contattaci: cigarblog1@gmail.com
il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

20 luglio 2011

Viaggio in una scatola di sigari

Un buon aficionado ama osservare i particolari, anche perché la natura del fumo lento e dell'esame per scegliere un sigaro quasi impongono la sensibilità per i particolari e per le piccole cose. Un vero e proprio viaggio è costituito dall'esame delle scatole, oggetti, non a caso, di collezionismo per la loro ricchezza estetica e tecnica.

I sigari erano originariamente venduti in pacchi coperti con vesciche di maiale (con un baccello di vaniglia per migliorare l'odore). In seguito, si affermò l'uso di
cassoni, che contenevano fino a 10.000 sigari. Ma, nel 1830, la banca H. Upmann iniziò la spedizione di sigari per i suoi dirigenti a Londra in scatole sigillate di cedro con l'emblema dell'azienda.
Quando la banca decise di innestarsi, su larga scala, nel mercato del sigaro, la scatola di cedro si impose come una forma di packaging per tutti i marchi più importanti dell'Avana e tutti i sigari fatti a mano, anche se piccole quantità ancora oggi sono vendute in scatole di cartone, e sigari singoli di molte marche sono disponibili in tubi di alluminio rivestito in cedro. Secondo l'opinione corrente, infatti, il cedro aiuterebbe a evitare che i sigari si secchino e favorirebbe il processo di stagionatura.

L'idea di utilizzare etichette litografate a colori, ora utilizzate per tutte le marche fatte a mano, indipendentemente dalla loro provenienza, iniziò quando Ramon Allones, un immigrato galiziano a Cuba, avviò la distribuzione dei propri sigari marchio nel 1837, vista la necessità di una chiara identificazione del marchio. Etichette o altre illustrazioni, del resto, compaiono anche sulla parte interna delle scatole, di solito anche con bordi decorativi.
La carta, di solito colorata, è normalmente incollata all'interno della scatola e, altresì, della carta viene usata per coprire i sigari ivi contenuti. Infine, dopo
essere stato riempita e controllata, la scatola è inchiodata e sigillata ermeticamente con un'etichetta verde e bianca (un sistema usato fin dal 1912) per garantire che i sigari sono puros genuini. La pratica di utilizzare le etichette, solitamente stampate a colori simili e con formulazione analoga, per sigillare la scatola, continua ancora oggi per i sigari fatti a mano, cubani o non.

La forma di packaging chiamata 8-9-8 viene utilizzata per alcuni Partagas e i Ramon Allones. Queste scatole sono lucidate, hanno bordi curvi, e contengono 25 sigari, disposti in tre strati con otto sul fondo, nove nel mezzo e otto nella parte superiore. I puros con questo tipo di imballaggio sono, del resto, quelli relativamente più costosi.
"Hecho en Cuba" è un marchio impresso sulla parte inferiore delle scatole di Cuba dal 1961, quando sostituì la scritta in inglese "made in L'Avana. Cuba". Dal 1985, inoltre, le scatole hanno un codice di fabbrica (stampato in blu) e il logo Cubatabaco, sostituito con la dicitura "Habanos SA" dalla fine del 1994.

Un'esplorazione sommaria, quella che vi abbiamo offerto, per un oggetto che è qualcosa di più di un contenitore, quasi uno scrigno che affascina anche i non aficionados per la sua bellezza ed eleganza...

6 commenti:

  1. l'898 è stato prodotto per anni sia da RA che da Partagas sia in scatole laccate (barnizado) che non (sin barnizar) il barnizado o varnished era per entrambe le marche un formato dalia, com'è tutt'ora l'898 partagas in commercio, mentre il sin barnizar (unvarnished) era una corona grande per partagas (155x42) e una corona per Ramon Allones. Tranne l'898 barnizado di partagas gli altri sono stati tutti tolti dalla produzione, gli ultimi nel 2002 mi pare....

    RispondiElimina
  2. Altra cosa, il cedro fu scelto in quanto repellente per i parassiti, non tanto per la stagionatura, ed è per questo che si usa diffusamente ancora oggi, oltre che per la sua scarsa influenza sull'aroma dei sigari.

    RispondiElimina
  3. wow....questa è cultura....grandi tutti !

    RispondiElimina
  4. ....il cedro si usa in quanto poco costoso...il mogano sarebbe il top ma...

    RispondiElimina
  5. grazie a tutti per le precisazioni :)

    RispondiElimina
  6. Amici miei qui si discute ad alti livelli, complimenti per la statura e la competenza che date a questo blog, in poche settimane è diventato un punto di riferimento per tutti gli amanti del sigaro italiani, e questo grazie a voi! Non smetterà mai di ringraziarvi per aver sposato questo progetto insieme!
    c.

    RispondiElimina

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...