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22 dicembre 2014

L'Ambasciator Italico Classico stupisce



Se è proprio vero che solo i cretini non cambiano mai idea e gli altri si salvano, beh, ho scampato il pericolo. Che brutti questi Ambasciator Italico! era intitolata la mia recensione qualche mese fa. E ora non è che io mi voglia rimangiare proprio tutto quello che scrissi allora, ma una parziale revisione è d’obbligo.


Credo che all’inizio questi ammezzati paghino il fatto di non essere Toscani, e di essere considerati delle imitazioni dei Toscani. Per non parlare del fatto che la maggior parte dei tabaccai ha l’abitudine di tenere prodotti come questi fuori dalle vetrinette umidificate, con l’inevitabile conseguenza di dare al consumatore (magari frettoloso e che li vuole provare subito) un sigaro secco, con più pecche di quelle che ha in effetti. Se lo si fuma anche dopo una permanenza in humidor di almeno un mese, diventa una fumata tutt’altro che spregevole. Non che dopo il soggiorno in humidor l’Ambasciator impari molto di più di quel che già sa di suo, ma sicuramente esprime in fumata i suoi pregi con minore esitazione.

In ogni caso, alla vista questi sigari si presentano scuri, ruvidi, con alcune imperfezioni (più o meno accentuate in un esemplare o nell’altro della stessa scatola) che già segnalai nella recensione di ottobre. Ma è anche vero che si tratta di ammezzati, venduti in sobrie scatole da 5 pezzi, ad un prezzo molto conveniente, se paragonato ai Toscanelli: 3 euro e 50 centesimi.

Quello che mi colpì mesi fa fu il riempimento: sono ammezzati belli panciuti e pieni, e in parte questo credo possa farci sorvolare sui difetti di una costruzione che rimane comunque poco più che discreta.

Erba e legno sono i profumi a crudo dell’Ambasciator, profumi che un amante del Toscano potrà sicuramente apprezzare. Come pure la compattezza di una cenere grigio chiara, cosa piuttosto sorprendente per un ammezzato di questo prezzo, se si pensa a prodotti come l’Antica Tradizione (4 euro per 2 interi), la cui cenere friabilissima durante la fumata non farà altro che spargersi addosso al fumatore. Il tiraggio è regolare e la combustione tutto sommato buona.

Quel che più fa la differenza fra un Ambasciator secco e uno ben umidificato credo risieda proprio alla voce “Esame gustativo”. Un esemplare secco probabilmente non ci dirà molto: avremo la sensazione di fumare aria e non riusciremo a definire nessun aroma. Un esemplare ben umidificato ci suonerà asciutto al palato, con i consueti, seppur molto attuti, aromi del kentucky: cuoio, cacao, tostato, nocciola, legno. Ma soprattutto sarà una fumata erbacea, dalla forza media.

In definitiva si tratta di un ammezzato dal buon equilibrio, non troppo complesso, che via via durante una fumata attenta saprà prima farci distinguere i classici aromi del Toscano, e dopo ce li farà ricordare per la sua media persistenza. Persistenza che, in esemplari non umidificati, potrebbe ricordarci piuttosto le sigarette, e non è una bella cosa.

Come già scrissi a ottobre è un sigaro soprattutto per principianti, che con una spesa modesta possono iniziare il loro percorso di fumatori di sigari italiani senza passare per i vari aromatizzati e senza avere i classici capogiri da botta nicotinica. Ma bisogna anche registrare che è un sigaro per amatori, se pensiamo che molti fumatori di lungo corso hanno trovato nell’Ambasciator piacevoli sentori che gli parevano appartenere a Toscani di molti anni fa e non più in quelli di oggi.

Un sigaro adatto alla mattina come al pomeriggio e alla sera, dal buon rapporto qualità/prezzo, che anche se all’inizio può deludere molto (come nel mio caso) merita di sicuro una riabilitazione. 

Certo, il MOSI dovrebbe stare più attento alla costanza produttiva: è apparso sinistro ad alcuni consumatori (me in primis) di trovare nelle stesse scatole esemplari dalla fattura davvero scadente accanto ad altri dignitosissimi. Infine non è scontato che chiunque possegga un oggetto, spesso costoso, come l’humidor: sigari secchi si sono fumati sempre e, spesso, con risultati migliori di quelli ottenuti con l’Ambasciator.



STEFANO VITTORI


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