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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

27 settembre 2015

Sigari Don Ibarra: I dominicani che non ti aspetti !

La Repubblica Dominicana è stata il primo paese produttore di sigari al di fuori di cuba a raggiungere un vero e proprio boom dell'export, e ad incrementare diffusamente il livello di qualità, percorso poi intrapreso da altri paesi come il Nicaragua.
Benchè la qualità costruttiva dei sigari dominicani sia di livello elevato, la selezione dei tabacchi ampia e varia, e il know how nella produzione di premium sia tra i più alti al mondo, il mercato identifica ancora i puros di quell'area come leggeri ed aromatici.
Intendiamoci, un sigaro leggero ed aromatico, come alcune delle linee storiche di Davidoff, ad esempio, non è di per se un sigaro qualitativamente meno valido, ma può benissimo reggere, nella valutazione oggettiva, il confronto con un sigaro di corpo importante.
Tuttavia, diciamocelo, il mercato europeo, e sud europeo in particolare, ama i sigari un po' più decisi. Anche se il Nicaragua è identificato oggi come il paese nel caribe che riesce a produrre i sigari con maggior "carattere" non mancano anche negli altri paesi esempi di prodotti di corpo e qualità.
E' il caso dei prodotti della Tabacalera Ibarra & Hijos, di cui chi vi scrive, grazie alla gentilezza di Robert Ibarra, manager della manifattura, incontrato a Dortmund ad Inter Tabac, ha avuto l'occasione di provare in anteprima due linee, di cui una con
buona probablità disponibile in italia. Si tratta di due blend specificamente studiati per il mercato Europeo, con fascette non disponibili nella produzione premium che trovate sul sito (che pure dispone di una pagina in italiano).
Quando Robert mi ha parlato dei suoi sigari, ed ho visto le foto che mi ha inviato avevo pensato che ci fosse della qualità, e faccio "la tara" al fatto che i sigari da me fumati non avessero subìto il ciclo di abbattimento contro il Bicho, e quindi è ragionevole pensare che, come avviene per gli FFB cubani, la qualità sia leggermente superiore rispetto alla produzione "in scatola". Ma anche considerando questo, posso senza dubbio affermare di aver potuto fumare due blend sorprendenti, nel loro contesto.
Dimenticate ogni stereotipo di sigaro dominicano, qui si parla di sigari di forza medio alta (blue label -  fascia Ecuador, sottofascia Sumatra e ripieno di Piloto Cubano) e alta (black label - tutta semilla Habano), pieni, sazianti, persistenti, aromaticamente complessi, e con una buona evoluzione. Una caratteristica peculiare è la partenza "in sordina" della componente aromatica. In entrambi i prodotti infatti, mentre la nicotina e la componente gustativa si notino sin dal principio, il primo mezzo centimetro sembra quasi privo di aromi, tuttavia dopo pochi puff si apre una paletta aromatica di tutto rispetto, con note terrose, speziate e di cuoio nel Black Label, più verso legno e frutta secca nel Blue Label. La paletta gustativa è intensa e bilanciata nei 4 sapori primari per quanto riguarda la linea con anilla nera, leggermente orientata verso l'amaro nella linea con fascetta blu, che risulta per questo essere anche un po' più "dry".
Si tratta di due fumate preliminari  su prodotti precommerciali, quindi il punteggio va preso a titolo indicativo, ad ogni modo ho assegnato 91/100 al Black e 86/100 al Blue.

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