Immaginiamo il mondo del fumo lento fino a pochi decenni fa. Il fumatore comune fumava ciò che più gli piaceva, condivideva ed imparava con chi conosceva di persona, e traeva ispirazione ed informazioni dal suo tabaccaio di fiducia e, più raramente, dai libri. I prodotti erano diversi, le manifatture avevano modus operandi molto diversi, ma ciò che era più distante dal fumo lento odierno era il modo in cui si formava il rapporto fra fumatore e tabacco. La tecnologia ha aiutato enormemente il mondo del fumo lento in tutte le sue forme, ha dato la possibilità di far incontrare appassionati, di scoprire prodotti e possibilità impensabili prima, e ancor più importante di confrontarsi “virtualmente” con un numero di appassionati davvero impressionante. La condivisione ed il confronto costruttivo sono alla base di una crescita solida, che porta ad un innalzamento delle capacità ed esperienze di qualsiasi fumatore. In parole povere, internet ci ha dato la possibilità di diventare fumatori “aggiornati” ed informati, dandoci la possibilità di conoscere ciò che prima sarebbe stato veramente difficile imparare.
Per quanto tutto ciò possa sembrare positivo, ci sono anche dei lati negativi, che possono diventare ancora più distruttivi di una mancanza di condivisione. Internet ci rende aggiornati, ma non esperti. Facendo riferimento al dizionario de “La Repubblica”, un esperto è una persona che “ha acquistato completa conoscenza di qualcosa con lo studio, la consuetudine, l'esercizio; che ha esperienza”. Oggigiorno, specialmente sulle varie piattaforme della rete, un esperto è chi fuma (per lo più tanto), da tanto tempo. Si può essere “esperti” di una varietà o tipologia, o esser un fumatore tutto tondo. Ciò che va realmente considerato però è, fino a che punto si può imparare fumando? Il solo gesto ed azione del fumare del tabacco, quanto ci può insegnare e farci elevare a stato di esperti? E sopratutto, una conoscenza culturale del fumo lento ci può aiutare a crescere, e quanto è importante all'interno di tale processo?
In questo piccolo testo quindi voglio provare a rispondere alle domande precedentemente fatte, ovviamente considerando che sono miei pareri personali, che potrebbero essere condivisi o meno (e ringrazio enormemente la tecnologia moderna per darmi la possibilità di condividere tutto ciò).
Ebbene, prima di rispondere a queste domande, va fatta una chiarificazione. Sfortunatamente, questa nuova rete di piattaforme ha dato a tutti la possibilità di condividere le proprie esperienze ed i pensieri personali. Se fatto nel modo giusto, può essere uno strumento eccezionale, ma è anche un’arma a doppio taglio. La rete ha dato la possibilità ad alcune persone di condividere, senza restrizioni, creando a volte un ampio apprezzamento su temi e pensieri che possono diventare pericolosi, danneggiando le esperienze e l’accrescimento di molti appassionati in stato di formazioni (per stato di formazioni intendiamo alla fine tutti i fumatori, senza categorizzazioni). Proprio per questo motivo in un certo senso era più facile crescere qualche decennio fa, le conoscenze erano minori, ma selezionate, e per la maggior parte delle volte di maggior qualità.
Se non fosse stato per le varie piattaforme online, non sarei mai cresciuto fino al punto in cui mi trovo adesso, non avrei avuto la possibilità di scoprire ciò che ho scoperto così velocemente, e non avrei mai fatto tutte le amicizie che ho il piacere di avere e condividere. C’è però da dire che valorizzo anche un’altro aspetto della mia crescita allo stesso livello: la curiosità e voglia di imparare ciò che si trova dietro la mera fruizione del tabacco, toccando quelle corde nascoste dedite alla comprensione del tabacco nelle sue forme più astratte e culturali. Sfortunatamente la rete ha dato l’opportunità di far accrescere il loro pensiero di disaccordo nei confronti degli aspetti più culturali del tabacco, ponendo la fruizione fisica come solo ed unico modo per imparare, crescere, e diventare un tanto agognato e desiderato “esperto”. Personalmente trovo questo pensiero e modo di approcciarsi al tabacco come uno dei modi più errati e, permettetemelo, ignoranti, nato da una mancanza di conoscenza ed interesse personale (diventando perciò distruttivo per tutti coloro che potenzialmente potrebbero sviluppare un vero interesse, conoscenza e competenza). Il tabacco è un materiale di degustazione, proprio come il vino. Considerato ciò, non penso che nessuno si permetterebbe mai di pensare e dire che il vino va bevuto, senza reale interesse nei confronti dei vigneti di origine, ne dei metodi di produzione. In quel caso si verrebbe considerati solamente un semplice ubriacone!
Quanto l’importanza del tabacco come oggetto materiale, che ci dona fumate ed esperienze sensoriali (aromi, gusto, olfatto...), senza una reale comprensione di ciò che si trova dietro a quel tabacco non si gode in egual modo. La produzione agricola ci fa apprezzare la manifattura, ed in qualche caso ci può far capire vari aspetti del tabacco che fumiamo (particolari aromi, sapori, combustione...). L’origine culturale e biologica ci può far apprezzare il tabacco che stiamo fumando, e come esso sia arrivato ai nostri giorni. Ci dà la possibilità di confrontare diversi prodotti in un modo più profondo ed informato, andando oltre la semplice comparazione visiva e degustativa. In generale la comprensione di ciò che fumiamo, non solo ci informa, ma riesce a farci assimilare delle sfumature che possiamo trovare fisicamente, ma che non avremmo mai scoperto semplicemente fumando.
Con tutto ciò voglio far capire che esiste un mondo dietro la semplice combustione di un sigaro o di una carica di pipa. Tale mondo astratto e culturale ha un effetto concreto e fisico su ciò che fumiamo, e senza la profonda comprensione e studio di esso, non si potranno mai capire aspetti e sfumature di ciò che oggi consideriamo il tabacco ed il mondo del fumo lento.
tratto da Aula Magna Fumanda - Cultura del Fumo Lento (link al gruppo)
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