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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

04 luglio 2011

Cinema e sigari

Spesso i fumatori di sigari come me confessano che
l'immagine cinematografica ha giocato un ruolo molto importante nel loro accostarsi al fumo lento, con una rappresentazione ricca di fascino.
I sigari, in effetti, hanno giocato un proprio ruolo di “attori” già ai tempi dei primi film muti. La loro frequente apparizione sugli schermi negli anni ‘20, ‘30 e ‘40 era un indizio di quanto ampiamente diffuso fosse il loro consumo, specialmente negli Stati Uniti.
I sigari rappresentavano quasi un simbolo, che caratterizzava fortemente anche i personaggi dei cartoni animati e le caricature. Una particolarità ancora oggi molto diffusa. Azione, western, gialli e commedie Nei numerosi film di gangster, girati a Hollywood prima della seconda guerra mondiale, i sigari di grosso formato non mancavano di sottolineare il potere del capobanda, spesso personificato da Edward G. Robinson, lui stesso un gran fumatore di sigari. Del resto, tra i personaggi veri e contemporanei come Al Capone, il sigaro era molto apprezzato. Ecco perchè anche i boss di celluloide non potevano non essere degli accaniti fumatori, così come appaiono anche nei film più recenti e dello stesso filone, ambientati nei tempi della guerra, come il remake di “Scarface” diretto da Brian De Palma e girato nel 1983, o “Gli Intoccabili” del 1987: nessuno può fare a meno dei sigari.
E veniamo al western. Sigari a volontà per spietati capotreno e fattori senza scrupoli e senza rispetto degli accordi con gli indiani, per gli anti-eroi e per gli scaltri giocatori di poker, sguardo e atteggiamento indolenti sottolineati da una Panatela o un Sigarillo lasciati dondolare agli angoli della bocca. Come i veri “duri” alla Clint Eastwood, magistrale interprete de “Il buono, il brutto e il cattivo”, diretto da quel grande amante di sigari che è stato Sergio Leone.
Dalla brutalità allo charme dei film francesi, nei quali i sigari sottolineano stile, eleganza, benessere, joie de vivre. Indimenticabili il giallo “L’uomo di Rio” (1964) e la commedia “Borsalino” (1970), con Jean Paul Belmondo.
Anche nelle commedie hollywoodiane il sigaro ha avuto un proprio simbolismo. Ricchi e poveri godono del piacere del fumo, basti ricordare i capolavori di Charlie
Chaplin “Luci della città” e soprattutto “La corsa all’oro”, nel quale la piccola vagabonda fuma mozziconi di sigari gettati via dai ricchi passanti. Per molti comici, Harold Loyd, Stan Laurel e Oliver Hardy, W.C. Fields e George Burns i sigari erano una sorta di “spalla” per le loro gag. Come per Groucho Marx, che era nella vita reale un grande amante di sigari. Quando si trovava davanti alla macchina da presa, il sigaro era sempre spento, ma Groucho era un fumatore da due sigari al giorno, con una predilezione per i Dunhill 410. “Se ti dimentichi una parte”, disse una volta, “quello che devi fare è metterti il sigaro in bocca e fumare fino a quando ti torna in mente".

Fonte: Tutto Tabacco.

3 commenti:

  1. Cinema e sigari? Ho letto su una rivista Livein Magazine, che ha una sezione dedicata a James Bond un articolo dal titolo piuttosto interessante: l'arte del fumo. In effetti il sigaro è sempre andato d'accordo con l'agente segreto 007.
    Qui potete trovare il link alla pagina facebook della rivista: https://www.facebook.com/pages/LIVEIN-MAGAZINE-PAGINA-UFFICIALE/118276108246727?sk=wall . Io sono già diventato fan.

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  2. grazie per l'interessante segnalazione!!grazie per l'interessante segnalazione!!

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  3. Spesso l'arte e il sigaro si incontrano...bellissimo articolo!

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