Oggi vorrei spendere
due parole a proposito di un argomento ostico, che spesso causa mal di pancia e
malumori. Oggi, che piaccia o no, affrontiamo le considerazioni sul rapporto
qualità-prezzo della vasta gamma toscanofila presente nelle nostre tabaccherie.
Più volte ho
specificato che il costo non influenza in modo alcuno il giudizio di un sigaro:
se è economico è sicuramente meglio, ma ciò non va ad aumentare il suo voto nella
redazione di una scheda di degustazione.
E’ ovvio,
però, che a tutti piacerebbe spendere il giusto. E questo non sempre succede. Sono tanti i
fattori che entrano in gioco e che riguardano il prezzo.
Innanzitutto, una questione di necessità, come verrebbe logico pensare, del tipo che se un sigaro costa tanto, lo devo pagare tanto, e questo è imprescindibile. Ma quel numerino che ci dice di quanto dobbiamo alleggerire il portafoglio è estremamente più subdolo: quante volte ci è successo di preferire un sigaro piuttosto che un altro perché più danaroso?
Spesso mi è
capitato, ad esempio, di trovare amanti del toscano che non si spiegassero il
costo del Millennium. In realtà molti di loro, psicologicamente, stavano
facendo un altro sforzo: non si domandavano se il costo fosse giustificato,
quanto provavano a raccapezzarsi per trovare un cavillo, una sfumatura che
oggettivasse un’entità sovrannaturale quale il prezzo stesso. Se il sigaro
costa tanto, allora deve per forza essere buonissimo. Non è così. Ci sono
quelli scarsi che costano parecchio, così come si trovano ottimi esemplari
economici. E poi ci sono quelli che non deludono le aspettative, per cui il
loro prezzo, nel bene e nel male, trova responso nella qualità del prodotto.
Sta di fatto
che, almeno per quello che mi riguarda, il prezzo di tutti (!) i prodotti MST è
eccessivo per la qualità riservata al cliente.
I motivi
sono molteplici: primariamente la bontà del tabacco, che è andata a scemare nel
corso degli anni, arrivando ultimamente ad essere discutibile. In secondo
luogo, la permanenza nei contenitori di fermentazione è troppo veloce, e ciò comunica che MST, dal mio punto di vista, presta poca attenzione ai processi evolutivi nella produzione dei suoi stortignaccoli
e che, all’opposto, vuole lavorarli nel brevissimo per poterli immettere il
prima possibile sul mercato.
Tante
novità, inoltre, hanno creato un velo di mistero, eliminando preziose
informazioni al fruitore, come la descrizione di stagionatura, che non riporta
più il numero di mesi passati sui telai, ma abbozza un periodo di tempo con
diciture standardizzate. Certo è stato introdotto per tutelare maggiormente le Maccaferri
& Co nel caso di lievi differenze con il periodo produttivo certificato. Ma
non posso, forse maliziosamente, pensare che non sia cambiato nulla. Non è impensabile avere dubbi sul reale invecchiamento dei sigari. Sono sensibilmente aumentate, infatti, le scatole con tre Antico
più chiari, e due più scuri (quando va bene). E dimostratemi che questo non sia
un effetto boomerang che va ad aumentare il conflitto con gli aficionados del kentucky.
Antico Toscano |
Avete mai
provato a smembrare un EV o un Pastrengo? Io l’ho fatto, e sono rimasto colpito negativamente. Il tabacco, che non è affatto invitante, sembra quasi tagliato a
forma regolare, esattamente contro la tradizione che lo vorrebbe “natural”. Ma questo
è il meno se raffrontato all'arteria di nervature che si snoda al centro del nostro
toscano, e che gli conferisce quell’amaro gratuito, tendente al fiele.
Checché ne
dica qualcuno, sono da sempre convinto che il miglior rapporto qualità-prezzo
per MST sia detenuto dall'Antico. Poco mi importa che l'EV costi meno e sia
presidio SlowFood, perché per fumare della cellulosa pressata mi basta andare
in cartoleria. L'Antico è più profumato, ha un corpo più vario e persistente, e
nonostante le sue note eccessivamente amare rimane comunque un buon sigaro – in
equilibrio sul filo dell'accettabilità. Questo non significa che sia il miglior
sigaro della gamma bicentenaria, ma i suoi superiori sono tutti sovraquotati.
Al di là dei vari Pastrengo e Antica Tradizione, sigaretti friabili e
monocromatici, dei contemporanei il migliore risulta l’Antica Riserva,
nonostante il pezzo singolo annoveri almeno 70-80 centesimi di troppo. Il 1492
mi manda in bestia, perché dei machine-made è forse quello più pregiato. E
ovviamente un’eccellenza italiana deve anche in questo caso essere servile alle
politiche internazionali, visto che sia la fascia che la tripa sono costituite
da Kentucky nord-americano.
Gli altri sigari fatti a macchina commettono omicidio ogni volta che riportano un prezzo superiore ai 70 centesimi al pezzo, cioè sempre.
Gli altri sigari fatti a macchina commettono omicidio ogni volta che riportano un prezzo superiore ai 70 centesimi al pezzo, cioè sempre.
Degli
hand-made, l'Originale è quello che si comporta meglio, nonostante potrebbe essere
affinato, e non parlo della miscela, quanto della qualità della tripa, che
mostra nervature inqualificabili. Occupa la seconda posizione nella scala per
quanto riguarda MST, ed è estremamente vicino all’Antico (non ovviamente per quanto concerne la qualità, nettamente superiore).
Anche il
Selected è degno di nota, per la sua evoluzione perfetta e un costo tutto
sommato consono. Per il Millennium il prezzo risulta essere eccessivo, caratterizzato
da un ring poco soddisfacente e da una paletta aromatica troppo modesta per un
prodotto di questo calibro.
Ma forse lo
storto col prezzo maggiore in relazione alla sua fattura è il Toscano del
Presidente, troppo leggero, nonostante il tiraggio perfetto. Diciamo che non
offre quello che ci si potrebbe aspettare, gli piace vincere facile, ma è impeccabile
nella sua funzione.
Sul Moro la
questione è aperta. Ottimo sigaro, ben fatto e vario da molti punti di vista.
Ma viene fermentato troppo poco e il prezzo è esorbitante! La scatola intarsiata
è meravigliosa, ma se esistesse un Nerone intero, non sopravvivrebbe paragone
alcuno. Sarebbe nettamente superiore, alla metà dell’importo.
Questo
paragone ci introduce ad un mondo completamente diverso, dove la qualità del sigaro
naviga a livelli paurosamente – si fa per dire – alti. È un mondo 100%
italiano, ma contro le leggi della matematica anche un po’peruviano. Tutti,
estimatori e non, avranno gia capito che si parla di Amazon, una marca di
spicco ma ancora ritenuta d'essai, che continua a stupire il sottoscritto ogni
giorno di più.
Amazon Nerone |
L'Arabesque
è in vetta a tutti i confronti qualità-prezzo dei prodotti italiani. Rosa
aromatica completa, tabacco che rasenta la perfezione, corrispettivo economico accettabile.
Presenta,
però, due difetti: il tiraggio non propriamente aperto – per cui si consiglia
di non stoccarlo in humidor – e la leggera discontinuità produttiva. In seconda
posizione il Nerone, senza dubbio, in quanto a corpo e complessità supera di
molto la media. Parliamo di un sigaro costoso, è vero, ma caratterizzato da un
prezzo inferiore rispetto alle sue enormi potenzialità. Dopo questi due gerarchi
troviamo, almeno nella mia classifica, il Professore, l’Italiano e il Manfredi,
e poi tutti gli altri indietro, più distaccati. L’Oscar al peggior rapporto q/p
lo vince il Traiano, inspiegabilmente esoso e affatto convincente.
Le altre
realtà si devono ancora affermare. Tendenzialmente, MOSI propone sigari molto simili
a MST, solo meno panciuti e più costosi, nonostante un miglior flavour. Il Mastro Tornabuoni, che tanto
ha riscosso successo nel popolo fumatore - specialmente nei delusi dal Toscano
tradizionale – si è rivelato un ottimo compromesso tra un’alta qualità
(comprensiva di certificazione della filiera, tabacco a chilometri zero,
produzione a mano, assenza di additivi) e un costo accettabile. Al momento
permangono i dubbi sulla continuità del prodotto e sulla scorciatura stessa, ma
per essere un prodotto di lancio è già abbastanza così. Risulta senz'altro meglio, in tutti i sensi, il De Amicis Amazon.
In
definitiva, spero che ci si accorga il primo possibile che il prezzo non è solo
la targhetta al di sotto dei ripiani in tabaccheria, ma un elemento disturbatore
delle nostre scelte. In tutti i casi, indirizza il nostro sguardo verso un
soggetto piuttosto che un altro. E non si tratta di nulla di grave, quanto di
un fenomeno che se conosciuto può essere contenuto, e diventare un nostro
alleato.
In un noto
esperimento dell’Università di Stoccolma e di Yale, si scambiava l’etichetta a
due vini, uno da “battaglia” e uno da sommelier, e li si somministrava ad un
pubblico incauto. Il risultato era che il vino migliore era quello, sulla
carta, più costoso.
Non si deve
mai avere paura di esprimere il proprio giudizio, e se un sigaro costoso non ci
entusiasma, non necessariamente siamo noi in difetto.
E adesso che
abbiamo attraversato quest’ampia panoramica, cerchiamo di non nascondere le
nostre preferenze. E soprattutto facciamo in modo di fumare bene, ricordando
sempre che ogni sigaro si merita un quantitativo di denaro in relazione a ciò che offre. Almeno in teoria.
Devo dire di essere sostanzialmente d'accordo, anche se non trovo che l'Italico (che per ora é ancora uno solo) sia simile agli mst, grazie al cielo. Come gli Amazon, vale quello che costa. Fermo il resto.
RispondiEliminaPrima di tutto complimenti per l'articolo. Non mi torna del tutto una frase:
RispondiElimina"Al momento permangono i dubbi sulla continuità del prodotto e sulla scorciatura stessa, ma per essere un prodotto di lancio è già abbastanza così. Risulta senz'altro meglio, in tutti i sensi, il De Amicis Amazon."
Intendi che a tuo avviso il De Amicis sia migliore rispetto al MTB (come effettivamente e' scritto) o per caso manca un "rispetto al" (ad indicare che preferisci il Tornabuoni, come mi sembra di intuire leggendo il pezzo, dove peraltro il De Amicis non e' mai citato)?
Grazie per i complimenti. Non ho parlato prima del De Amicis perché non lo ritenevo necessario. Comunque intendo proprio che il De Amicis sia superiore rispetto a MTB, almeno per quello che mi riguarda.
EliminaSaluti :)