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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

17 settembre 2011

I sigari della steppa

Continuiamo il nostro viaggio in giro per il mondo cominciando ad esplorare brevemente alcuni Paesi meno noti, ma ugualmente in ascesa per la passione per i puros, iniziando dalla Russia.

I sigari hanno una storia
di grande interesse in Russia, dove si racconta che Caterina la Grande avesse inventato sue anille personalizzate per proteggere le dita dalle macchie di nicotina.
Anche di Lenin si dice che avesse acquistato sigari a credito presso il negozio Davidoff di Ginevra prima di tornare in patria, nel 1917, per iniziare la rivoluzione pur preferendo mostrarsi in pubblico con le più proletarie sigarette.

La popolarità dei sigari iniziò a crescere negli anni Novanta, con la caduta del regime sovietico e l'aumento della ricchezza, anche se la presenza di sigari non era nuova in Russia. Pur presentati dalla
propaganda sovietica come il segno distintivo del capitalismo occidentale, a metà degli anni Sessanta, tuttavia, i sigari cubani erano già apparsi sugli scaffali di numerosi
negozi specializzati a Mosca, con brand come Belinda,
Cabanas, Partagas,
Montecristo e Romeo y Julieta. Questi prodotti
erano disponibili grazie
allo stretto rapporto politico tra Cuba e l'Unione Sovietica. In epoca sovietica,
l'importazione di sigari
aveva raggiunto i 13 milioni di pezzi all'anno, anche se quei sigari erano per lo più
fatti a macchina.

Oggi, Infifon II NANV è il
distributore esclusivo di
tutti i sigari cubani in
Russia e detiene una quota di vendita al dettaglio di circa il 50%.
La Russia ha importato 2,2
milioni di sigari fatti a mano
nel 2008, ma la quantità era
crollata del 45 per cento
a 1,2 milioni nel 2009, con una lenta ripresa nell'anno successivo, in parallelo con una diminuzione del consumo di sigarette. Il locale produttore di sigari, la Fabbrica Tabacchi
Pogar a Bryansk, ha
prodotto 1,5 milioni di
sigari.

Oggi, si stima che in Russia ci siano 600.000 fumatori di sigaro. Il tipico aficionado
russo, secondo le statistiche, è un maschio tra i 30 e i 65 anni, fuma una volta al giorno, e ha un humidor in casa. Proprio per questo, i fumatori tendono a scegliere sigari più corti e di cepo ampio per ottenere un maggior godimento in
meno tempo. Coloro che
fumano meno a causa
della diminuzione del numero dei posti in cui si è
autorizzati a fumare si
stanno concentrando, altresì, su sigari più grandi e più "saporiti".
Comunque, i prezzi dei sigari fatti a mano li tengono fuori dalla portata di molti russi: ad esempio, un Robusto nella media
può costare 240 rubli (8 euro circa), mentre il Cohiba
Behike arriva a costare 2.100 rubli (ben 70 euro).

1 commento:

  1. benchè non abbiano una grandissima cultura sul gusto sigarofilo, i russi cominciano ad apprezzare i puros di qualità (http://www.cubaheadlines.com/2008/10/19/13968/habanos_day_celebrated_moscow.html) costituiranno una fetta importante di mercato nei prossimi anni, assieme ai paesi emergenti, cina in testa, dove, seppure la percentuale di popolazione che si può permettere sigari è minima, sui grandi numeri di popolazione rappresenta comunque un mercato imponente.

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