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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

10 aprile 2014

Un po' di élite non si nega a nessuno

immagine da sigariavana.it
Prendo spunto dalle recenti discussioni su Cigarforum.it, nate a seguito delle news riguardanti il lancio della tanto attesa nuova edizione dell'enciclopedia di Min Ron Nee (An Illustrated Encyclopaedia of Post-Revolution Havana Cigars), considerata per antonomasia la bibbia dei sigari cubani. Io ho la prima edizione di questo libro, pagata mi pare attorno ai 120 euro (già un prezzo a mio avviso oltre il valore intrinseco), che se oggi rivendessi mi frutterebbe probabilmente non meno di 400 euro. Questa premessa è d'obbligo per iniziare a delineare l'aura élitaria che l'autore ha voluto dare a questa opera, giacchè per la nuova edizione si parla di sole 2000 copie stampate, alla modica cifra (già scontata) di 5000 dollari per 6 volumi... certo era necessario il cabinet di bambù di dubbio gusto per dare un'aura più esotica al tutto e giustificare questo sproposito nel prezzo... Ora, mi chiedo, non senza un po' di amarezza, se sia davvero necessario tutto questo, se il mondo del sigaro non stia nuovamente virando (ammesso che abbia davvero mai cambiato rotta) verso un mondo esclusivamente élitario, in cui anche la conoscenza è da riservare a pochi eletti (per altro eletti dallo status economico). Mi chiedo se la ragione di questo non sia da ricercarsi nel nostro (anche mio) approccio verso certi prodotti, nella ricerca spasmodica dell'esclusività, della serie limitata o regionale, del prodotto vintage, eccetera, che difficilmente giustificherà il suo prezzo con la qualità espressa, e che toglie la materia prima di qualità, che è sempre meno, alle produzioni regolari, alimentando questo circolo vizioso verso l'esaltazione del prodotto blasonato. Mi chiedo se abbiamo perso di vista, e parlo delle associazioni e dei gruppi di appassionati, l'obiettivo primario per cui tutti, o quasi, abbiamo fondato o partecipato a gruppi di questo tipo, e cioè la condivisione di una passione, non di uno status symbol, e non per ostentare qualcosa ma per dividere un piacere con altri. Stiamo probabilmente ricadendo nella cosiddetta sindrome del telepass: se passiamo col telepass e nei caselli vicini non c’è nessuno, il nostro stato d’animo non cambia. Se i caselli vicini sono pieni di gente in coda che aspetta col biglietto in mano, siamo invece più felici. Ma perché non eravamo felici prima? perché quello che ci rende felici non è l’idea di passare, è l’idea che non passano gli altri. Allo stesso modo quanto dell'emozione di fumare un sigaro vintage o una limitata è qualità del sigaro stesso, e quanto invece è la consapevolezza di assaggiare un prodotto per pochi eletti?
Mi chiedo se il sigaro non possa tornare (o arrivare) ad essere per tutti una ragione di incontro conviviale, fruibile tanto allo studente curioso ma squattrinato, quanto al ricco professionista fumatore di lungo corso, e mi domando se non dovremmo essere noi, appassionati e comunicatori, a fare da trendsetter in questo senso, iniziando a dare un po meno risalto alle produzioni e agli eventi élitari, in favore di sigari ed attività più alla portata di tutti. Me lo chiedo e mi rispondo che difficilmente accadrà, perchè se lo si fa unilateralmente si viene tagliati fuori, e collettivamente, è difficile che chi ha comprato prodotti con interesse collezionistico ponga in essere azioni atte a svalutare il proprio investimento. In quest'ultima categoria seppur in piccolo ci ricado anche io, ma siccome il collezionismo non supera la passione, ho deciso di concedermi il lusso (perchè è un lusso molto grande al giorno d'oggi) dell'onestà intellettuale, condivisa in questo post,  indipendentemente dagli interessi.

1 commento:

  1. Come prendersi una bottiglia di whisky di 40 yo per 7000(settemila) Euro, è giusto? Normale? Ne vale la pena? Secondo me no ma lo vogliono anche i brand dei distillati a questo punto e la stessa sorte accade anche ai sigari.
    Se la parte élitaria nei sigari era scomparsa credo di essermi perso qualche cosa.
    Io non mi posso permettere sigari di 20 o 30 anni di invecchiamento ma sinceramente non mi interessa molto, forse perché fumo i sigari per il piacere immediato e non posso anche qui andare a cercare qualche cosa di particolare anche perché non avrei neanche il tempo di capire cosa ho di fronte a me.
    A volte mi lancio in acquisti che vanno oltre le mie possibilità e senza andare a ricercare edizione del 2003 e prima, basta acquistare un (eccezionale) Behike 54, ogni tanto lo faccio ma alla fin fine i sigari quotidiani sono di altra portata e ce ne sono anche di molto soddisfacenti, peccato che la maggior parte delle volte le recensioni o gli articoli parlano solo di quelli inarrivabili.

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