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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

28 gennaio 2016

Come eravamo..."Torpedo" la prima rivista per aficionados italiani



Poche settimana fa sono stato chiamato da un vecchio aficionado, che, visto il suo imminente e definitivo trasferimento all'estero, era deciso di sbarazzarsi dei sigari che da tempo aveva nel suo
humidor, diversi pezzi, tutti habanos, tenuti per lo più abbastanza bene.

La cosa che più mi incuriosì in quella visita a casa sua, non furono tanto i puros, che comunque avevano una loro storia, ma la sua piccola collezione della rivista Torpedo, risalente a quasi vent'anni fa, del quale molto gentilmente mi fece omaggio.
Fantastico...Avere tra le mani un pezzo di bibliografia storica del fumo lento italiano è stato emozionante!
Alcuni probabilmente sentendo parlare di Torpedo, penseranno subito all'inserto sul mondo del fumo lento di poche pagine che fino a pochi anni fa Monsieur quasi nascondeva al suo interno, ma anche se la loro storia è sicuramente legata da alcune figure comuni in entrambi i percorsi, non si tratta dello stesso prodotto editoriale.
Il primo numero di "Torpedo...La rivista per gli amanti del sigaro" uscì nel Dicembre del 1997 in una bella rilegatura di carta giallastra riciclata, il costo era di 15000 lire a copia con la promessa di una frequenza di uscita trimestrale.
L'impronta editoriale era molto diretta e sincera, con tanti consigli per neofiti ed appassionati, sia sugli acquisti della materia prima che su libri o simili, atti ad accrescere la cultura sull'argomento, era incentrata soprattutto sui sigari con diverse digressioni sulla pipa
Sembra lontano anni luce, in Italia non esisteva ancora Diadema Spa (che nascerà solo nel 1999 grazie tra gli altri alle intuizioni di Vincenzi e Molinari), il mercato erano monopolizzato dai sigari toscani e i cubani iscritti a tariffa erano 4 o 5, sulle pagine di Torpedo erano presenti recensioni di tabaccherie svizzere ed addirittura francesi, perché erano le mete più fornite, accessibili ed ambite per un appassionato di allora.
Paul de Sury, Andrea Vincenzi, Paolo Marchi, Alessandro Masnaghetti, erano solo alcuni degli autori che impreziosivano una rivista di assoluto livello, che divagava molto sugli abbinamenti (distillati e cocktail) ma soprattutto sull'enogastronomia e sui locali Cigar-friendly, il target era comunque molto elevato, le recensioni si riferivano a ristoranti per lo più stellati e questo insieme a tanti piccoli dettagli che emergevano dalla rivista, fa oggi capire quanto si sia fatto in tal senso per rendere questo passione più accessibile a tutti.
Leggendo oggi le pagine della rivista emergono tanti spunti di riflessione su "come eravamo" e sul "come siamo" punti di vista sicuramente personali di chi sta scrivendo di getto queste due righe, ma che vorrei condividere con gli amici e i lettori del blog.

La grandissima qualità degli autori: se rileggete alcuni del nomi che vi ho scritto sopra capirete a cosa mi riferisco, profili di altissimo livello, editori, spesso giornalisti del settore eno-gastronomico, critici, professori universitari, insomma appassionati che quasi per gioco si buttarono in questa avventura, per condividere probabilmente le loro conoscenze con quante più persone possibili.
Oggi la situazione è decisamente peggiorata, l'uso del web ha permesso a chiunque avesse per la prima volta in mano un sigaro di aprire canali di comunicazione dove spesso si assiste ad una sorta di contro-cultura da dilettante allo sbaraglio. Lo stesso dicasi per le riviste e fanzine presenti oggi in Italia, destinate più a pubblicizzare questo o quel prodotto e/o avvenimento che a fare una cultura equilibrata.

Come è cambiato il mondo del fumo lento: sicuramente in meglio, ed è forse questo lo spunto più interessante che deriva dalla mia personale lettura.
Nonostante la rivista fosse così bella in tanti aspetti, dava l'impressione di essere destinata a pochissimi eletti, cosi come a pochi eletti erano destinati i piaceri di un buon sigaro e a tal proposito già il prezzo di Torpedo sembrava sinceramente "altino" poi anche alcuni argomenti trattati erano collegati ad un palcoscenico apparentemente troppo elitario, poco fruibile ai più anche perché le possibilità di compartir erano abbastanza limitate. Oggi invece è normale condividere una fumata in un semplicissimo bar davanti ad un espresso, piuttosto che in una delle tantissime serate sparse in largo e in lungo per i club fumosi della penisola e anche il formalismo che prima sembrava molto rigido ha finalmente lasciato spazio al sano divertimento e spesso alla goliardia più sfrenata.
                                                                
                                                                Il mercato dei sigari: ultimo ma non meno importante spunto.
Limitato, molto limitato. Si recensivano sigari che oggi sono facilmente reperibili anche nelle tabaccherie meno specializzate, si catalogavano sigari come per esempio i Cuaba per "rari" si era forse molto suscettibili ai formati visibilmente più accattivanti, difficilmente si leggeva di sigari diversi dagli habanos, e non per partito preso, per fortuna non esistevano ancora le fazioni pro o contro cubani e extra-cubani, semplicemente era ancora minima la diffusione e la conoscenza del vastissimo mondo del fumo lento e ci si accontentava di quello che era possibile reperire, per fortuna appare chiaramente l'idea che l'importante non fosse tanto "cosa" fumare ma fumare un buon sigaro e forse questa lezione proveniente da una fanzine concettualmente di anni luce fa, potrebbe essere la lezione più grande da tramandare ai nostri giorni.

Buone fumate a tutti!





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