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11 ottobre 2011

Ron, Rum e Rhum... un po di chiarezza... (seconda parte)

Continuiamo il post di ieri, tentando di fare un po' di luce sull'intricato mondo del rum, si sono viste le differenze fra le tre tipologie (Ron, Rum e Rhum) che principalmente riguardano il metodo di distillazione e la materia prima utilizzata, occorre ora fare un po di luce sul terzo importantissimo fattore che influisce sulla qualità del prodotto finale, ovvero l'invecchiamento.
Per alcuni distillati, come ad esempio il whisky o il cognac, il metodo di invecchiamento, e soprattutto il modo di dichiarare l'invecchiamento sono ben codificati e chiari, mentre intepretare le annate e i metodi di invecchiamento nel mondo del rum è come avventurarsi in un ginepraio.

Se siamo fortunati possiamo trovarci di fronte a un rum "single cask", o "single barrel", in quel caso è abbastanza facile risalire all'invecchiamento, in etichetta è infatti dichiarata o l'annata di distillazione, oppure il numero di anni che il rum ha passato in botte per l'affinamento. Normalmente i rum single cask sono di ottima qualità ma anche relativamente cari.

L'invecchiamento avviene normalmente in botti da whisky o da bourbon usate, oppure in botti nuove, eventualmente tostate o caramellizzate all'interno.

Esiste poi lo sterminato universo dei blended, per alcuni distillati la miscela di diverse annate comporta l'obbligo di riportare in etichetta l'annata più giovane, nel caso di un rum invece non esiste una regola e così a volte si dichiara il grado di elevazione (i.e. annata) medio, altre volte quello più vecchio, altre volte ancora quello presente in percentuale maggiore nella miscela.
Tutte le diciture riportate in etichetta (e.g. Anejo, Extra Viejo, Reserva, Extra Old, Vieux, etc.) non sono assolutamente regolamentate e non offrono una chiave di lettura univoca per il grado di elevazione del rum contenuto nella bottiglia.

Il metodo Solera ad esempio, particolarmente utilizzato nel caso dei Ron di scuola spagnola, ma usato anche da produttori di altre aree, consiste nello splittaggio delle botti in parti uguali, sulle botti più vecchie, in pratica una botte di un anno di invecchiamento viene divisa in due parti, e miscelata con la botte del secondo anno, la quale è stata svuotata per metà sulle botti del terzo anno e così via. Questo sistema consente di ottenere una maggiore costanza qualitativa nel tempo, miscelando di fatto le diverse annate. Di solito in questo metodo si dichiara l'annata più vecchia contenuta nel blend. Esistono dei soleras "tagliati" in cui le botti vengono invecchiate singolarmente per un certo numero di anni (normalmente 3 o 4) e solo in seguito inizia lo splittaggio tipico del metodo solera.

Nei blended assemblati in maniera diversa dal solera, il criterio di miscelazione è sostanzialmente caratteristico di ogni singola casa produttrice, e diventa praticamente impossibile sapere quale sia l'invecchiamento reale e la percentuale di ogni singolo rum assemblato nel blend.

Fra i metodi di invecchiamento si ricorda il metodo navy, tipico di alcuni Rum di stile inglese, che ricalca lo stile d'invecchiamento del Madeira, nelle stive delle navi. Le botti vengono sottoposte a periodi di caldo intenso, umidità e salsedine. Ne derivano rum scuri estremamente corposi, con buona struttura aromatica ma dal finale non troppo importante.

Per quanto riguarda i Rhum di scuola francese, in molti casi si presta molta attenzione al dimensionamento delle botti, alla loro tostatura e al tempo di permenenza del distillato al loro interno. In linea di massima è più facile trovare Rhum single barrel nello stile francese che non in quello spagnolo o inglese. In realtà grazie al tipo di materia prima utlizzata (succo vergine di canna invece di melassa), alla fermentazione più lenta condotta a basse temperature (almeno per i rum da invecchiamento) e alla cura nella scelta e nella preparazione delle botti, i Rhum di scuola francese sono forse gli unici in cui si riescono a percepire, come nel vino, aromi primari (della materia prima), secondari (dovuti alla fermentazione) e terziari (dovuti all'invecchiamento).
Solitamente questi Rhum esprimono grande qualità e complessità anche con invecchiamenti modesti (dai 5 ai 10 anni).

Parlando di invecchiamento in senso più ampio poi, occorre parlare di ambiente di invecchiamento. I distillati invecchiati in ambienti caldi come quello caraibico difficilmente possono superare i 15 anni senza destrutturarsi, mentre in ambienti più freddi come ad esempio quello scozzese possono giovare di invecchiamenti anche prossimi ai 40 anni.
Ecco il motivo per cui i disciplinari di produzione dei vari rum consentono l'invecchiamento in luogo diverso da quello di origine, ed infatti, specialmente per i rum di scuola inglese, i migliori risultati qualitativi si raggiungono nei rum invecchiati in scozia. Generalmente i Rhum di scuola francese adottano invecchiamenti più corti nei paesi d'origine, mentre i Ron di scuola spagnola ricorrono al blending per evitare il destrutturamento aromatico dei prodotti più invecchiati.

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