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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

14 luglio 2011

Nicaragua, la nuova terra promessa

Parlando di sigari Avana con un aficionado del dopoguerra sembrava impensabile poter parlare di puros caraibici non cubani. Gli eventi geopolitici degli anni a venire hanno modificato le cose in maniera significativa, aprendo a diversi paesi dell'area del Caribe, l'enorme fetta di mercato dei fumatori statunitensi, liberata da un giorno all'altro dopo l'embargo su Cuba.
Le dinamiche di mercato e l'aumento mondiale di domanda hanno poi reso possibile l'affermarsi delle marche extracubane su tutti i mercati mondiali. Molti sono i paesi centro-americani che esportano sigari premium, pochissimi però quelli ad esportare quantità rilevanti. Oltre a Cuba infatti, parliamo sostanzialmente di altri 3 paesi produttori: Repubblica Dominicana, Nicaragua e Honduras, in ordine rispettivo di numero di pezzi esportati (fino a pochi anni fa l'Honduras superava il Nicaragua).
Sicuramente il primo paese a reggiungere l'eccellenza, limitatamente ad alcune marche, è stata la Repubblica Dominicana, essendo anche l'unico paese che aveva precdentemente all'embargo una tradizione nella produzione di puros e di tabacchi avanensi, ma anche e soprattutto grazie al fatto che produttori come Davidoff, Dunhill, Fuente, Oliva ed Eiroa l'hanno eletta come nuova terra di produzione dopo cuba.
L'Honduras invece ha deciso di sfruttare in maniera diversa la situazione dell'embargo, producendo gran parte delle marche cubane clonate che oggi sono sul mercato USA, e reintroducendo di fatto i marchi cubani negli Stati Uniti, avvantaggiandosi della fama di molti brand noti al grande pubblico. Questo gli ha impedito di raggiungere una qualità diffusa, ancora oggi infatti le marche honduregne in grado di produrre elevata qualità si contano sulle dita di una mano.
Il Nicaragua invece, pur arrivando per ultimo in ordine di tempo, a produrre quantità significative di sigari, per via delle rivolte sandiniste prima, e per l'uragano Mitch in tempi più recenti, è stato il paese che ha più rapidamente e diffusamente incrementato la qualità dei propri prodotti.
I fattori chiave per le ottime performance di questo paese sono fondamentalmente tre, in primis l'ottima ricerca varietale, spinta anche dalla maggior virulenza delle malattie fungine rispetto ad altri paesi. In altri stati è infatti diffusissima la pratica di piantare seme di tabacco cubano, facilissimo da trasportare viste le sue ridotte dimensioni (peso di mille semi inferiore a 0,1 grammi), che ovviamente è molto meno performante perchè è studiato per climi e suoli sensibilmente diversi; in Nicaragua la spinta sulla selezione delle varietà dovuta alle malattie, ha reso possibile la creazione di tabacchi specifici per le condizioni di coltivazione in loco, ed ha portato a un aumento diffuso della qualità.
Il secondo fattore che fa del Nicaragua una delle terre più promettenti dopo Cuba, sono le caratteristiche del suolo e del clima delle zone tabacchicole. La valle di Jalapa, al confine con l'Honduras, gode di un'ottima escursione termica fra giorno e notte, inoltre, rispetto al versante honduregno, si avvantaggia anche di una migliore esposizione al sole, che permette di ottenere ligero di qualità, rendendo possibile una elevata produzione di sigari puri, con foglie 100% nicaraguensi. L'altra zona molto promettente è l'Isola di Ometepe, generata da due vulcani gemelli in mezzo al Lago Nicaragua. Il terreno geologicamente giovane e il microclima dovuto alla posizione interna al lago permettono di produrre tabacco di eccellente qualità seppure con rese più ridotte rispetto alla valle di Jalapa.
Il terzo cardine fondamentale per il successo produttivo del Nicaragua è il bagaglio di esperienza portato da produttori come Padròn, Oliva, ma anche e soprattutto da grandi gruppi come CAO e Torano, che hanno reso la zona di Estelì ricca di facilities per la produzione di sigari, per l'approvigionamento di sementi e per il reperimento dei materiali che si utilizzano durante tutto il ciclo produttivo.
Crocevia di innovazione, tradizione e terroir, il Nicaragua è quindi la nuova terra promessa per la produzione di sigari premium, già oggi produce molte marche di qualità elevata e di assoluta eccellenza, ma considerando che si trova ancora nella fase iniziale della propria espansione produttiva e commerciale, sicuramente è un paese che avrà ancora molto da offrire a tutti gli aficionados del mondo.

2 commenti:

  1. grazie zap!bellissimo pezzo
    leggendolo mi veniva in mente una considerazione,magari sbagliata, pensi che al momento che cesserà l'embargo americano su cuba, scenderà anche drasticamente la qualità dei puros cubani, visto che gli americani hanno un palato forse più portato ad un fumata leggera e forse meno impegnativa, e le aziende cubane adatteranno tanti dei loro prodotti a questo immenso meracto fino adesso inesplorato?
    ti saluto

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  2. Credo che ci sarà un aumento dei machine made e un invremento della superficie coltivata e della produzione, esplorando anche zone meno vocate con conseguente riduzione della qualità... in realtà quello che mi fa paura è l'aumento di ricchezza pro capite della cina, fra non molto si potranno permettere sigari anche loro, anche se sarà solo una minima parte della popolazione, sarà comunque come mezzo mercato USA, senza contare che come dici gli americani hanno, almeno nel mass market, l'abitudine a un gusto diverso rispetto a quello degli habanos, mentre i cinesi sono molto sensibili agli status symbol, potremmo veder scomparire le grandi marche dal mercato oppure trovarcele a prezzi triplicati... sono tutte ipotesi comunque, i fattori influenzanti sono molteplici... considera che i veri aficionados americani fumano già habanos tramite l'importazione dal canada, non a caso uno dei mercati più cari al mondo per quanto riguarda i sigari ;-)

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