Premetto, come sempre in questi casi, che quella che vi accingete a leggere non è una recensione, che presupporrebbe l'aver fumato più di un esemplare dello stesso sigaro e/o l'aver mediato i risultati di una degustazione collettiva, si tratta invece di una serie di impressioni rilevate dopo aver fumato un unico esemplare, umidificato per circa 3 settimane (2 dal tabaccaio e una nel mio walk in). Detto questo mi accingo a descrivervi questa fumata, che parte con un analisi a crudo non senza sorprese. I sigari si presentano abbastanza uniformi nella scatola, sono della stessa lunghezza dei Doge, ma di diametro leggermente superiore sia alle estremità che al centro, il colore risulta più scuro e con tonalità che tendono al bruno-rossiccio, mentre il Doge ha toni più dorati. Ma la vera sorpresa si palesa al naso, con un netto e spiccato aroma di grano maturo, a tratti l'ho definito di vitamina E (le capsule che si trovano in farmacia, contenenti "l'olio" di tocoferolo), anche se non sono solito ricercare aromi così specifici nei sigari, in questo caso non ho potuto fare a meno di soffermarmi a ragionare più approfonditamente vista la nitidezza di questo sentore, che di primo acchito ho faticato a riconoscere. Questo primo dato mi conferma quanto già rilevato negli altri sigari della gamma, e che viene ulteriormente ribadito in fumata, ovvero la non comunanza del Nostrano del Brenta con altri sigari, ne toscani, ne caraibici.
All'accensione il sigaro parte con una nota amara, che si protrarrà per tutta la fumata, affiancata a tratti dal dolce e dal sapido, sempre in fase iniziale compare un sentore a metà tra il metallico ed il minerale, manca purtroppo il bilanciamento di una nota acida, e questo rende la fumata un po' "dry" per tutta la sua durata. L'ingresso si porta dietro la nota di grano avvertita a crudo, affiancata a toni di frutta secca e legno appena accennato. La forza è medio leggera, e sarà l'unica caratteristica ad evolvere regolarmente per tutto il sigaro, fino ad assestarsi su livelli medio alti nel finale. Non altrettanto si può dire per gli aromi, che invece si appiattiscono dopo il primo terzo e restano costanti fin oltre la metà del sigaro. Se la valutazione si fermasse a metà fumata sicuramente non sarebbe delle migliori, per fortuna sul finale sia il palato che il naso sono nuovamente stimolati, svanite le note metalliche infatti, compare una piacevole sensazione piccante, associata ad aromi di spezie e di cuoio che rilanciano il sigaro sul piano qualitativo generale.
Discreti l'equilibrio e la complessità, media l'evoluzione, buone la persistenza e la finezza aromatica, non ho riscontrato particolari difetti di combustione ne di tiraggio. Nel complesso un sigaro di qualità media, che trova un suo spazio in ragione del fatto che, come il resto della gamma, rappresenta un elemento di novità per i palati dei fumatori, grazie alle caratteristiche diverse rispetto al resto dei prodotti in commercio. Limitatamente al sigaro da me fumato il valore oggettivo non raggiunge il prezzo pagato, si tratta di un sigaro che dovrebbe uscire sul mercato ad un prezzo comparabile o di poco superiore al Doge, non sono convinto del fatto che il lungo invecchiamento dei tabacchi, dichiarato dal Consorzio produttore (di cui non discuto l'attendibilità), sia di assoluto beneficio per questi tabacchi, così come non lo è per certe produzioni caraibiche (penso ad esempio ad alcune marche honduregne, che vantano invecchiamenti similari delle foglie, per i loro prodotti). Sicuramente un sigaro da riprovare, che non ha però a mio avviso alcun interesse dal punto di vista collezionistico. Discutibile la qualità della scatola, che seppur ben rifinita non è adatta ai sigari in generale, anche se questi sono, come nel caso di specie, confezionati in cellophane.
sono long filler??
RispondiEliminaNostrano nn usa long filler, ma una sorta di foglia tagliata "grossolanamente" una via di mezzo tra long e short :)
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