Sembra che il sigaro toscano, a differenza del puro, non abbia molto da dire agli appassionati. Rude, storto e, in apparenza, con poche sfumature, il sigaro dell'unità italiana è stato, invece, oggetto, negli ultimi anni, di numerose pubblicazioni che ne esplorano storia e segreti e che, nella miglior tradizione letteraria italiana del divertissement, risultano anche di godibile lettura.
Dall'ormai classico libro di Aldo Santini del 1996, che ripercorre il fenomeno del toscano legandolo agli aspetti letterari e sociali della cultura dell'Otto e Novecento, sembrano passati non solo quindici anni, ma ben più decenni.
Merito, certamente, dell'espandersi, anche per il toscano, della cultura e carousing, ossia del dedicare un pò del proprio tempo libero ai piaceri sociali non produttivi, tra i quali anche il fumo lento, che coito giovani.
Da quando il giornalista livornese dedicò il suo pastiche a personaggi legati da uno speciale rapporto con lo "stortignaccolo", è stato compiuto un percorso di grande rilievo e fruttuosità nell'esaminare il sigaro toscano dal punto di vista storico, con punte nella storia della sociabilità, delle caratteristiche organolettiche del Kentucky, di una ritualità che non ha molto da invidiare al suo celebre parente cubano, anche di abbinamenti certamente non tasti come il puro, ma nondimeno allettanti per noi italiani e che specie d'estate, nei vari luoghi di vacanza, sarebbero da sperimentare.
Dal volume di Testa e Marconi, con cui si inaugurò una breve, ma notevole collana sul toscano di Giunti, al libro edito da Lupetti, i testi che vi consigliamo di leggere ed annotare sono oramai accrtanza per una bella sessione di lettura magari accompagnata da un bel bicchiere di passito ed un buon toscano fumato alla maremmana...
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