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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

16 settembre 2014

Costanza produttiva: Quanto "pesa" sul giudizio di qualità?

Di recente, sul gruppo facebook eXtraordinay Cigar Smokers, è apparsa una interessante discussione sull'importanza della costanza produttiva, nel giudizio qualitativo di un sigaro. Sono emersi alcuni interessanti spunti di riflessione che riportiamo di seguito. Parlando di costanza si possono considerare almeno
due (o tre) aspetti, che implicano tre gradi di variabilità a cui i sigari possono essere soggetti, ovvero quella costruttiva, che implica differenze nella combustione e nella meccanica di fumata in genere, e quella organolettica, incluso anche l'aspetto visivo, che può a sua volta essere considerata nel breve e nel lungo periodo. Si premette che la costanza esula dalla qualità complessiva di una produzione, prendendo due estremi "opposti" se valutiamo sotto questo profilo Fuente OpusX o i Bundle Selection, troviamo un top gamma ed un sigaro da mass market, entrambi molto costanti nelle loro caratteristiche salienti, e che daranno al fruitore di uno o dell'altro prodotto, la sicurezza di trovare "i suoi sigari" indipendentemente che si orienti su OpusX o su Bundle.

Spiace essere lapidari, ma parlando di costanza sotto tutti gli aspetti (escludendo i toscani di cui ragioneremo successivamente), c'è una netta demarcazione tra cubani, decisamente meno costanti, anche se ultimamente qualche passo avanti è stato fatto rispetto ai primi anni 2000, ed altri sigari di tipo avana prodotti nel caribe, che sono sempre più diffusamente regolari nella qualità delle loro produzioni.
La costanza qualitativa sotto l'aspetto costruttivo, è entro certi limiti una prerogativa fondamentale per qualsiasi sigaro, partendo dal presupposto che un puro deve tirare regolarmente e bruciare bene, indipendentemente dalle caratteristiche organolettiche che esprime. In qualsiasi categoria merceologica il prodotto deve espletare le funzioni cui è preposto, se acquistiamo un orologio sia esso un rolex da diverse migliaia di euro o una sveglia da pochi euro, deve darci con buona approssimazione l'ora esatta, analogamente un sigaro deve bruciare e tirare regolarmente, se in un box di sigari da 25 si trovano 4-5 sigari che tirano o bruciano male, si considera un prezzo del 20-25% più alto, per quelli "buoni", giacchè gli altri saranno da buttare o comunque non daranno una fumata pienamente godibile.
Passando alla costanza organolettica, occorre fare una distinzione tra costanza nel breve e nel lungo periodo, per il breve periodo è auspicabile trovare sigari organoletticamente molto simili (non diciamo identici, per la variabilità intrinseca che si concede ad un prodotto naturale confezionato a mano). Questo è possibile solo nel caso in cui si disponga di materia prima omogenea, e si possa agire sul blend, con scorte di diverse annate, per poter conferire ai prodotti una "somma" di caratteristiche che dia lo stesso risultato. Purtroppo la scarsa disponibilità di scorte (rispetto alla domanda) della Isla, ed il fatto che i sigari molto richiesti vengano prodotti in più di una manifattura, con una "mano" diversa dei maestri ligador, fa si che nei cubani si possa riscontrare una certa variabilità anche in sigari coevi, o molto vicini tra loro come date di envase.
Nel lungo periodo, è praticamente impossibile mantenere una perfetta costanza produttiva, per via dell'evoluzione varietale del tabacco, e del cambiamento delle tecniche colturali adottate per la produzione. In quest'ottica la costanza viene indivuduata più come cambiamento graduale e lineare, teso a mantenere in un determinato prodotto almeno il livello di forza e le note gusto-olfattive dominanti a cui il cliente è abituato. I fumatori di lungo corso, abituati a fumare sia habanos che caraibici non cubani, avranno notato un arricchimento generalizzato della qualità caraibica, senza però perdere le note connotative tipiche dei prodotti (per fare un esempio specifico, si pensi alla linea antano 1970 di joya de nicaragua, di 10 anni fa rispetto a quella odierna), mentre per contro abbiamo assistito al lancio, da parte di habanos, di prodotti che in first batch avevano determinate caratteristiche di forza ed aromi, che poi sono cambiate anche sensibilmente nelle produzioni successive, forse anche per adattarsi meglio al mercato (due esempi: il cazadores di romeo y julieta nella versione sin anilla, rispetto a quella attuale, ed il partagas P2 first batch rispetto a quelli successivi).
Il toscano purtroppo non eccelle sotto questo profilo , benchè in maniera diversa (e per diverse ragioni) rispetto ai cubani. Innanzitutto i vari passaggi di mano delle manifatture a partire da metà anni 90 fino al 2006 hanno di per se prodotto una variabilità sul lungo periodo dovuta ad aspetti gestionali, secondariamente abbiamo assistito al lancio di alcuni prodotti che nella loro fase iniziale di commercializzazione sono stati abbastanza altalenanti sotto il profilo qualitativo (penso all'antica tradizione, per fare un esempio specifico). Va detto che con l'ultima gestione, pur con la variabilità intrinseca che un prodotto di più difficile rollatura come il tabacco kentucky implica, si sta ottenendo un certo grado di stabilità, soprattutto sui prodotti più consolidati.
La costanza produttiva è una caratteristica non facilmente valutabile nel giudizio qualitativo di un sigaro. Per poter avere un buon metro di giudizio sotto questo profilo occorre aver fumato diversi sigari dello stesso tipo, provenienti da box diversi e di diversa età. Tuttavia, qualora si riesca a valutare questo aspetto, una valutazione (sia tecnica che personale) non può prescidere dalla considerazione di questo aspetto, che influenza, seppur indirettamente, il rapporto qualità/prezzo ed il giudizio generale su un determinato sigaro.

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