La nostra scheda, così come tutte le altre che si sono affacciate sui siti italiani ed all'estero, si scontra con pareri contrastanti riguardo agli aromi, uno scontro, intendiamoci, molto interessante e stimolante, che ci spinge a una riflessione approfondita, almeno sulla nostra scheda. C'è chi sostiene che il tabacco esprime esclusivamente se stesso (sa solo di tabacco, ed i pareri che sostengono questa tesi sono anche molto autorevoli nel mondo del sigaro a volte), chi sostiene che nei sigari siano percepibili alcuni sentori riconducibili ad altri prodotti di origine agricola e non, e chi sostiene che gli aromi percepibili siano addirittura molti di più di quelli indicati nella scheda.
In primis occorre definire il fatto che un aroma, così come lo percepiamo al naso, è una miscela complessa di sostanza chimiche, composta da un numero di molecole relativamente alto, che va dalle poche decine ad oltre il centinaio, definire quindi qualcosa che "sa di tabacco" è abbastanza generico ed aleatorio, basta infatti una variazione nella composizione chimica dell'aroma, non solo nella tipologia di molecole , ma anche nelle proporzioni fra le stesse, per fare si che il nostro naso percepisca qualcosa di diverso.
Uno studio condotto da Giuseppe Tringali et al. i cui risultati sono stati presentati nel 2007 alla Cigar Club Association, nato dalla collaborazione fra l'Università di Catania e il CEFIT, ha dimostrato che il contenuto in Acidi Grassi Volatili (AGV), che sono fra le molecole responsabili della percezione aromatica, è variabile all'interno dei sigari (vedi figura), lo stesso studio dimostra anche come oltre alla quantità contenute, siano variabili anche le proporzioni dei diversi AGV nelle diverse marche (lo studio fu condotto solo sui sigari cubani) e come ci siano differenze a volte anche importanti fra la capa e la tripa. Alla luce di questo è possibile affermare che le differenze ci sono e sono anche piuttosto marcate all'interno dei sigari, ed è ragionevole dedurre che la variabilità aumenti ulteriormente se rivolgiamo lo sguardo a prodotti provenienti da altre zone caraibiche, che utilizzano tabacchi coltivati in diverse condizioni di suolo, clima ed input agronomici.
E' quindi riduttivo parlare di soli sentori di tabacco, va però sottolineato che in un prodotto combusto, come il tabacco in fase di fumata, la percezione aromatica viene modificata per via della pirolisi delle sostanze contenute, è possibile quindi dare credito alle voci che sostengono che mentre gli aromi a crudo sono piuttosto variabili, quelli del fumo sono riconducibili a pochi sentori. Siamo in accordo con questa tesi, valida nella stragrande maggioranza dei casi, abbiamo però inserito nella scheda una serie di aromi secondari, che si trovano in pochi puros, questo per rendere la scheda versatile ed utilizzabile a 360°, anche su prodotti particolari. Abbiamo invece ritenuto superflue certe suddivisioni che si trovano in altre schede pubblicate in varie parti del mondo (per esempio nelle cigar wheel americane si trova la distinzione, fra legno secco, legno umido, legno marcescente, legno lucidato, legno di matita ecc...), ritenendo che una distinzione così netta, sul fumo (NB non sul sigaro a crudo ma sul fumo) sia quasi impossibile da rilevare.
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