Non è la prima esperienza di blend tra Nostrano del Brenta e tabacchi provenienti dal centro-sud america, è già stato fatto con il Benedettino, che utilizza tabacco dominicano, e con il Fodamenta Nova che usa fascia brasiliana. Entrambe le esperienze precedenti però, hanno mantenuto sostanzialmente l'impianto organolettico, soprattutto in termini di intensità, in linea con la filosofia storica del marchio.
Il primo test di Nostrano del Brenta con tabacco Nicaragua risale esattamente a due anni fa, quando chi vi scrive guidò due panel di degustazione per la definizione del sigaro che avrebbe dovuto chiamarsi Ponente, pensato in collaborazione con il Cigar Club Apuano, rispetto al quale, poi, per motivi non legati ad aspetti produttivi, non ci fu finalizzazione (seguite qui gli articoli in merito alla prima e seconda fase selettiva, e allo stop del progetto).
Il prodotto uscito sul mercato, va sottolineato, non è quello pensato all'epoca. Corretto, da parte dell'azienda, aver ripensato da zero la produzione, nonostante lo stop al vecchio progetto sia stato causato non da volontà aziendali ma da fattori esterni.
Il Prodotto uscito sul mercato un mesetto fa, come anticipato, "cresce" in termini di intensità ed estrinseca aromi nuovi, rispetto al resto della produzione NdB. Le foglie da fascia subiscono una doppia fermentazione (pre e post rollatura), visibile anche dalla maggiore marezzatura della foglia esterna, rispetto ad altri prodotti della gamma. Il ripieno è composto da foglie di Nostrano apicali, invecchiate da 3 a 5 anni, che già conferiscono maggior corpo alla fumata, e da un 25% di tabacco nicaraguense, che intarsia nella paletta gusto-olfattiva note di legni pregiati, spezie e terra, avvertibili in parte a crudo e in maggior proporzione in fumata. Compaiono a tratti note balsamiche, avvertibili seppur in maniera diversa, solamente nel sestiere, per quanto riguarda il resto della gamma nostrano. La forza Media in ingresso progredisce verso il medio intenso sul finale, alle note iniziali si aggiungono cacao e caffè, con lievi nouances di frutta secca e pepe. La paletta gustativa intensifica l'amaro, rispetto alla media del brand, che però non risulta mai dominante, permane la nota dolce, verso l'ultimo terzo compaiono anche sensazioni piccanti.
Ad avviso di chi vi scrive, dopo il sestiere, si tratta del "must" da avere assolutamente, per chi ama questo marchio, sicuramente una innovazione, come lo fu il sestiere stesso, che amplia significativamente il range organolettico. Il rapporto Qualità/Prezzo è ragionevole, anche se un po' meno vantaggioso rispetto al sestiere.
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