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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

13 ottobre 2015

Intorno ai filtri da pipa

Pipa con filtro da 9 mm
Perché un articolo sui filtri per pipa? Su qualcosa di cui un purista non vuol sentir parlare? Per qualcuno il filtro evoca un modo di fumare che con la pipa e il piacere del tabacco hanno poca pertinenza, riconducendolo più alla sigaretta che ad altro, in una sempre più invadente e violenta questione salutista. Ritengo tuttavia che sia il caso di fare chiarezza sull'uso, sulla funzione e sulla tipologia dei filtri usati nelle pipe anche per prendere le distanze con maggiore cognizione di causa e forse anche per capire che in alcuni casi, l'uso del filtro è funzionale a certe esigenze. 
Molti pipatori sono ormai educati alla tendenza di non usare il filtro, convinti che sia un orpello inutile oltre che inefficace. Da sempre infatti, molti di coloro che iniziano a fumare la pipa, da più parti leggono o si sentono suggerire di doversi liberare del filtro alloggiato nelle loro Brebbia o Savinelli, marchi che notoriamente ne fanno non solo un uso ma addirittura un elemento distintivo del prodotto. Infatti Savinelli da tempo ha ormai brevettato un sistema con filtro di balsa che è chiamato appunto “balsa system”.

Ma a questo punto sorge una domanda : perché dovremmo liberarci di una cosa che viene prodotta evidentemente con un determinato obiettivo?

Probabilmente perché quell'obiettivo è disatteso o non accolto secondo le nostre abitudini e il nostro modo di fumare; fuggiamo dal filtro come un malato cronico fugge dall'illusione di guarigione. E l'illusione, in questo caso, è una fantomatica proprietà del filtro di trattenere sostanze tossiche presenti nel tabacco e di limitare l'assunzione di nicotina. Non c'è alcun fondamento scientifico che dimostri quanto detto e così abbandoniamo il sogno di poter affidare la tutela della nostra salute di pipatori a un piccolo inserto infilato tra il cannello e il bocchino. Eppure questo “inserto” ha fatto la fortuna industriale di aziende come Savinelli e Brebbia soprattutto nel mercato tedesco a cominciare dagli anni 70, anche se ora il mercato è oggi certamente più contratto per i motivi che sappiamo. Si può anzi dire, quasi per iperbole, che per alcuni fumatori tedeschi, la pipa sia un supporto al filtro; non è ammissibile per il fumatore tedesco medio poterne fare a meno.

Ed è proprio in questa consuetudine e in questa tradizione che possiamo individuare il segreto e il motivo dell'uso del filtro nella pipa.
Svanita, infatti, l'illusione di una funzione sciamanica, rimane da intercettare, tuttavia, una utilità concreta del filtro che non può essere assolutamente considerata velleitaria se rapportata a certe abitudini soprattutto teutoniche che non latine.
E' nota infatti la tendenza in Germania (dove si fuma la pipa molto più che da noi) di fumare tabacchi eccessivamente aromatizzati al fine soprattutto non di “colorire” il gusto del tabacco, come spesso si ritiene, ma piuttosto di rendere gradevole l'ambiente. Ora, senza entrare nel merito, l'aromatizzante compromette le qualità organolettiche del tabacco; questo aspetto non è ignorato dal fumatore tedesco che non è più stupido di noi perchè fuma tabacchi eccessivamente conciati. Il tedesco vuole un tabacco che sia gradevole all'ambiente senza però comprometterne eccessivamente il gusto e senza pregiudicare la garanzia di qualità di una fumata asciutta che, come si può immaginare, in questi trinciati molto carichi è certamente inevasa. Ed è su questo aspetto che entra in scena la funzione del filtro. Valutando certi trinciati tedeschi, che noi italiani non ci sogneremmo nemmeno di annusare, se ne comprende meglio l'importanza.

Un fumatore di pipa nostrano, sufficientemente esperto e avvertito sa che una buona pipa con radica stagionata quanto serve (ne parleremo in un altro articolo) è in grado di assorbire l'umidità presente in quantità accettabile nella maggior parte dei trinciati da noi fumati. In altre parole è il legno a far da filtro; questo spiega, tra le altre cose, l'attenzione che fumatori e produttori rivolgono alla stagionatura della radica. Teniamo anche conto che, in tal senso, i tedeschi non sono così raffinati e attenti. C'è anche da dire che tabacchi molto carichi e umidi tendono a far aumentare la temperatura interna al fornello della pipa. Non è un caso che molte pipe bruciate che arrivano al tavolo del riparatore sono pipe di tedeschi che hanno, oltretutto, tecniche di fumata discutibili (basti vedere alcuni video su youtube per rendersene conto).

Detto questo torniamo al nostro filtro e a come interviene nella fumata.

Innertube
Dissipiamo subito un dubbio: gli inserti metallici che troviamo in alcune pipe soprattutto francesi e inglesi non sono filtri, dovendo rimanere fedeli al significato della parola. Il metallo non filtra; al massimo può raffreddare creando condensa. L'inserto in metallo più conosciuto è l'innertube caratteristico di Dunhill, ma lo troviamo anche in altre vecchie pipe. La sua funzione, originariamente, era quella di evitare il contatto del fumo con il cannello che drasticamente si sporcava e si otturava; con l'avvento dello scovolino la funzione di questo tubetto è venuta meno. Il motivo per cui ancora oggi viene inserito nelle Dunhill nuove è più legato a un fatto di marchio che non a una reale funzione, sebbene qualche fumatore fumi la sua dunhill con l'innertube. 
Ci sono altri inserti metallici; in particolare cito quello con una sferetta in sommità usato da aziende francesi come chacom. Probabilmente l'uso di questi inserti era quello di evitare che frammenti di tabacco si infilassero nel cannello.
Fatta questa precisazione analizziamo le due tipologie di filtro più note e per certi aspetti più efficaci offerte dal mercato.

Filtri di Balsa
Filtri in balsa nella presentazione di Savinelli
Il legno di balsa, all'anagrafe scientifica Ochroma pyramidale, è un legno diffuso in America Centrale ed è usato soprattutto nel modellismo. Per i filtri delle pipe viene sfruttata una varietà molto morbida e porosa. Il sistema più famoso che si avvale di questo legno è soprattutto il balsa system di Savinelli. A detta dell'azienda questo materiale dovrebbe assorbire l'umidità e l'acquerugiola che si crea durante la combustione del tabacco. Questo è vero in parte, ossia se si rispetta un criterio cadenzato e ritmato delle fumate. Diversamente il filtro diventa addirittura controproducente perché un fumo caldo corrompe e modifica la struttura porosa del legno impedendo al filtro di funzionare come dovrebbe. Se la pipa è fumata in maniera lenta, il filtro assorbe sufficientemente l'umidità facendo ottenere una fumata più “pulita”, e più asciutta. Il gusto del tabacco non ne è sostanzialmente compromesso; tuttavia si deve precisare, che il filtro funziona quando è nuovo. Dopo un paio di fumate va sostituto altrimenti si rischia di ottenere effetti contrari. La fumata diventa disgustosa e amara oltre che umida.
Personalmente non ritengo disdicevole l'uso del filtro di balsa soprattutto per alcuni tabacchi molto umidi e per fumatori alle prime armi che però, come si è detto, non sono assolutamente esonerati da una attenzione al ritmo delle fumate, anzi si può ben dire che nelle giuste combinazioni con tecniche adeguate, il filtro aiuti a imparare a fumare.

Considerazioni: non ha alcun senso, che un fumatore esperto lo continui a usare abitualmente perché si ritiene che le problematiche su cui il filtro di balsa interviene, siano da lui risolte ed è il caso di sostituire il filtro con un adattatore essendo il perno predisposto con un foro da 6 e 9 mm; senza filtro si crea una camera di condensa. Tuttavia a conclusione di opportune prove e verifiche, nell'uso di tabacchi piuttosto umidi, ho notato che se una pipa caricata con tabacchi aromatizzati, è lasciata spenta per qualche minuto, la ripresa della fumata è meno umida poiché il filtro di balsa ha trattenuto l'umidità e la condensa. Questo a prova del fatto che una funzione del filtro in balsa ha certamente il suo valore concreto. E' auspicabile tuttavia che se ne possa fare a meno nel momento in cui si è acquisita una tecnica che ci permetta di liberarcene.


Il balsa system ha un antenato che citiamo per completezza storica che è il sistema termostatico di Crosby, un brevetto risalente al 1958. Bing Crosby, come è noto, è stato un cantante statunitense, accanito fumatore di pipa attento però
a che la sua voce non venisse compromessa. Quindi commissionò alla ditta Rossi di Barasso un sistema che la preservasse. Il sistema è molto articolato e consiste in questo: una pipa con un cannello bucherellato ( 15 fori ai lati) all'interno del quale si inserisce, per tutta la lunghezza del cannello stesso un filtro in balsa. In questo modo si riteneva di coniugare il raffreddamento del fumo dovuto all'areazione dei fori, con l'assorbimento dell'umidità. Evidentemente il sistema non funzionò come la Rossi si aspettava visto che ne parliamo come di un reperto storico.

Filtro ai carboni attivi
Il filtro ai carboni attivi è di concezione più evoluta rispetto a quello di balsa perchè non si limita ad assorbire ma ha un potere “adsorbente”. Il carbone attivo è un composto amorfo che ha la proprietà di trattenere e bloccare (adsorbire) delle sostanze. Data questa proprietà, tale filtro è quello che più si presta a una purificazione del fumo dalle sostanze aromatizzanti rendendolo più pulito e permettendo a fumatore di gustare un tabacco diverso da come si presenterebbe non filtrato. Anche in questo caso, alla prova dei fatti, alcuni tabacchi come l'Amphora black cavendish o il black ambrosia della Mac Baren risultano più raffinati, liberi dalle sostanze dolciastre che impastano la bocca.
Filtro ai carboni attivi da 9 mm
Si nota una evidente trasformazione e un netto cambiamento del tabacco che perde quella invadenza molto fastidiosa e insopportabile, credo, per tutti. Tabacchi a base di cavendish molto unti e carichi, certamente beneficiano dell'apporto di questo filtro. Lo si sconsiglia imperativamente su miscele a base di orientali e miscele inglesi in generale proprio perché trattenendo delle sostanze aromatizzanti si rischia di modificare in maniera drastica il gusto di queste miscele che non hanno bisogno di alcun correttivo. Se si vuol fumare con il filtro una miscela inglese si suggerisce il filtro in balsa che si limita a trattenere l'umidità. In linea generale, è bene non usare il filtro ai carboni attivi per tutti quei tabacchi studiati per dare quel gusto specifico in fumata.
Da quanto detto si evince come il filtro ai carboni attivi sia probabilmente il più diffuso e certamente il più efficace tra i fumatori tedeschi, per i motivi che abbiamo detto in precedenza.
Anche questo filtro deve essere cambiato dopo qualche fumata perché il potere adsorbente del carbone si esaurisce. Questo filtro è cilindrico ed è offerto a un diametro di 9 mm, il che condiziona molto l'estetica dei cannelli di molte pipe.

Altri filtri meno diffusi sono:

filtri in schiuma che hanno una funzione simile a quelli in balsa e ormai quasi introvabili
filtri in carta da 3 mm che impediscono a eventuali frammenti di tabacco di passare.

E' inevitabile che l'uso diffuso del filtro in Germania e l'importanza del mercato teutonico per le poche industrie rimaste abbia condizionato tutta l'intera produzione portando svantaggi al ben più ristretto mercato italiano che predilige pipe senza filtro. Oggi vi è una maggiore consapevolezza di questa diversificazione sebbene alcune aziende (penso in particolar modo a Savinelli) preferiscano far mettere un adattatore.

Conclusioni: Si è voluto dare un quadro, si spera, esauriente intorno ai filtri da pipa e al loro funzionamento con la consapevolezza che un buon tabacco non ha bisogno di alcun espediente per essere fumato da chi sa fumare. Tuttavia, nei limiti e nei casi che abbiamo descritto se ne può tollerare l'apporto e l'aiuto.

Nel prossimo articolo parleremo dei prezzi delle pipe e del motivo per cui alcune arrivano a toccare cifre piuttosto alte.

Giuseppe Cerbino.

6 commenti:

  1. quindi WolkVagen ha sbagliato a scegleier i filtri dei suoi Diesel

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    1. il nickname è owluca e ho trovato molto interessante la parte sul black cavendish con cui ho un rapporto di amore/odio: proverò con il filtro ai carboni attivi.

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    2. mi ricordo del nick sia su FLP che nei primi anni sul forum CCA!!! :) benvenuto sul blog! seguici ;)

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  2. Informazioni note, ma non sempre e non tutte, a pipatori veterani e meno. A te il merito di averle raccolte e ordinate, e di esserti preso la briga di organizzarle in una bella pagina. Bravo.

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