Il pomeriggio uggioso, nel letto di un ospedale, mi permette di prendermi un po' di tempo per me, e per riflettere su molte cose. Tranquilli, sto bene, non vi libererete di me tanto facilmente. Dopo aver pensato per ore ai grandi sitemi che governano il mondo e l'universo, penso che sono ben sei giorni che non fumo. Anzi, sei giorni che non mi ritaglio del tempo per potermi godere uno dei miei amati Avana. E mi interrogo, mi chiedo se sia la mancanza della nicotina, o se sia semplicemente voglia di tenere quelle foglie, dolcemente arrotale, tra le mie dita, avvolgerle con le labbra, ed espirare volute blu. Credo la seconda, quasi senza ombra di dubbio. La gestualità, per noi fumatori, é essenziale. Indispensabile. Pensati fumare un sigaro sorretto da dita altrui, sempre. O di assaporare il fumo non dalla testa di esso, ma da un bicchiere o da una cannuccia. Rabbrividisco al solo pensiero, e non credo sia per la finestra della stanza aperta. La voglia di sprofondare in poltrona, osservare la cenere che aumenta di volume, sentire il braciere che aggredisce le foglie, portandole alla dolce morte. Solo scrivere queste parole, mi allieta un po' l'animo, per un secondo mi pare di fumare davvero. La gestualità. È di questo che volevo parlarvi. Sapete che dalla mia "penna" non usciranno
recensioni, se non emozionali. Sapete che io vi immagino seduti, tutti, di fronte a me, e immagino di condividere i pensieri di questa mente tanto giovane quanto malata, con voi, chiacchierando spensieratamente, accompagnati da un buon Whisky. Vecchio. Single Malt. La gestualità per noi è fondamentale. La gestualità ci contraddistingue, ci rende unici, nel nostro momento di relax. La ritualità con cui ognuno di noi ripete gli stessi gesti. Per ogni sigaro, diventa quasi sacra. Non voglio che nessuno mi accenda il sigaro, lo intesti per me. Nessuno lo deve avere, nessuno deve trarre piacere dal MIO sigaro, oltre a me. Per noi fumatori, per noi appassionati e malati di questo mondo, il sigaro è sacro. Il fumo è sacro. Non accenderei mai il mio sigaro, senza un motivo, o sapendo di non aver il tempo per gustarlo fino all'ultimo puff. Vi sto annoiando, lo so. Ma condetermino questo poche righe di svago. Sento solo "bip" di misuratori, anziani che urlano i nomi dei 15 nipoti. Voi, amici, siete la mia compagnia, immaginaria come il Dalia che vorrei assaporare, ma la migliore che posso trovare ora. Parole farneticanti, un po' di tempo ve l'ho fatto perdere. Ma vi devo ringraziare. Siete una cura, una medicina. Siete ciò che ancora tiene puro un mondo corrotto, ciò che incarna lo spirito vero del Comprtir. Vi devo salutare, ora il dottore mi visita e forse riesco a lasciare questo luogo malato per andare a casa, sprofondare sul divano, e fumare. Morirò, ma a modo mio.
recensioni, se non emozionali. Sapete che io vi immagino seduti, tutti, di fronte a me, e immagino di condividere i pensieri di questa mente tanto giovane quanto malata, con voi, chiacchierando spensieratamente, accompagnati da un buon Whisky. Vecchio. Single Malt. La gestualità per noi è fondamentale. La gestualità ci contraddistingue, ci rende unici, nel nostro momento di relax. La ritualità con cui ognuno di noi ripete gli stessi gesti. Per ogni sigaro, diventa quasi sacra. Non voglio che nessuno mi accenda il sigaro, lo intesti per me. Nessuno lo deve avere, nessuno deve trarre piacere dal MIO sigaro, oltre a me. Per noi fumatori, per noi appassionati e malati di questo mondo, il sigaro è sacro. Il fumo è sacro. Non accenderei mai il mio sigaro, senza un motivo, o sapendo di non aver il tempo per gustarlo fino all'ultimo puff. Vi sto annoiando, lo so. Ma condetermino questo poche righe di svago. Sento solo "bip" di misuratori, anziani che urlano i nomi dei 15 nipoti. Voi, amici, siete la mia compagnia, immaginaria come il Dalia che vorrei assaporare, ma la migliore che posso trovare ora. Parole farneticanti, un po' di tempo ve l'ho fatto perdere. Ma vi devo ringraziare. Siete una cura, una medicina. Siete ciò che ancora tiene puro un mondo corrotto, ciò che incarna lo spirito vero del Comprtir. Vi devo salutare, ora il dottore mi visita e forse riesco a lasciare questo luogo malato per andare a casa, sprofondare sul divano, e fumare. Morirò, ma a modo mio.
Cordialmente, e fumosamente,
Il Vostro Bendaz.
Ciao Bendata, intanto spero che tu stia meglio, poi volevo farti i complimenti x questa tua riflessione, molto bella e delicata, buona ripresa.
RispondiEliminaClaudio