bruciatura della sola venatura. |
Vi ricordiamo che da pochi giorni Douglas, oltre al sito che trovate linkato a lato della pagina, ha aperto una pagina fan su facebook, che trovate qui.
Abbiamo parlato di recente dei parametri di umidità cui dovrebbe essere conservato il kentucky di qualità, poichè è noto tra i fumatori di sigari italiani che, pur essendo più appagante per il palato, il kentucky di alta gamma, untuoso e ricco di venature evidenti, è anche quello che mediamente manifesta più problemi in fase di combustione.
Non è
infrequente infatti che si manifestino bracieri irregolari, foglie esterne che
tendono ad aprirsi sotto l’incurvatura delle venature, che bruciano a velocità
diversa rispetto al lembo fogliare della fascia.
Un primo
importante passo verso il miglioramento della fumata, è quindi quello che
abbiamo descritto nel post già menzionato in apertura, ma non tutti hanno la possibilità di avere humidor differenziati con umidità diverse, per i diversi prodotti. Inoltre, non sempre è possibile programmare le fumate con largo anticipo, potrebbe quindi capitare di trovarsi ad aver voglia di fumare un buon sigaro italiano, che però si trova in condizioni di umidità eccessiva, o comunque non ottimale.
abbiamo descritto nel post già menzionato in apertura, ma non tutti hanno la possibilità di avere humidor differenziati con umidità diverse, per i diversi prodotti. Inoltre, non sempre è possibile programmare le fumate con largo anticipo, potrebbe quindi capitare di trovarsi ad aver voglia di fumare un buon sigaro italiano, che però si trova in condizioni di umidità eccessiva, o comunque non ottimale.
Assumendo
una conservazione a parametri “canonici”, ed in particolare con una umidità
compresa tra il 65 ed il 70%, ottimale per l’aging del kentucky di qualità, ma
penalizzante per la fumata, esistono alcuni accorgimenti che possono ridurre i
problemi di combustione, e anche in parte di tiraggio.
Cominciamo
con una pratica che tutti abbiamo visto fare da qualche fumatore di sigaro, ma
che quasi sempre viene utilizzata erroneamente, ovvero il preriscaldamento del
corpo con la fiamma (rigorosamente non jet flame) dell’accendino o del fiammifero.
Capita di tanto in tanto di vedere qualcuno che preriscalda un caraibico, ed in
questo caso si tratta di un errore, poichè nei sigari con fascia e sottofascia
(quindi anche un Nostrano del Brenta), il preriscaldamento può portare ad una
dilatazione disomogenea delle due foglie esterne, facendo crepare la foglia di
fascia. Questa pratica richiede cautela
ed esperienza, anche se aplicata ai sigari di kentucky, non bisogna infatti
annerire il sigaro, ne surriscaldarlo, ma ci si deve limitare a passaggi veloci
con l’accendino in senso longitudinale, ruotando regolarmente il sigaro, lo
scopo è quello di intiepidire leggermente il prodotto, causando una leggera
evaporazione, ma soprattutto evitando in fase iniziale della fumata la
formazione di condenza all’interno del cannone.
il secondo
accorgimento, consigliato da quasi tutti i produttori che rientrano nell’alta
gamma del sigaro, è quello di un lento riscaldamento del piede, in fase di
accensione. Per sigari di diametro generoso come il Nerone, l’accensione può
durare anche due minuti. Lo scopo è quello di far partire la fumata con un
braciere quanto più uniforme possibile, e, come nel caso precedente, riscaldare
leggermente anche l’interno del cannone, evitando la formazione di condensa
nella fase iniziale. Anche in questo caso è consigliabile, dove possibile,
l’utilizzo di una fiamma “dolce” evitando accendini a fiamma rigida.
Terzo ed
ultimo passaggio, da dottarsi in corso di fumata, specialmente se ci sono
venature evidenti che ritardano la combustione, rendendo necessarie ripetute
correzioni al braciere, è quello della precarbonizzazione della venatura.
Sappiamo che un braciere inclinato inficia la qualità della fumata, e anche le
correzioni ripetute, tendono ad amaricare il gusto del fumo. Se la causa dello
sbilanciamento del braciere è una evidente venatura quindi, possiamo agire
preventivamente, bruciando la sola venatura, e lasciando intatto il lembo
fogliare (vedi foto). Anche questa pratica richiede una certa esperienza, vi consigliamo
quindi di fare prima alcuni tentativi con sigari non troppo costosi. La
venatura si brucia per induzione, mettendo il sigaro in posizione verticale, ed
avvicinando la fiamma, in modo che questa sia parallela al sigaro stesso,
quando la fiamma sarà sufficientemente vicina (ma mai attaccata), la venatura
comincierà ad annerire, a questo punto è possibile scorrere la fiamma (sempre
alla stessa distanza) lungo la venatura, fino a quando questa non sarà
adeguatamente annerita. Fatto ciò vi accorgerete che il braciere si sbilancerà
molto meno di prima. Fate però attenzione a non annerire il lembo fogliare,
altrimenti rischiate di ottenere l’effetto opposto (il sigaro bricerà più
rapidamente sul lato in cui prima briuciava più piano) .
vi lasciamo al video esplicativo di douglas.
vi lasciamo al video esplicativo di douglas.
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