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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

25 ottobre 2016

Toscano StilNovo: un'analisi oggettiva

In questi giorni sullo Stil Novo si è letto tutto ed il contrario di tutto, si passa da chi lo definisce nuova eccellenza italiana, a chi lo considera il peggior Toscano di sempre, noi di Cigar Blog, abbiamo fumato il prodotto senza lasciarci influenzare dai giudizi esterni, ed abbiamo tentato di valutare il prodotto in maniera oggettiva. Non vi proporremo però, in questa sede, una semplice recensione, come siamo soliti fare, ma discuteremo anche alcuni dei punti oggetto di recente dibattito, nei vari social, fora, blog e altri "canali" fumosi.
Cominciamo però con la valutazione oggettiva: Si tratta, come quasi tutti oramai sanno, di un sigaro in cui la "pupa" (o bonche per chi conosce i sigari caraibici) viene realizzata con ripieno long filler e sottofascia, mediante agevolatrice Lieberman del tutto simile a quella dei boncheros caraibici. Il corpo del sigaro così ottenuto viene messo in pressa, ed infine gli viene applicata la fascia. Gli invecchiamenti dichiarati (anche se al gusto abbiamo qualche perplessità che successivamente discuteremo) per i tabacchi sono di 4 anni per il ripieno, viene inoltre dichiarata  una fermentazione di 4 settimane per la sottofascia, e viene infine definita una "lunga" stagionatura del sigaro prima della commercializzazione.
Il risultato è un sigaro di buona costruzione che brucia bene, con una bella cenere, e scarsa necessità di correzione, qualche "fiammata" si rende necessaria solo sul finale per ravvivare un braciere "pigro" a causa dell'umidità accumulata durante la fumata.
La paletta aromatica è piuttosto lieve, nel panorama del kentucky, il che ci fa sconsigliare il prodotto a chi è abituato ai toscani più decisi. Le note di cuoio e legno sono appena accennate, affiancate da alcuni sentori di fieno e sul finale compaiono note tostate ma sempre di lieve entità.
Al palato domina per gran parte della fumata una nota
leggermente acida, che si traduce anche in pungenza al naso, che può essere scambiata per forza, erroneamente, poichè quest'ultima è in realtà medio-leggera in ingresso e non si spinge oltre il livello medio sul finale. Alla fine compare una nota amarognola, ed una leggera sapidità. 
L'evoluzione non è eccezionale, e c'è un'alternanza tra naso e palato nel palesarsi delle sensazioni organolettiche, che ci portano a pensare che la nota acida sia la stessa che da la sensazione di pungenza al naso. Quando avvertiamo maggiore stimolazione in bocca infatti, al naso scompare quasi totalmente l'aroma, sovrastato da una nota pungente. La persistenza è medio-breve, la finezza relativamente buona, se si eccettuano quei picchi pungenti che compaiono di tanto in tanto, stesso dicasi per l'equilibrio. La complessità, prendendo il kentucky come benchmark, può definirsi media, sicuramente bassa se invece si prende il mondo caraibico come termine di paragone.
"Archiviata" la degustazione passiamo a parlare delle maggiori perplessità emerse nei giorni seguenti l'uscita di questo sigaro sul mercato, e lo facciamo con una lista di affermazioni, cui risponderemo con un "vero/falso", aggiungendo anche le motivazioni alla base di ciascuna risposta:

- Il sigaro è troppo caro: VERO. Al di la dei costi di produzione, probabilmente maggiori rispetto agli altri fatti a mano di MST, il prezzo di un sigaro va commisurato non solo alla sua tipologia costruttiva, ma anche alla qualità percepita dal consumatore, è indubbio che sia in "casa" MST che fuori, troviamo prodotti a prezzo comparabile o addirittura inferiore che in termini qualitativi sono migliori dello StilNovo (prendendo il termine di paragone di MST pensiamo ad esempio all'originale selected). Un sigaro di questo tipo dovrebbe avere un costo compreso tra i 2,5 ed i 3 euro, se fosse una edizione regolare. Considerando l'esclusività dell'edizione ed il packaging "dedicato" si può arrivare attorno ai 4 euro. Il termine di paragone è ovviamente quello delle altre edizioni speciali di MST, in cui ad esempio il 1815 usciva a 5 euro con un packaging sicuramente non meno caro, e con una qualità ottima dei tabacchi utilizzati.

- Il sigaro è pessimo: FALSO. Il sigaro è ben costruito e non ha difetti tali da renderlo infumabile, differenzia leggermente la gamma MST, e quindi ha ragion d'essere. Come abbiamo detto il prezzo non è commisurato alla qualità, ma questo non toglie che il sigaro possa rappresentare un elemento innovativo. Per altro occorre fare un inciso: come noto il kentucky di alta gamma è anche quello che ha più problemi di combustione e di tiraggio, è quindi ragionevole pensare che, essendo la prima esperienza di un sigaro di questo tipo per MST, l'azienda ha evitato rischi utilizzando tabacchi di qualità media, e che quindi ci possa essere, nell'ipotesi di una edizione futura in questa tipologia, un miglioramento in qualità.

- Si usano pressa e agevolatrice, quindi non si può dichiarare che il sigaro è fatto a mano: FALSO. Non esiste una nomenclatura ufficiale per il sigaro italiano, e siamo sempre stati abituati a intendere, nei sigari italiani, come fatto a mano  il bitroncoconico di kentucky ripieno di battuto e arrotolato a mano. Anche altre manifatture italiane usano almeno in parte le Lieberman e i Molde ma dichiarano comunque che il prodotto è fatto a mano. Se ci rifacciamo all'area caraibica, dove la nomenclatura in questo senso è più standardizzata, abbiamo: "Hecho Totalmente a Mano" che è il sigaro long filler interamente confezionato a mano; "Hecho a mano" che è il sigaro long filler fatto con l'ausilio della Lieberman, "Hecho a Mano Tripa Corta" che identifica il sigaro ripieno di trinciato o battuto, chiuso a mano. Ovviamente non c'è una risposta univoca, ma è opportuno dire che l'uso dell'agevolatrice e della pressa, non dispensano l'operatore dall'avere una buona manualità e sensibilità nel disporre il tabacco nel sigaro.

- E' un sigaro del tutto innovativo: DIPENDE. se consideriamo il panorama MST indubbiamente è una novità. Anche nel contesto italiano, può essere considerato una novità, non esiste infatti un long filler con fascia e sottofascia costruito con Lieberman e Molde, nel panorama del Kentucky Italiano. Tuttavia (e da qui deriva la risposta "Dipende") esisteva già il long filler (Mastro Tornabuoni) ed esistono sigari con fascia e sottofascia, anche long filler (Amazon, Nostrano e anche la stessa CTS seppure in fase di sperimentazione).

- Il sigaro non è invecchiato quanto dicono: PROBABILMENTE VERO. La fumata presenta tratti giovanili, che possono essere dovuti anche ad uno scarso invecchiamento dei tabacchi, tuttavia, il tempo di invecchiamento dichiarato non significa di per se gran che, perchè dipende anche dal come il tabacco è stato invecchiato, ed in quali condizioni. Inoltre, certi toni giovanili possono comparire anche in seguito a riattivazioni fermentative successive. L'analisi al palato tuttavia palesa una spigolosità tipica dei sigari non pronti, il che può essere in parte positivo, in prospettiva (vedere punto successivo)

- Il sigaro va lasciato riposare, e migliorerà con il tempo: VERO MA CON MOLTA CAUTELA. è tanto anomalo quanto verosimile, che questo sigaro migliori un po' con il passare del tempo. Anomalo perchè, se ci atteniamo a quanto dichiarato dall'azienda, sia per la tempistica di pre-invecchiamento del ripieno, e di fermentazione della sottofascia, e per l'invecchiamento del sigaro definito "lungo", il prodotto dovrebbe essere già pronto, ma così non è, quindi è probabile che qualche mese in humidor faccia perdere la nota pungente che si palesa oggi, rendendo più ampia e fruibile la paletta aromatica. Ma attenzione: l'invecchiamento può smussare le spigolosità, non creare qualcosa che nel sigaro non c'è, e anzi può attenuare ulteriormente la gamma organolettica. Quindi non è un prodotto da dimenticare per anni in humidor, probabilmente qualche mese gli fa bene, ma un invecchiamento troppo lungo rischia di svuotarlo completamente.

In conclusione, è un prodotto che senz'altro non incontra il gusto dei fumatori di kentucky di vecchio stampo, e che presenta un prezzo elevato rispetto alla qualità offerta, quindi mal si adatta anche ad un pubblico neofita. Un sigaro che non eccelle in qualità oggettiva, ma che auspicabilmente ha creato un know how manufatturiero che potrà essere usato in futuro, auspichiamo con un progetto migliore sulla miscela dei tabacchhi utilizzati. Ricordiamo sempre che il fumatore fuma il sigaro, non la storia, ne l'impegno messo per produrlo. Quindi è consigliabile lavorare sulla miscela per produrre un manufatto più intenso e complesso, mantenendo invariata la già buona costruzione. Non importa dichiarare 4 anni di invecchiamento, o i mesi di fermentazione della sottofascia, quello che importa è produrre una miscela che una volta accesa sia appagante per il fumatore.





5 commenti:

  1. mi piace parecchio la vostra analisi, molto obiettiva davvero.

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  2. "Quindi è consigliabile lavorare sulla miscela per produrre un manufatto più intenso e complesso, mantenendo invariata la già buona costruzione. Non importa dichiarare 4 anni di invecchiamento, o i mesi di fermentazione della sottofascia, quello che importa è produrre una miscela che una volta accesa sia appagante per il fumatore". Ben scritto. Il problema é far pagare al fumatore il prezzo delle sperimentazioni. Purtroppo questa ormai é prassi consolidata per mst. Il resto, Simone, é ampiamente condivisibile: d'altra parte, il sigaro quello é...
    Per la costruzione, buona, come abbiamo rilevato, beh, auspico che anche in Italia venga introdotta una nomenclatura univoca, giacché "fatto a mano" é una cosa, "fatto totalmente a mano" un'altra.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Concordo in pieno.
    Si tratta a mio avviso comunque di un sigaro che fuoriesce dalla traiettoria del Toscano finora intrapresa.

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    1. Invece io credo sia esattamente nel solco della strada intrapresa da mst ormai sei anni fa, ovvero la strada della mediocritá e della faciloneria, tentando di sopperire col marketing alle gravi lacune produttive.

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