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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

11 settembre 2014

Collezionare vecchie scatole di Toscani. Prima parte.

L’immaginario comune di film e libri ci abitua a pensare che, morto un vecchio facoltoso, i fedelissimi congiunti vi si precipitino per seppellirlo e arraffare il più possibile delle sue sostanze. Nella foga di svaligiare la casa del vecchio, riemergono gioielli, ninnoli, libri rari, vini pregiati, monete antiche. E magari anche vecchie scatole di sigari.

Se le vecchie scatole di sigari riportano la dicitura “Sigari Toscani” dovremo concludere che il vecchio aveva buon gusto, e che ciò darà gioia a chi dei fedelissimi congiunti è amatore nonché collezionista dello Stortignaccolo.

Basta bazzicare qualunque mercatino delle pulci di una grande città per capire che oggi si colleziona di tutto, dai tappi delle bottiglie di birra ai vecchi giocattoli, e quindi perché non anche le vecchie scatole di Toscani? Anzi, a maggior ragione, collezionarle significherebbe anche passeggiare lungo gli ultimi duecento anni della Storia del nostro benedetto assurdo Bel Paese.

Andar alla ricerca di vecchie scatole di Toscani è un mestiere arduo. Quelle di fine Ottocento sono anonime ed essenziali: di grandi dimensioni, di legno o cartone, dovevano solo convogliare i sigari dalla Manifattura al Deposito del Monopolio e alla tabaccheria. Fin qui, niente di strano: da sempre “l’abito” e l’anima del Toscano sono essenziali, e per questo il Toscano vanta innumerevoli tentativi di imitazione.

Poi, negli anni ’30 del Novecento, i Toscani o erano imballati in incarti da 50 sigari ed erano venduti sfusi, con una stampa e dicitura semplice ed essenziale, o erano messi sul mercato dentro le prime scatole con tiretto e le bustine aperte in testa.

Nel dopoguerra, il Monopolio ha cambiato musica e ha iniziato a curare di più la veste grafica.

Non è troppo difficile capire che sono proprio le confezioni più essenziali ed anonime a non essere state conservate nel tempo ma subito buttate. E non è difficile capire che sono loro i pezzi da novanta, quelli che, per possederli, il collezionista di Stortignaccolo arriverebbe anche a uccidere. Mi riferisco alle confezioni dei sigaretti “Roma”, del “Toscanello Sport”,  delle sigarette Kentucky, delle Spuntature e delle imitazioni estere.

Ma, oltre alla casa da depredare del vecchio facoltoso, dove il collezionista può reperire tanto ben di Dio?

(Settimana prossima, nella Seconda Parte, troverete l'agognata risposta)

STEFANO VITTORI


1 commento:

  1. Mi scuso.
    Non parlo italiano come due parole.
    Né io non oso di indossare in pubblico.
    Scrivo un libro, in cui le scene in Italia, alla fine degli anni 1950.
    Poi se qualcuno che non è ricco, ma non abbastanza povero,
    voleva comprare un sigaro una volta alla settimana,
    che ha comprato un sigaro
    e quello che è costato.

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