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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

01 febbraio 2012

L'Unità d'Italia e i "sigari dei forti"



Con questo post iniziamo un breve viaggio a ritroso nella nostra storia alla ricerca delle volute di fumo di sigaro intrecciate al tricolore. Il processo di unificazione nazionale, infatti, passa anche tra le volute spesse del fumo dei sigari. Toscani, virginia, sigari caraibici e brasiliani hanno segnato i sessant'anni del nostro Risorgimento, fumati da patrioti più o meno famosi, o meglio, di prima e seconda fila, che seguiremo iniziando da quelli che Ugo Foscolo, un altro dei padri nobili dell'identità nazionale, avrebbe chiamato "i forti".

Basti pensare a quello che per gli italiani è il simbolo vivente del Risorgimento, quel Giuseppe Garibaldi che è secondo in popolarità, forse, solo a Dante, e che, avendo iniziato ad apprezzare i sigari nelle sue esperienze da guerrigliero nell'America del Sud, scandiva le tappe della sua trionfale conquista delle Due Sicilie fumando un toscano alla maremmana. Tanto che si racconta - e il pittore Girolamo Induno lo ha immortalato in un celebre dipinto - che l'Eroe dei Due Mondi stemperasse la tensione alla vigilia della decisiva battaglia del Volturno esaminando il campo da un'altura con un sigaro stretto tra i denti. O ancora, si fece ritrarre in vecchiaia con un sigaro in mano - ritratto, questo, notissimo ai fumatori di lungo corso come chi vi scrive, in quanto si trovava sui primi pacchetti di toscani Garibaldi.

Ancora, di Vittorio Emanuele II si racconta che di lui la regina Vittoria avesse detto che odorasse di selvatico. Probabilmente il forte odore del primo sovrano d'Italia derivava dal consumo costante di sigari toscani che il Savoia si concedeva fin dagli anni dell'appendistato nell'esercito, nel quale - come testimoniano molti dipinti dei macchiaioli - fumare il sigaro ingannava le lunghe veglie e le marce forzate. Questa pratica del sigaro per i combattenti sarebbe, peraltro, durata fino alla Grande Guerra. Comunque, della passione del "re galantuomo" per il sigaro è eloquente testimonianza il suo detto (non si sa quanto apocrifo) "un sigaro e una croce di cavaliere non si negano a nessuno".

Anche i due grandi avversari in campo ideologico, Cavour e Mazzini, erano uniti dalla passione per il sigaro, tanto che dell'Apostolo della patria si narra che, in esilio a Londra, ricevesse dalle dame che si occupavano del suo vitto una quantità giornaliera di sigari.

Ma il sigaro scandì anche le gesta di quelle masse che fecero materialmente l'Italia. E di questo parleremo in un prossimo post...

4 commenti:

  1. Ottimo post storicamente ben fatto grazie. Da' nobiltà alle nostre fumate

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  2. Si..... Bel post...... Ma la storia di tutto il risorgimento è dovuta proprio dal toscano (stortignaccolo)..... Compagno di mille battaglie.

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