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Robusto Don Ibarra |
Le tre, anzi, diciamo pure quattro, serate del tour Ibarra-CTS, hanno portato per la prima volta in giro per l'Italia i sigari della Tabacalera Ibarra, assieme a quelli della Compagnia Toscana Sigari (Mastro Tornabuoni Long Filler), che oltre ad essere produttrice di Mastro Tornabuoni ed altri marchi che vedremo presto sul mercato, importerà i Don Ibarra in esclusiva per il nostro paese.
Quattro serate, perchè oltre alle tre date ufficiali del Tour (Ravenna, Palermo e Massa, rispettivamente il 30 settembre, 1 e 2 ottobre), si è aggiunta una serata informale presso il club di Sansepolcro "toscano del tornabuoni", approfittando della presenza di Robert Ibarra, che è arrivato in Italia la sera prima della partenza del tour ufficiale.
Cigar Blog ha accompagnato le tre serate ufficiali, che sono nate "attorno" all'evento di Palermo, che coincideva col primo raduno regionale di appassionati, ed in cui, da parte degli organizzatori, la scelta di una doppia degustazione sigaro italiano e caraibico è caduta su CTS-Don Ibarra. Ovviamente, data la presenza di Robert in Italia, si è deciso di sfruttare il suo viaggio nel nostro paese per incontrare anche altri appassionati della penisola.
A titolo personale, devo ringraziare davvero tutti, dal primo all'ultimo, i ragazzi di Ravenna (Club romagna), Palermo (diversi gruppi di appassionati siciliani) e Massa (Cigar Club Apuano) che hanno organizzato gli eventi alla
perfezione, rendendo piacevole il nostro soggiorno nelle diverse location del tour.
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Piantagioni di Federico Marino a Cerda |
In particolare in Sicilia, abbiamo avuto il piacere di visitare a Cerda le piantagioni di Federico Marino, che ha riportato dopo diversi decenni, con coraggio e passione, la tabacchicoltura in terra Siciliana. Il progetto è ovviamente agli albori, ma abbiamo potuto vedere piante che, da agronomo, non mi aspettavo di vedere così rigogliose e produttive in un contesto di clima e terreno come quello Siciliano, o almeno non a due anni dalla prima sperimentazione. Un plauso quindi a Federico, e al suo entourage, per il coraggio, la dedizione e la passione nel portare avanti questa iniziativa.
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L'evento di Ravenna |
Ma veniamo ai prodotti Don Ibarra, durante il "prequel" a Sansepolcro sono stati fumati i Bad Toro (155x60), a Ravenna sono stati degustati i Robustos (124x52) mentre negli altri due eventi dei Torpedo (155x52), questi ultimi non saranno importati in italia, ma avremo il Petit Belicoso con la stessa liga (124x52, figurado), e sarà inoltre disponibile il trabuco (110x38) per le fumate più veloci.
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"pre tour" a
Sansepolcro |
Non conosco i feedback della serata di Sansepolcro perchè non ero presente, ma ho raccolto le impressioni dei fumatori alle altre tre serate. Fermo restando che nessuno dei sigari era al top delle proprie potenzialità, poichè di recente avevano subìto una serie di spostamenti, anche climatici oltre che spaziali, non indifferenti (in 20 giorni, Santo Domingo-Spagna-Germania-Italia), il responso di Ravenna è stato, credo unanimemente positivo, mentre nelle altre due serate, anche a causa della forte umidità, i sigari tendevano a spegnersi spesso, e quindi a diventare più amari del dovuto. Ciò nonostante, molti hanno apprezzato la liga e la capacità di evoluzione dei sigari in genere, che sono ben distanti dal dominicano "canonico" nella mente del fumatore di puros. Si tratta infatti di sigari relativamente forti, con una evoluzione ben presente e una buona costruzione e tiraggio, (su più di 150 sigari distribuiti solo uno aveva un problema di scarso riempimento).
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Durante la tappa Siciliana |
Molte delle domande hanno riguardato la storia del marchio, le condizioni attuali di manifattura, e il blend dei sigari, riproponiamo quindi anche ai lettori del nostro blog i punti salienti.
Robert Ibarra è un produttore di sigari di terza generazione, i suoi nonni, emigranti spagnoli verso cuba, hanno creato una manifattura tabacchi sulla Isla Grande in epoca pre-Castro; Robert nasce a Cuba, e vi resta fino ai 15 anni, nel frattempo la rivoluzione statalizza tutte le attività produttive, inclusa quella della Famiglia Ibarra, e i nonni restano per un periodo alle dipendenze dello stato cubano, mentre Robert si trasferisce negli Stati Uniti con il suo nucleo famigliare. Pochi anni dopo i nonni emigrano in Repubblica Dominicana, dove costruiscono prima una, poi due manifatture di sigari. 15 anni fa Robert prende il controllo della Tabacalera Ibarra & Hijos, che produce oggi oltre 1 milione di sigari premium fatti a mano, in una delle due manifatture, e più di 4 milioni di sigari medium e short filler nell'altra fabbrica di famiglia.
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A Massa (club Apuano) |
Il blend dei Don Ibarra che saranno importati in italia, è composto da tabacchi di 3 paesi diversi, ma tutta la semilla utilizzata per la produzione è di derivazione avanense. La liga si compone infatti di una foglia di fascia Ecuador Habano, il capote e una foglia di ripieno sono di varietà Habana coltivate in Repubblica Dominicana, mentre il resto della tripa è composto da una foglia di Piloto Cubano, sempre dominicana, e il ligero è nicaraguense di varietà Habana.
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In Piantagione con Federico Marino |
Secondo Robert, la liga e la caratteristica costruttiva dovrebbero richiamare più da vicino il sigaro cubano, invece del nicaraguense. Inoltre, la filosofia aziendale è quella di differenziare i blend a seconda del mercato di riferimento. Dai dati ti mercato si evidenzia come quello statunitense sia più avvezzo a sigari forti, anche se meno fini organoletticamente, mentre quello europeo sia più attento alla qualità complessiva della fumata e non dedito esclusivamente alla "forza bruta".
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Serata a Massa |
La produzione è organizzata dal seme alla scatola con il controllo diretto o indiretto della tabacalera, esiste infatti un pool di agronomi che seguono le piantagioni (l'azienda non ha terreni propri ma seleziona le aziende in base al risultato richiesto e sovvenziona economicamente le produzioni stesse), il tabacco viene fermentato in prima battuta nelle zone di produzione, poi conferito alla tabacalera, dove si opera una seconda fermentazione più o meno lunga, ed infine il tabacco sosta in Pacas, per almeno 3 anni complessivi (tra il tempo di fermentazione e lo stoccaggio pre-rollatura) prima di essere avviato alla rollatura dei prodotti.
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Torpedo Don Ibarra |
Volutamente, non diamo in questa sede troppi dettagli organolettici sui prodotti, sia per via del fatto che, come abbiamo detto, non erano al top delle loro potenzialità, ma soprattutto perchè, come di consueto, per una valutazione del prodotto attendiamo di acquistare dal tabaccaio i sigari, per avere una situazione di fumata analoga a quella degli aficionados che seguono il blog.
I sigari saranno disponibili a breve sul mercato, superato lo scoglio della registrazione a monopolio e del "nuovo" EU-CEG" che descriveremo tra pochi giorni sul blog, se tutto va bene dovrebbero essere in tabaccheria attorno al periodo natalizio.
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Scappatella alimentare :-) |
Infine, ulteriori ringraziamenti al Food Blogger Maurizio Artusi, del blog enogastronomico siciliano
www.cucinartusi.it, al quale abbiamo rilasciato alcune interviste, e con cui esploreremo una possibile collaborazione per gli abbinamenti Fum-eno-gastronomici, e dal quale abbiamo preso in prestito alcune delle immagini che vedete sopra. E uno speciale ringraziamento extra evento ai ragazzi Siciliani per le scappatelle gastronomiche a suon di cannoli e pane ca meusa :-) !!
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