeva di aver scoperto un nuovo continente, e pensavano che si trovassero nell’Estremo Oriente). Durante questa spedizione videro dei nativi fumare del tabacco e raccontarono a Colombo di alcuni nativi mentre avvolgevano foglie di tabacco secche in foglie di palma o mais “in maniera simile ad un moschetto di carta”. Dopo aver acceso con il fuoco un’estremità cominciavano a “bere” il fumo dall’altra. Dopo il suo viaggio in America Centrale Jerez diventò un assiduo fumatore, e quando tornò in Europa a bordo della Niña introdusse questa usanza nella sua citta’ natale, Ayamonte. Una volta tornato a casa, i suoi concittadini furono talmente spaventati dal fumo che usciva dal suo naso e dalla sua bocca, che Jerez fu imprigionato dalla Santa Inquisizione a causa delle sue abitudini “peccaminose ed infernali”. Quando fu’ liberato, 7 anni dopo, il consumo di tabacco era un’abitudine nota e molto popolare in Spagna.

Ritratto di Amerigo Vespucci
Nel 1493 Colombo viaggiò verso le Indie per la seconda volta, e proprio in questa occasione venne accompagnato da un monaco spagnolo di nome Ramon Pane. Pane, durante la sua permanenza nelle isole Caraibiche scrisse una descrizione dettagliata dell’uso del tabacco da parte degl’indigeni. I nativi descritti da Pane assumevano per via nasale una polvere fina ottenuta dalla macinatura delle foglie secche, un prodotto a base di tabacco che oggi identifichiamo come tabacco da fiuto. Egli descrisse anche dei nativi i quali inalavano il fumo attraverso un tubo biforcuto. Pane, nel 1497, anni dopo il suo ritorno in Europa, pubblicò un resoconto dell’utilizzo del tabacco nativo nelle Isole Caraibiche, “De Insularum Ribitus”. Ad oggi Ramon Pane viene considerato il primo e vero uomo ad aver introdotto il tabacco in Europa.
Un secondo esploratore delle Americhe che ha avuto la possibilità di osservare le Nicotiana nel loro continente d’origine è stato Amerigo Vespucci (1454 - 1512). Egli infatti, durante il suo viaggio in America, notò che gli indigeni avevano una curiosa abitudine: quella di masticare foglie verdi mischiate ad una polvere bianca. Gli indigeni portavano zucche vuote intorno al collo – una piena di foglie, l’altra di polvere. La miscela a base di tabacco veniva preparata mettendo le foglie in bocca, poi, inumidendo un rametto con la saliva, infilavano il rametto umido nella polvere e mischiavano la polvere umida sul rametto con le foglie in bocca. Questa miscela creava un prodotto gommoso e solubile, simile ad tabacco da mastico.
A partire dal 1492 ci fu un susseguirsi di scoperte e rivelazioni da parte dei conquistatori e abitanti Europei verso la cultura Americana. Il tabacco fu probabilmente uno dei materiali più interessanti e affascinate, in grado di cambiare radicalmente la cultura Europea. Subito dopo il suo arrivo in Europa infatti il tabacco divenne popolare e amato attraverso tutto il continente, a cominciare dall’utilizzo di “rulli di tabacco” in Spagna, pratica molto comune fra la classe operaia spagnola. Con l’andare del tempo il tabacco assunse una connotazione sia di pregio che di disprezzo, ma questo sarà l’argomento di un prossimo articolo di questa serie… Restate collegati!

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