In quell'articolo si parla, appunto, di tagli e fasi, e non di tercios (o terzi), come invece siamo abituati a leggere nelle recensioni, anche in questo blog. Ma quindi i blogger e i giornali di settore hanno sempre sbagliato? oppure l'approccio di Peraino è totalmente campato in aria? In realtà, nessuno dei due approcci è errato, e l'approccio descritto con tagli multipli (su parejos) e due fasi anzichè tre tercios, ha piena ragion d'essere e solide basi tecniche che andremo a descrivere in questo articolo. La degustazione per tercios è altresì utile per altri aspetti di cui parleremo, e soprattutto le due "tecniche" non si escludono a vicenda.
L'approccio descritto su Sigariavana prevede tre tagli (attenzione, stiamo parlando di tutti i sigari, non solo i figurado, dove fare più di un taglio è abbastanza frequente) e due fasi principali di fumata.
Il primo taglio, secondo la tecnica descritta da Peraino, deve essere
minimale, poco più di un forellino praticato con uno stuzzicadenti (esistono anche appositi strumenti che vedete nella prima foto in alto), e ci deve "bastare" per i primi 1-2 centimetri dall'accensione, si procede poi con un secondo taglio di diametro maggiore, che può essere fatto semplicemente allargando il foro iniziale, o con un puncher, ed infine, se necessario, si procede con il taglio a ghigliottina o comunque con un puncher di dimensioni più generose.
Primo foro del sigaro pre-accensione, durante la fumata guidata da Peraino (immagine di Sigariavana.it) |
Tutti sappiamo che la fase di accensione deve essere delicata, e graduale per evitare di tostare il tabacco oltre l'immediata superficie del piede, e per non surriscaldare il sigaro in questa fase, cruciale per una buona fumata. Il principio del foro piccolo è facilmente spiegabile con un esempio che esula dal mondo del sigaro: se abbiamo una botte di diametro generoso, con un rubinetto alla base, ed apriamo quel rubinetto al massimo della sua portata, vedremo scorrere l'acqua dal rubinetto in maniera veloce, ma il livello del liquido nella botte calerà molto lentamente. Per lo stesso principio, con un foro piccolo, anche se tiriamo più del dovuto, non riusciremo mai a surriscaldare il braciere, poichè il diametro del foro non ci permette di avere una portata di tiraggio tale da "danneggiare" o surriscaldare un diametro più generoso come quello del piede. Inoltre, la funzione secondaria, che è valida a livello della lingua, è quella di concentrare il fumo in un foro di uscita più piccolo del braciere, concentrandolo, e rendendo quindi alcuni sapori più percettibili, ma questo esula dallo scopo primario di questa procedura di taglio multiplo.
Venendo alle fasi, Sigariavana definisce sostanzialmente due momenti: l'accensione, con le attenzioni e i tagli minimali appena descritti, e la fumata, ovvero tutto ciò che è successivo ai primi 1-2 centimetri, in cui l'attenzione deve essere focalizzata sul "trattare bene" il sigaro per non inficiare il resto della fumata. E anche su questo approccio chi vi scrive è d'accordo, infatti non esiste, all'atto pratico una divisione netta in terzi, ma la fumata è un percorso continuo con variazioni graduali, in cui possiamo individuare continui cambiamenti, dovuti a diversi fattori legati alla qualità del sigaro, dei tabacchi usati, della costruzione etc. Per altro quando parliamo di formati eterogenei anche lo stesso concetto di tercios è a volte eccessivo e a volte riduttivo. In un lancero ad esempio possiamo individuare differenze sostanziali in corso di fumata che non possono ridursi solamente a tre fasi, mentre in uno short robusto probabilmente le 3 fasi sono addirittura eccessive.
Il concetto di prestare attenzione all'accensione prima, e alla fumata nel suo complesso poi, è pienamente condivisibile, e per altro non esclude di procedere con un approccio più analitico che include anche i "canonici" terzi, o almeno alcune fasi selienti della fumata.
I due approcci, quindi, sono per ragioni diverse entrambi validi, ma soprattutto sono integrabili, è possibile infatti procedere per tagli e due fasi nella fumata e nella valutazione complessiva, e, ad intervalli regolari annotarsi le caratteristiche dei "tercios", in modo da valutare sia in maniera globale che cronologica la fumata stessa.
Permettetemi un ultima osservazione, che esula dal contenuto specifico, ed è di carattere più generale: la crescita di questo mondo passa per lo scambio culturale, che permette di fissare i concetti e le informazioni utili, e di "crescere" tutti assieme, aggiungendo nuove nozioni tecniche a beneficio di tutti. In questo contesto la qualità dei contenuti va sempre premiata, e divulgata, da tutti. Nel caso di specie ad esempio, i principi alla base dell'approccio descritto da Sigariavana erano conosciuti (la necessità di una lenta accensione, il foro più piccolo del braciere, la dinamicità della fumata che va oltre i tercios), ma nessuno li aveva mai descritti pubblicamente come approccio generale di fumata. Ora abbiamo un piccolo ma importante tassello in più che ci permette, se lo vogliamo, di fruire dei nostri sigari (soprattutto vintage, ma non solo) in maniera migliore, e da cui partire per affinare anche la degustazione tecnica per chi fa recensioni o descrizioni di puros.
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