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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

13 ottobre 2011

I piaceri del thin gauge

La chiara tendenza di mercato che si va delineando negli ultimi anni porta le manifatture di sigari, cubane e caraibiche in genere, verso la produzione sempre più massiccia di sigari di cepo generoso e non troppo lunghi, sigari che, pur richiedendo una quantità maggiore di materia prima, costituiscono un risparmio per le manifattura in termini di manodopera, poichè i sigari sottili sono più difficili da costruire e richiedono torcedor più esperti, e tempi più lunghi di torcida che diminuiscono la produttività giornaliera dei singoli arrotolatori. L'altra chiave di successo delle vitolas di grosso calibro sono la relativa facilità di fumata, poichè un sigaro di cepo 50 o superiore non si surriscalda quasi mai, concede fin da subito "puff" pieni e soddisfacenti anche senza tirare in maniera eccessiva.
I sigari sottili invece, sia per le ridotte dimensioni del braciere, sia per la minore quantità di ligero, spesso addirittura assente nei calibri inferiori a 40, richiedono tempi più lunghi per arrivare a livelli di forza elevati, che si raggiungono solitamente nella seconda metà del sigaro. E' tuttavia opinione diffusa, specie nei fumatori di lungo corso, che la soddisfazione percepibile nei sigari lunghi e sottili, o più in generale con un rapporto cepo/largo molto basso, sia quasi impareggiabile, soprattutto in termini di evoluzione organolettica.
Queste impressioni sono state confermate ad una recente degustazione del club Slow Smoke Santerno, appositamente pensata per la riscoperta dei sigari di piccolo calibro. La serata prevedeva due sigari, un demi tasse di El Rey del Mundo (vitola entreacto - 100x30) e un Connaisseur no.2 di Partagàs (vitola Parejos 166x38). L'abbinamento proposto era con i tè, un tè verde, delicato e abbastanza grasso, con il primo sigaro, e un tè nero moderatamente affumicato con il secondo sigaro.
La delicatezza dei tè, non zuccherati ne addizionati di succo di limone ha lasciato ampio spazio alle caratteristiche organolettiche dei sigari, il demi tasse, da tutti definito sorprendente, esprimeva fin da subito una forza di tutto rispetto in relazione al formato, con sentori aromatici di resina e legno, presto sostituiti da toni più decisi di cuoio e caffè. Il connaisseur no.2, partito in maniera molto delicata, per i primi 5 minuti quasi impercettibile, poichè ancora sovrastato dalla persistenza del primo sigaro, ha rivelato un'evoluzione superlativa, tipica di tutta la serie du connaisseur, purtroppo ormai tolta dalla produzione corrente; un incremento di forza regolare e costante che non ha mai appiattito la fumata, l'evoluzione aromatica, partita con lievi sentori di fieno e terra, ha lasciato spazio a toni prima legnosi e di resina, per poi virare su toni decisamente speziati e tostati sul finale. Oltre alla buona evoluzione e complessità, la paletta aromatica si è rivelata anche ottimamente equilibrata ed estremamente fine, soffiando il fumo dal naso gli aromi sono stati definiti a tratti quasi balsamici.
La valutazione complessiva della serata ha collocato questi sigari fra i migliori mai fumati da molti dei presenti alla degustazione, a conferma di come il "thin gauge" possa regalare fumate eccellenti, paragonabili solo a poche vitolas di cepo più generoso.

1 commento:

  1. Sono perfettamente d'accordo senza dimenticare i Monte Especiales anch'essi scomparsi dal mercato...

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