Nell'Inghilterra vittoriana, come abbiamo già evidenziato in altri post, tra gli "esquires", i gentiluomini, il fumo lento era un rito sociale di gran rilevanza. Fumare un sigaro consentiva agli esponenti della upper class di discutere con calma di affari e della vita sociale nei club appositamente creati per i soli uomini. Tuttavia, l'etichetta, e la stessa regina Vittoria, condannavano il fumo come pratica piuttosto ineducata alla presenza delle signore nei ricevimenti: tant'è vero che, se un uomo riceveva il permesso delle signore di accendere il proprio sigaro, il galateo imponeva che egli se lo togliesse di bocca ogniqualvolta una signora gli passasse accanto.
Proprio per questo, vennero introdotte sale apposite, i celebri fumoir, nei quali gli uomini che erano impegnati in questa "pratica" sociale, quando le signore non erano presenti o si erano ritirate, si accomodavano ed indossavano una vera e propria "giacca da fumo" (smoking jacket), affinché l'odore del sigaro non restasse sugli abiti e non desse fastidio alle consorti. Lady Constance Howard, nel suo volume "Etichetta: cosa fare e come farlo", pubblicato nel 1885 e divenuto un bestseller dell'epoca, afferma, a tal proposito:
"A sera i signori potranno indossare un abito per fumare, fatto di velluto, raso, seta indiana, tessuti
intrecciati, a seconda dei
gusti e delle finanze. Si potrà, poi, indossare pantofole al posto degli stivali, ma in nessun caso quello che viene chiamato
un 'berretto da fumo', un
articolo di abbigliamento maschile fortunatamente consegnato all'oblio".
Come si vede, il galateo stesso dettava la moda per i fumatori britannici che, abbandonato il poco elegante berretto, usato fino a metà del XIX secolo per proteggere i capelli dall'impregnarsi di fumo, adottarono quello che oggi è il nostro abito da sera per eccellenza, lo smoking appunto, che sarebbe stato creato dalla sartoria Henry Poole & Co. di Savile Row . Poole avrebbe ideato una "giacca corta da fumo" per il principe di Galles (il futuro Edoardo VII), tagliando le code di rondine da un frac.
Sempre delle vere chicche questi articoli !! Grazie Antò!
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