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Erano
settimane che pensavo di redigere questa recensione, e così, nonostante avessi
preventivato altri progetti, ho ceduto e deciso di procedere allo sviluppo
della stessa. Avevo
voglia di scriverla, in quanto ritengo che l’Arabesque di casa Amazon sia il
sigaro hand-made più sorprendente che abbia avuto il piacere di fumare negli
ultimi mesi.
Mi avevano messo in guardia sulla sua potenza, sulla necessità di
non fumarlo a stomaco vuoto e di accompagnarlo con un buon distillato, per
valorizzalo al meglio. Dette premesse mi spaventavano un po’, in quanto si ha
sempre l’ansia di sbagliare qualcosa e rovinare quella che potrebbe essere
un’ottima esperienza; ma d’altra parte sentivo il suo potente richiamo, e così,
una sera, ho deciso di farmi trasportare da questo grande compagno.
Per
essere un sigaro di di Kentucky fire cured, risulta abbastanza inusuale, in primis
perché non stiamo parlando di un manufatto avente forma bitroncoconica - bensì un parejo di tipo avana medium filler - e
successivamente perché il tabacco utilizzato nella produzione dell’Arabesque è
pressato. Si assiste, quindi, ad un interessante compromesso tra alcune
caratteristiche prettamente italiane, ad altre distintamente caraibiche.
Diventa
doveroso parlare di “petit corona”, per poterlo inserire all'interno di un
famiglia di formati nota a tutti. Esso si presenta oscuro, corvino, dalla
superficie untuosa, con alcune eleganti venature brunite che possono ricordare
il mogano più pregiato. Si parla di un sigaro lungo circa 85 mm, e si rileva un
44 di ring gauge, in parole povere un prodotto ristretto, ma con un diametro sensibile. La tripa non si discosta dal colore della fascia, e
colpisce la densità elevata che la contraddistingue.
Dall’analisi
a crudo, si può ricavare un’ampia gamma di sentori aromatici. I più dominanti,
indubbiamente, sono quelli di fieno e di cuoio, con forti tendenze speziate e pungenti,
che ricordano il peperoncino. La sapidità è diffusa e piacevole, e sollecita le
papille gustative.
Il
tiraggio si preannuncia essere molto chiuso, e per questo il fruitore dovrà
mantenere una fumata regolare, pulita, alternando boccate profonde a pause
adeguate, accendendo il braciere lentamente.
Appena comincia ad ardere, si fa largo il forte presentimento di una fumata piena, carica, vivida, dalle mille sfaccettature. I primi
puff possono risultare un po’ complicati e insignificanti, ma dopo una decina,
esplode la sua sinfonia aromatica, che va dai sentori di legno e cuoio, a
quelli erbosi, più gentili. Si nota, inoltre, una crescita esponenziale di
tannicità, peraltro molto gradita, rimanendo sempre a margine.
Il
tiraggio, come ci si poteva aspettare, continua a mostrarsi serrato, ma ciò non
disturba l’esperienza, essendo una caratteristica pronunciata, ma non invadente.
L’essere
unico dell’Arabesque si svela intorno alla sua metà, quando si propagano
effluvi estremamente dolci, e note aromatiche forti, specialmente balsamiche,
che ricordano qualcosa dell’aceto e dell’eucalipto. I sigari costituiti da
Kentucky pregiato si caratterizzano spesso per alcuni aromi tipici dell’erboristeria,
terrosi e profondi, come ad esempio il Toscano Originale Millennium.
Occorre
sottolineare che la cenere che si forma è estremamente compatta, di un grigio
tendente al tortora, e anche il fumo che emana risulta denso e corposo.
Per
esaltare al massimo questo incredibile sigaro, consiglio caldamente di
consumarlo accompagnato da un distillato di vino dai caratteri soavi, e di
dedicargli tutta l’attenzione che merita. La fumata può arrivare a durare anche
due ore, nonostante la media superi di poco i 60 minuti.
In
definitiva, l’Arabesque è un ottimo sigaro, un prodotto che raggiunge i valori
più alti di tutte le schede di degustazione, e del quale si può annoverare un
solo ed unico difetto oggettivo: il fatto di essere serrato. D’altronde, esso
possiede pregi rari, se non rarissimi, come la rosa di aromi cangiante e in
rapida mutazione, che stupisce ad ogni boccata e non annoia mai. Inoltre, è un
prodotto che, se “stressato” intensificando i puff, non cambia in alcun modo
le sue caratteristiche, e non acquista odori e aromi ingrati, facendone un prodotto davvero equilibrato.
La
perfezione non esiste, ma ci si può avvicinare molto.
Un bel commento, col quale sostanzialmente mi trovo in accordo. Fumo i sigari Amazon sin da quando si sono affacciati sul mercato italiano e da allora molta acqua é passata sotto i ponti: se nel 2007/08 capitava spesso di gettarne con esecrazione per il tiraggio non serrato, bensí inesistente, negli ultimi tre o quattro anni i problemi di costruzione sono stati brillantemente risolti. Per quanto concerne l'Arabesque, in particolare, posso senz'altro affermare che la percentuale di esemplari serrati é scesa parecchio: alcuni sigari si avvicinano davvero alla perfezione. Menzione specisle per la lunga stagionatura del tabacco e dei sigari: si parla di svariati anni (fino a 5). Ti consiglio caldamente di provare il Raffaello, nella speranza di leggerne una recensione altrettanto ben fatta.
RispondiEliminaTi ringrazio Maurizio per le tue parole. Il Raffaello l'ho provato ed è un altro sigaro eccezionale che non mancherò di recensire. L
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