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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

13 febbraio 2016

Toscano Originale 1815 - Recensione ufficiale

Mi piace sempre tenere una sorta di distacco quando scrivo per Cigar Blog. Non tanto per evitare di scrivere qualcosa di personale, quanto per cercare il registro più oggettivo possibile, per quanto oggettivo possa essere un qualunque argomento relativo al mondo dei sigari.
Oggi invece, ci tengo a far sentire al lettore il fatto che io ci sia, perché dopo lunghi mesi nei quali non potevo umanamente scrivere alcunché a causa di uno studio veramente asfissiante, è un piacere per me sedermi qui, davanti al computer, e immaginare di parlare veramente con ognuno di voi. E così, vorrei
rendervi partecipi delle mie opinioni. Perciò, sarà mia precisa intenzione tenere un registro formale, ma non rigido.
Oggi si parla di uno dei sigari rivelazione del 2015, se non addirittura quello che più di tutti ha sorpreso la vasta gamma di toscanofili e aficionados che intraprendono fumate di grande qualità.
Parliamo, ovviamente, del Toscano Originale 1815, un sigaro che ha affascinato, emozionato, ma ha indotto anche pareri contrastanti, addirittura sul metodo di fumata. Ma procediamo con ordine.
La maggior parte dei fumatori esperti sostiene che per capire se un bitroncoconico sia buono oppure no, bastino 5-10 puff. Sono assolutamente d’accordo: se i primi tiri non risultano decenti, innanzitutto sarà molto difficile che si riprenda nelle fasi successive, ma soprattutto non riceverà una votazione sufficiente in quanto tutto il sigaro deve essere buono, anche per una costanza interna del prodotto.
Una volta appurato, però, che l’oggetto della nostra attenzione sia notevole come il 1815, è necessario capire quanto lo sia, in relazione agli altri suoi simili e a se stesso. Sarà, pertanto, necessaria una profonda e accurata analisi sulla sua anima, che ci porti a capire il reale valore, e che ci permetta altresì di speculare su fenomeni di corollario, come gli abbinamenti di distillati e il rapporto qualità-prezzo.
Perciò, il tabacco arrotolato da provare dovrà essere tanto, proveniente da diverse scatole e a diversi parametri di conservazione. Ebbene, in questi mesi in cui non ho potuto scrivere, non è che abbia anche smesso di fumare, e così accumulavo dati su dati da proporvi in occasioni come queste. Ciò che andrete a leggere è una media tra sigari fumati (1) da diverse scatole, (2) in diverse condizioni meteorologiche, e conservati in humidor (3) a diversi livelli di UR, (4) per un periodo più o meno lungo di tempo.
L’aspetto oscuro ricorda il mogano, con una bella presenza, leggermente untuoso al tatto, duro e panciuto. I toni tendenti al bruno non nascondono una luminosità viva, che apparentemente entra in contrasto con una superficie ruvida, ma che in realtà è in perfetto equilibrio con essa. Le venature sono gli unici punti in cui esistono micro-difetti cromatici, visibili solo in appena due dei cinque esemplari vagliati. La costruzione è assolutamente ottima, una delle migliori di casa MST. L’olfatto viene avvolto da un intenso profumo , che ricorda il legno, lo stallatico, l’erba fresca, il fieno ed è caratterizzato da tratti affumicati.
A crudo, percepiamo distintamente cuoio, legno, erba in una sorta di omeostatica dolcezza. Tiraggio e combustione ci risultano essere eccellenti, e la cenere solida, molto stratificata, di un naturale color grigio topo, con sfumature tortora, ocra, e tendenti al nero.
L’evoluzione è a pendolo: il primo tercio, intenso, amaro e rude, è il preambolo della pancia, dove si raggiunge dolcezza e raffinatezza, per poi di nuovo ricongiungersi all’inizio della fumata, tornando ad una forza pressoché implacabile. Il primo tercio comprende anche note tanniche e umami, mentre gli ultimi due sono maggiormente contraddistinti da sensazioni balsamiche e di frutta secca.
In fumata, l’ingresso è aperto, dalle tonalità dolci che si intermezzano a quelle più amare. Si denota subito un’ottima persistenza e un equilibrio notevole. La seconda fase è molto più lineare e piena: il fumo ha assunto caratteristiche vellutate e a tratti più fresche. L’ultimo tercio è il più forte, e acquistando carica nicotinica, tende a perdere qualcosa nella paletta aromatica.
Su una scala da 1 a 10, il Toscano Originale 1815 si pone attorno a 8,5, rimanendo costante nel corso di tutta la fumata, della durata media di 2 ore e 10 minuti.  Nell’arco della sua combustione, alcuni aromi rimangono costanti, come quelli liquoroso, erbaceo, pepato, tostato, e quelli di legno e cuoio. Altri compaiono solo in alcuni momenti, tendenzialmente l’ultimo o gli ultimi due terci. Parliamo di una rosa aromatico-gustativa che spazia dalla liquerizia al miele, dalla gomma a toni profondamente balsamici.
Nonostante questo, però, la complessità non è degna delle aspettative: leggendo così tanti sentori diversi appare impossibile, ma in effetti molte delle sfaccettature descritte risultano così sottili da diventare impercettibili, mentre quelle più imponenti sono fra loro sia simili che complementari, dato che vanno tutte nella stessa direzione: quella della tradizione, come legno, cuoio e stallatico. Una qualità assoluta, certo, ma che comunque rende leggermente più piatta la fumata, specie nel momento in cui la forza e la corposità aumentano.
Ciò va però in favore dell’equilibrio che, assieme alla costruzione perfetta e ad un saggio lavoro di blending, risulta totalmente armonico, con una finezza eccellente. La persistenza è lunga, e l’evoluzione buona, in quanto cambia la paletta aromatica in maniera piacevole, ma mai con viraggi sorprendenti o eccelsi.
 Risulta sicuramente essere un sigaro difficile, non di facile approccio per principianti ed amatori, da consumarsi rigorosamente alla maremmana, specie se invecchiato almeno un anno (consigliato), perfetto dopo i pasti, e connotato da un buon rapporto qualità-prezzo. Detto prodotto si sposa benissimo con distillati pregiati, in particolar modo grappe barricate e acquaviti, quest’ultimo il miglior abbinamento testato dal sottoscritto.
Parliamo di una fumata sorprendente, costruita eccellentemente, uno storto da rivalutare più e più volte, indicato per la riflessione e per il riposo. Ritengo il Toscano Originale 1815 il miglior componente della variegata famiglia Manifatture Sigaro Toscano da alcuni anni a questa parte, anche se francamente mi sarei aspettato qualcosa di più, in quanto ampiamente declamato come un fuoriclasse, commenti forse sovradimensionati alla sua reale natura. I quattro anni di stagionatura in botte e l’ulteriore anno di invecchiamento avevano creato mormorii ben speranti, e già si invocava al ritorno del vero sigaro toscano, quello di una volta. In realtà, si continua a sentire che, nonostante sia un prodotto davvero incredibile, ci sia ancora qualcosa di diverso rispetto a quelli che fumavano i nostri nonni – kentucky americano a parte.

La valutazione complessiva media dei cinque esemplari testati risulta essere di 88/100.

5 commenti:

  1. Un buon sigaro il 1815, soprattutto se "tenuto" bene, ovvero se messo nell'humidor per un po' di tempo. Mi sono comununque capitati esemplari secchi, come al solito.

    Sui distillati io cambierei direzione: via la solita grappa e ben arrivato Calvados! Da provare almeno una volta.

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  2. Sono d'accordo con Tobacco, bisogna sdoganare i soliti luoghi comuni sugli abbinamenti
    Di per se i distillati in generale nn permettono una grande fruizione di fumata, perché tendono ad "anestetizzare" le papille gustative, questo non toglie che una cosa è degustare ed un altra è godere di una fumata
    Ho sperimentato diversi abbinamenti e sono arrivato al punto che i vini passiti siano la cosa migliore con il Kentucky fire cured
    Quindi al primo posto sicuramente il Vin Santo proprio per rispetto del terroir, ma stanno benissimo dei passiti a bacca rossa o comunque con in acidità equilibrata, mi viene in mente un Pantelleria o un Moscato di Scanzo
    Buone fumate

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    Risposte
    1. Ritengo l'analisi sui vini più originale che quella sul calvados, anche se la degustazione per contrasto credo si presti meglio per altri sigari.
      Come dico sempre, però, sono tuttora convinto che il miglior abbonamento possibile sia con un bicchiere di acqua frizzante ;)

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