Riprendiamo le attività del blog prendendo il "La" da un giusto commento apparso nei giorni scorsi a margine di uno dei post pubblicati, dove si sottolineava come parlare di un sigaro in sick period, ovvero in fase di microfermentazione, possa essere fuorviante per un neofita, che potrebbe confondere un sigaro che attraversa questa fase con un sigaro scadente.
La microfermentazione è un processo del tutto naturale, operato da batteri e crittogame (alcuni studi segnalano la presenza di Verticillium spp. ed altri microorganismi sulle foglie di tabacco dei sigari), che in un certo qual modo completa le fasi di fermentazioni antecedenti alla torcida.
Un sigaro in questa fase presenta diversi sintomi, in fase iniziale un tipico odore ammoniacale si sviluppa nel box, ed in seguito possono comparire (ma non sempre accade) cristalli bianchi sulle capas, che sono essudati di olii essenziali e minerali che si depositano in punti specifici. Questi cristalli sono untuosi per tutta la durata della microfermentazione, e diventano invece polverulenti e facilmente eliminabili con un pennellino, quando la microfermentazione è ultimata.
La fase di microfermentazione, se i sigari sono conservati secondo i parametri "standard" (60-75% di umidità relativa e 18-22 gradi di temperatura) avviene normalmente entro i 6 mesi dalla data di envase e si protrae per alcuni mesi a seconda del formato e della qualità del tabacco dei sigari, non mancano però eccezioni in cui il sick period si manifesta prima o anche molto dopo questo lasso di tempo.
I sigari in questa fase presentano toni scomposti, e la nota ammoniacale può prevalere in maniera sgradevole, a volte può causare anche malessere temporaneo a chi fuma, tuttavia al termine della microfermentazione i puros migliorano notevolmente, con un arrotondamento della paletta aromatica, la scomparsa delle note amare tipiche del ligero in fase giovanile e delle note erbacee dovute a piccoli residui di clorofilla non degradata, che con quest'ultima fermentazione viene ad essere completamente convertita in altri composti.
Non a caso questo momento della "vita" di un sigaro viene definito Sick Period (periodo di malattia), I produttori che conoscono bene questo inconveniente, e come questo possa essere travisato da fumatori inesperti come sintomo di qualità scadente, oggi tendono sempre più a tenere i sigari in escaparate finchè non hanno compiuto almeno la prima microfermentazione (se ne possono verificare più di una, ma la prima è quella che risulta maggiormente invasiva nelle caratteristiche di fumata), anche se a volte le richieste di mercato non consentono di conservare il prodotto per diversi mesi. Emblematica l'iscrizione riportata nei box di Rafael Gonzalez, tesa proprio ad evitare che i sigari vengano fumati in fase di microfermentazione, che recita: "In order that the Connoisseur may fully appreciate the perfect fragrance they should be smoked either within one month of the date of shipment from Havana or should be carefully matured for about one year" ovvero: Perchè i "connaisseurs" possano apprezzare appieno la perfetta fragranza (i sigari) dovrebbero essere fumati entro un mese dalla data di spedizione (leggasi di inscatolamento) dall'Avana, oppure dovrebbero essere invecchiati con cura per circa un anno.
In conclusione, se un sigaro è scomposto durante il sick period non vuol dire che non sia un prodotto di qualità, anzi, molto spesso proprio i sigari migliori sono quelli che presentano i toni ammoniacali più aggressivi in fase di microfermentazione.
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