contattaci: cigarblog1@gmail.com
il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

30 gennaio 2015

Storia intima della nascita di un abbinamento bizzarro



Se un merito va ascritto agli autori di questo blog è senz’altro quello di aver saputo costruire una piazza virtuale in cui lo scambio di opinioni è capace di far scaturire interessanti discussioni, nuove prospettive, sperimentazioni di ogni sorta.
Illuminante in questo senso è stato, almeno per il sottoscritto, l’ultimo eccellente articolo pubblicato dal caro amico Ettore il quale ha avuto il coraggio (mi si passi la pomposità del termine), in un mondo troppo spesso ingessato su canoni preconfezionati, di sperimentare nuovi accostamenti e di condividerli con gli altri. Il suo ardire è stato premiato da un momento decisamente appagante e ha indotto, non pochi secondo me, a proporre alla propria comitiva di amici, con la scusa che non ci sono mai stati e che è pieno
di belle figliole, quel nuovo lounge bar, solo perché si sa ben fornito di vodka, così da ripetere l’esperimento. Bravo Ettore! Hai centrato in pieno quello che credo essere uno degli obiettivi principali del blog.

Ma come nasce un abbinamento? Esistono alcune tecniche per testare la validità di uno o più abbinamenti a priori, e sicuramente la lunga esperienza che gli appassionati del fumo lento hanno acquisito nel corso degli anni ci fornisce tanti spunti. Basandoci, infatti, sull’accostamento aromatico, oppure sul lavoro di illustri predecessori che hanno goduto della possibilità di fumare migliaia di sigari e di bere altrettante bevande, privilegio che, purtroppo, non è concesso a tutti, siamo in grado di stabilire con quale distillato, quale caffè o quale cocktail accompagnare al meglio il nostro amico fumoso. Quindi basterebbe consultare una buona guida e prepararsi all’abbinamento consigliato in maniera da giungere a lunghi passi verso una sicura riuscita risparmiandosi, così, un sacco di inconvenienti e di rompicapo. Ma a questo punto, con il facile successo in tasca, siamo sicuri di aver apprezzato davvero a pieno le scelte che altri hanno fatto per noi? Siamo sicuri di avere quelle competenze e quelle capacità “organolettiche” che ci danno davvero la certezza di corroborare l’accostamento? In taluni casi, certamente si, in altri, e non se ne abbia a male nessuno, siamo portati a compiacersi della scelta “solo” perché qualcuno, sicuramente più bravo di noi, ha stabilito che così sia. A questo aggiungerei un’altra considerazione: dato per scontato che alcuni sigari sono abbinabili solo con talune bevande, cosa ci impedisce di sperimentare nuovi abbinamenti per tutti gli altri? Siamo forse tutti a conoscenza del gusto di tutti i sigari e di tutte le bevande? Siamo forse tutti in possesso delle conoscenze e delle capacità tali da consentirci di sapere in anticipo se un abbinamento sia azzeccato o meno? Io molto tranquillamente ammetto di non esserne sicuramente all’altezza. Anche Ettore ha avuto il coraggio di passare dalla parte degli “eretici” e il gioco ha dato buoni frutti.
Io nel mio piccolo, essendo costretto in casa da una fastidiosa influenza, ho voluto annoiare il tedio seguendo il suo esempio. Non potendo uscire, come detto, mi son dovuto arrangiare con quello che passava il convento, ma meglio così altrimenti cosa ci sarebbe di rischioso? Per cui mi sono accostato alla mia cantinetta portaliquori e vi ho scorto una bottiglia tra le altre. Sembrava proprio fare al caso mio. La suddetta bottiglia conteneva, e contiene tutt’ora, dell’ottima grappa bianca prodotta nelle proprie distillerie di Povoletto in provincia di Udine da Bepi Tosolini, uno dei migliori mastri distillatori della penisola. Nella fattispecie si tratta di una grappa che, prodotta dalla distillazione di vinacce di uve miste friulane (Merlot, Cabernet,Chardonnay e Pinot), pur non collocandosi nella linea “Most”, grappa che viene ricavata dalla distillazione di mosto di uve monovitigno, top di casa Tosolini, risulta essere un prodotto di alta gamma. Prodotta nel 2012 in occasione del centenario delle distillerie è una grappa che, dopo esser stata affinata in fusti di frassino, ci si presenta in un colore cristallino. In bocca risulta essere decisa e fortemente aromatica con spiccata tendenza al floreale. Sicuramente un buon prodotto.

A questo punto mancava solo il sigaro. Allora come spesso mi succede quando non ho voglie o esigenze particolari e, ancor più per assecondare l’esperimento, ad occhi chiusi ho introdotto la mano nella vetrinetta umidificata e ho lasciato che fosse lei a scegliere per me, affidandomi al suo istinto e alla buona sorte. La scelta è caduta su un “Regalias di H.Upmann”, un petit coronas con ring 42 x 129 mm di largo. A crudo è un puro che si presenta con una fascia leggermente ruvida, sulla quale spiccano diverse venature anche se non troppo pronunciate e dei puntini neri, veramente fastidiosi alla vista, di un colorado tendente al chiaro. Tastandolo ci accorgiamo che il riempimento non è perfettamente regolare, in alcuni punti risulta addirittura eccessivo tanto da farci temere qualche “nodo”, fortunatamente nel corso della fumata ci accorgeremo che le nostre paure saranno fugate. Nonostante questo la costruzione, presentando il sigaro un piede sufficientemente regolare e una capa ben distesa, sembra essere di discreta fattura. Non si può dire lo stesso purtroppo per quel che concerne gli odori. L’olfatto, infatti, non viene appagato affatto dal lieve profumo che sprigiona e nel quale è difficile scorgere appena il sentore del miele. Non troppo soddisfatto dell’analisi effettuata a crudo mi accingo all’accensione con il timore di essere stato, per questa volta, tradito dalla mano. Sorseggio qualche lacrima di grappa all’inizio del primo terzo, così come farò per i successivi, e aspiro i primi puoff. Purtroppo mi accorgo da subito che i miei timori non troveranno conforto nella fumata. Infatti il sigaro risulta essere eccessivamente dry per supportare gli aromi sprigionati dal distillato che risultano essere decisamente preponderanti rispetto a quelli offerti dal puro. La paletta aromatica si risolve per l’intera fumata in qualche nota floreale con un retrogusto di legno umido e impercettibili note metalliche che mai riescono a sovrastare gli aromi che arrivano dal bicchiere. Non potevo aspettarmi oggettivamente di più da un sigaro che avevo già provato in altre occasioni al quale, capitatomi per caso tra le mani, ho voluto, comunque, concedere un’occasione stravagante. Devo ammettere che, vista la scarsa complessità e la forza medioleggera è un sigaro meglio indicato per accompagnare qualcosa di frizzante e fresco all’ora dell’aperitivo pomeridiano. La prossima volta invece con questa grappa credo che accenderò un “Toscanaccio “ magari Originale. Chissà se due figli della stessa terra si intendano meglio.

Vabbè! Pazienza. Stavolta è andata male, non sono stato fortunato o attento come l’amico Ettore. Mi consolo col fatto che comunque sia andata è stata un’altra occasione per passare un po’ di tempo in compagnia di un sigaro, di un bicchiere di buon distillato, di buona musica e soprattutto di me stesso. Inoltre non potrò rimproverarmi di non averci provato.


Ad maiora.

2 commenti:

  1. Bravissimo Vincenzo, l'importante é provare, sperimentare e ampliare la nostra voglia di sapere. Anche perché come ben sappiamo il Mondo dei sigari sta cambiando e rompere alcuni "must" sicuramente porterà vantaggi e nuove prospettive sul mondo dei sigari

    RispondiElimina
  2. Grazie Ettore. Condivido quanto dici infatti ritengo che sia un nostro dovere, oltre che un grande piacere, avventurarci in sperimentazioni di ogni sorta anche per fornire ai lettori del blog nuovi e continui spunti di riflessione e di discussione.

    RispondiElimina

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...