Questo contributo – frutto della
collaborazione tra Cigar Blog e Gusto Tabacco – ha lo scopo di illustrare in modo
semplice alcune dinamiche anatomiche coinvolte nella degustazione dei prodotti del
tabacco e verterà sulla percezione degli aromi in fumata.
Per cominciare, sarà necessario ribadire l'uso
corretto di alcuni termini che spesso vengono impiegati (anche da alcuni recensori)
in modo assai impreciso. Distinguiamo dunque tre tipologie di percezioni in
base agli organi da cui dipendono: sapori (o gusti), profumi (o odori) e aromi.
I sapori (o gusti) vengono percepiti
esclusivamente in bocca grazie ai recettori presenti sulla lingua e sono
cinque: acido, salato, amaro, dolce e umami. È importante sottolineare che non
esistono altri sapori, ma in bocca possono essere percepite svariate sensazioni
tattili non gustative (come il piccante, il tannico, l’elettrico, il metallico,
il cremoso, l’asciutto, ecc.). Nulla di più.
I profumi (o odori) e gli aromi vengono tutti
percepiti dai recettori presenti sulla mucosa olfattiva, collocata nella parte
superiore della cavità nasale.
Ebbene, quello che comunemente definiamo, ad
esempio, “gusto di cioccolato” è in realtà una percezione complessa generata da
due organi di senso differenti: papille gustative (lingua) e recettori
olfattivi (mucosa nasale). Per comprendere la portata di questa sinergia sarà
sufficiente provare a masticare un pezzo di cioccolato tenendo il naso
completamente tappato: avvertiremo la sua acidità, il dolce o l'amaro, ma,
proprio perché avremo escluso la componente aromatica, niente più di questo.
Ma qual è la differenza tra odori e aromi?
Per rispondere, occorre specificare che le
molecole odorose vengono trasportate dall'aria e possono raggiungere la mucosa
olfattiva dall'esterno per via ortonasale (come quando annusiamo un fiore) oppure
dall'interno per via retronasale (come quando espiriamo il fumo dal naso). Nel
primo caso, avremo la percezione di un odore (ortonasale); nel secondo caso avremo
la percezione
di un aroma (retronasale).
Questa distinzione è di cruciale importanza
per proseguire il nostro discorso, giacché l'atto del fumare è
indissolubilmente legato al godimento delle caratteristiche aromatiche del fumo
stesso. A ogni boccata, il fumo entra in bocca e i recettori gustativi ne
percepiscono solo i sapori. La gran parte di quello che possiamo definire
“gusto del tabacco” viene percepita dalle mucose nasali come aroma. Questo vale
anche per il cibo. Come abbiamo visto, quando si ha il naso chiuso si dice che
“non si sente il gusto”: in realtà, i sapori si avvertono benissimo, così come
le sensazioni palatali, ma vengono esclusi gli aromi giacché il naso chiuso non
consente alle molecole odorose, liberate dalla masticazione, di raggiungere la
mucosa olfattiva. Tornando al tabacco, siccome il fumo tende a salire, una piccola
parte (circa il 30%) di queste molecole raggiunge comunque la mucosa olfattiva,
ma è necessario espirare il fumo dal naso per poter fruire appieno del bouquet
aromatico.
In
altre parole, chi non fa passare il fumo dal naso perde all'incirca il 70%
dell’aromaticità di quello che fuma ed è dunque di grande importanza imparare a
farlo.
Solo una piccola percentuale dei fumatori ha
un reale impedimento fisiologico a espirare dal naso e in appendice
illustreremo un modo per ovviare a questa rara problematica: tuttavia, gran
parte dei fumatori che si perdono il 70% del bouquet aromatico del tabacco semplicemente
ignora queste dinamiche. Speriamo dunque che questo contributo sia loro utile.
Purtroppo non è semplice fornire istruzioni
dettagliate per iscritto su come espirare il fumo dal naso, ma è un processo
che col tempo dovrebbe diventare naturale. Tendenzialmente occorre, una volta
che abbiamo il fumo in bocca, abbassare la cartilagine tiroidea (per
intenderci, il pomo d’Adamo negli individui di sesso maschile), per favorire al
massimo l’apertura della cavità rino-laringea. L’espulsione vera e propria del
fumo attraverso il naso può poi avvenire in tre modi:
·
espirando l’aria dai polmoni,
questa richiamerà, mantenendo abbassata la cartilagine, anche l’aria contenuta
in bocca;
·
gonfiando le guance prima di
abbassare la cartilagine e lasciandole poi “sgonfiare” in modo che l’aria
defluisca dal naso;
·
con più movimenti successivi di
abbassamento e innalzamento della cartilagine stessa, in modo da richiamare il
fumo dalla bocca nella faringe/laringe e poi espellerla dal naso (ovviamente a
bocca chiusa).
È più difficile a dirsi che a farsi. In ogni
modo, se inizialmente si avverte bruciore al naso, è solo questione di abituare
le mucose, così come la lingua del neofita deve abituarsi al fumo della pipa.
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Appendice.
Qualora ci si renda conto dell'impossibilità
fisica di espirare il fumo dal naso, si potrà rimediare soffiando il fumo in un
bicchiere: sarà così possibile annusare il fumo fuoriuscito dalla testa del
sigaro, che sarà a bassa temperatura e consentirà di percepire gli aromi più
fini. La differenza tra il fumo aspirato e quello che fuoriesce dall’anello di
combustione è abbastanza evidente e basta annusare, o anche solo osservare i
due tipi di fumo, per coglierla: il fumo del braciere è azzurrognolo, leggero e
sale molto velocemente; quello che fuoriesce dalla testa del sigaro
(osservabile dopo il puff) è pesante, tende a rimanere vicino al punto di
uscita ed è visivamente più denso, di colore giallo/grigiastro.
Questa differenza dipende da due fattori. In
primis, il fumo che passa attraverso il corpo del sigaro condensa, in parte si
deposita e si raffredda. In secondo luogo, mentre il fumo del braciere è frutto
della sola combustione (anello esterno di brace), il fumo aspirato è frutto di
tre fasi distinte: la combustione vera e propria (la stessa che ci dà il fumo
al braciere), la carbonizzazione (il tabacco annerisce e carbonizza prima di
diventare brace) e la distillazione secca, che avviene più internamente rispetto
alla zona di carbonizzazione, grazie alla quale gli aromi si distillano e passano
allo stato gassoso.
Per questi motivi, se proprio non è possibile
espirare il fumo dal naso nell'arco della fumata, è opportuno annusare gli
aromi per via ortonasale, con il fumo espulso dalla bocca, piuttosto che
tentare di farlo con quello emesso dal braciere.
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