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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

03 luglio 2012

Una vera signora non dovrebbe mai bere Porto né fumare sigari cubani

Carissimi amici, vi posto un pezzo, a mio parere fantastico, che ho trovato navigando in rete stamattina, sul sito intravino.com
Il punto di vista di una Lei,su alcuni abbinamenti sigaro/porto, un post molto molto interessante, che vale la pena di essere letto tutto di un fiato!

Scritto da: Cristiana Lauro lunedì 2 luglio 2012 8:45

In questi giorni ho provato tre grandi Porto piuttosto vecchi, accompagnati da una delle migliori fumate degli ultimi tempi: Cohiba Behike BHK 56, più che un sigaro, una leggenda. Behike è sul mercato dal 2006 ed è celebrativo del quarantenario di Cohiba. Prodotto con le foglie più alte delle piante di tabacco, limitatamente a due per pianta, è un sigaro unico al mondo, dalla fumata importante e piacevolissima. Per chi non lo sapesse il numero 56, indicatore di banda, misura il diametro espresso in sessantaquattresimi di pollice. Ha una bellissima fattura con chiusura a riccio e la capa (rivestimento esterno) è scura, setosa e oleosa. Sa di terra e cuoio, non ha un attacco irruente ma la fumata è complessa, cremosa e ricca. Tipicamente Cohiba e, se mi risparmiate il lancio di monetine, aggiungo che lo aspetterei per qualche anno.



L’ho abbinato a tre grandi Porto: Taylor’s 1977, Cockburn’s 1963  e, il Colheita, Quinta do Noval 1937. I primi due sono classici Vintage Port che nella classificazione dei porto sono la categoria più illustre. Possono invecchiare un massimo di due anni e mezzo in botte e poi vanno in bottiglia, quindi sono i migliori rappresentanti di una grande annata, a differenza dei Tawny che invecchiano in botte per lungo tempo riportando in etichetta il periodo di invecchiamento e non l’annata. Taylor’s Vintage 77, grandissima annata per la categoria, lo avevo già provato con grande soddisfazione ma, in questo caso, è stato schiacciato dagli altri due. Non lo boccerei, ma certamente è rivedibile. Cockburn’s 63 va su toni rubino con lievi riflessi rosa/arancio scuro. In evidenza una materia importante avvolta da grande dolcezza. Marasche, tabacco, pellame e finale lunghissimo con spezie di ritorno. L’annata 1963 è leggendaria e questa bottiglia lo conferma.

Quinta do Noval 1937 è un Colheita, ovvero un Vintage che invecchia in legno minimo 7 anni e quindi fonde i due stili, Vintage e Tawny. In questo caso il porto è stato imbottigliato nel 2005. Colheita e Vintage presentano, evidentemente, note di degustazione distanti, talvolta addirittura in contrasto. Quinta do Noval ‘37 si presenta con toni brillanti aranciati e molto limpidi grazie alla lunga maturazione in botte, soggiorno che non l’ha spento né addolcito, tutt’altro. In bocca è alcolico ma vivacizzato da un’acidità imponente, poi allunga su toni di marzapane e olii essenziali con una dolcezza misurata e accattivante. Non mostra cenni di cedimento, malgrado l’età è un mostro di finezza ed eleganza e fa rabbrividire i migliori Vintage. Per me è stato un grande abbinamento.
Ma una vera signora non dovrebbe bere alcolici né fumare sigari cubani.

Fonte: www.intravino.com

3 commenti:

  1. Bellissimo! Adoro questo tipo di abbinamento. Quinta do Noval è una marca eccellente

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  2. Troppa fatica scrivere da cell.... Troppi controlli, scusate se non partecipo ma al pc non ci sto quasi più in questo periodo. Saluti
    Clòd

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    1. Un carissimo saluto anche a te e ...continua a leggerci!

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