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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

18 marzo 2012

Uno yankee alla corte dei puros. 4. Twain italico

Mark Twain visitò anche l'Italia, nel 1867, e ovviamente non poteva non informarsi sui sigari locali. Il può soggiorno toccò soprattutto Firenze, città che apprezzò in maniera particolare per il clima e la cordialità degli abitanti. Ecco cosa ebbe a scrivere della sua esperienza da fumatore dei sigari del neonato Regno d'Italia:

"Ho passato bel tempo in Europa, visto che il Continente ha dei sigari che non fumano nemmeno i più inveterati strilloni di New York. Me ne sono portati dietro alcuni, l'ultima volta, e non voglio farlo più.
In Italia, come in Francia, il governo è l'unico produttore di sigari. L'Italia ha tre o quattro marchi nazionali: il Minghetti, il Trabucco, il Virginia, e un sigaro molto grossolano che è una modifica del Virginia. I Minghetti sono grandi e affascinanti, costano tre dollari e sessanta centesimi al mazzo, e potrei fumarne cento in sette giorni e godere di ognuno di essi. Il Trabucco mi piace comunque, anche se non ricordo il prezzo. Per quanto riguarda il Virginia, è un sigaro che si deve imparare ad apprezzare, nessuno parte con un apprezzamento innato per essi. Sembra una coda di topo, ma di certo si fuma meglio, come alcuni pensano. Ha un gusto duro, si tira molto a scoprirlo, e lascia una nube pesante, senza costruzione ed evoluzione.
C'è, poi, un tabacco autoctono, utilizzato dai contadini italici. E' secco
e nero, e assomiglia a foglie di tè. Il tabacco stesso è a buon mercato, ma non è poi male".
(continua...)

3 commenti:

  1. Che pezzo affascinante..mi sembra di fare un salto indietro nel tempo e vivere quei momenti intensamente!

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  2. Già... sembra davvero un tuffo nel passato, gran bell'articolo Antò

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  3. grazie ragazzi, il merito è di Twain...si dovrebbe pensare a una pubblicazione del suo saggio che, come molti suoi pezzi, in Italia non è stato tradotto...

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