Giuseppe Zuccolo e Massimo Zerbo |
Abbiamo ribadito più volte nelle pagine di questo blog, come l'azienda abbia segnato un decisivo cambio di passo a partire dal lancio del Fondatore in poi, sbilanciandosi su registri organolettici più accattivanti, rispetto ai primi prodotti rilasciati sul mercato, e che questo si sia tradotto in un incremento qualitativo, sintomo di una buona gestione dell'intera macchina aziendale. Buona gestione, si badi bene, non solo a livello finanziario ed organizzativo, ma anche sul piano della passione per il prodotto, per la sua storia e per il capitale umano dietro al consorzio. Del resto in tutte le realtà dove si fa qualità questo aspetto non manca mai. Chiunque abbia parlato con Massimo Zerbo o Giuseppe Zuccolo, ma anche con
Michele Colavita, responsabile eventi NdB e "frontman" in molte serate organizzate in collaborazione con l'azienda, avrà notato la passione, oltre alla professionalità, che ciascuno di loro mette in quello che fa. Questo vale al di la di ogni cosa e non cambia, lo si sente fumando un Sestiere, o un Fondatore (solo per prendere i primi due esempi che mi sovvengono), lo si vede nel rispetto che i vertici aziendali esprimono quando parlano dei coltivatori, e di tutti i lavoratori e sigaraie del consorzio.
Passione, professionalità e dedizione che, agli occhi di chi vuole leggere attentamente anche la vicenda del progetto naufragato, non sono venute meno neanche in questo frangente. Tutti quelli che hanno partecipato al progetto lo hanno potuto vedere. L'azienda ha cercato di trovare il miglior compromesso tra le nostre richieste e la loro organizzazione, in modo da proporci un prodotto sul quale NdB potesse garantire la qualità richiesta. Chi ha partecipato ai test, alle chat, alle telefonate ecc, ha trovato ulteriore conferma. E anche nell'epilogo poco felice, per noi che ci abbiamo messo a nostra volta passione, non possiamo, per onestà intellettuale, fare a meno di sottolineare ancora una volta la professionalità e l'amore per l'azienda dei manager. Come sappiamo si tratta di una azienda privata con degli asset e dei partenariati ben definiti, il cui obiettivo primario è proteggere e remunerare con giusti compensi tutti i lavoratori e i consorziati del Consorzio Tabacchicoltori Montegrappa. Obiettivo primario che i dirigenti hanno perseguito anche in questo frangente, anche, e permettetemi di dirlo a titolo personale, da parte di uno che ha seguito la vicenda dall'inizo alla fine, facendo da parafulmine e assorbendo "colpe" non loro (qualora di colpa si possa parlare). Ufficialmente, la chiusura del progetto viene da Nostrano, per non meglio specificate ragioni commerciali, il che presupporrebbe una errata valutazione e una scarsa conoscenza del mercato da parte dei vertici aziendali... Vuoi vedere che all'improvviso, dei manager capaci che hanno salvato una azienda in difficoltà portandola ad ampliare, differenziare e migliorare l'offerta, e a generare profitto, partendo da una situazione finanziaria difficile, improvvisamente da un giorno all'altro non sanno più fare il loro mestiere e si imbarcano in un progetto, creando miscele, studiando e sviluppando un packaging, e investendo il loro tempo, su qualcosa che scoprono solo alla fine di tutto, essere fallimentare? Personalmente, e ribadisco, personalmente, avendo seguito tutto il progetto dalla sua nascita non credo sia così, credo che i motivi siano da ricercare altrove, e credo che l'azienda si sia comportata come doveva, per proteggere se stessa e i suoi lavoratori. Per questo rinnovo la mia stima allo staff di Nostrano, e resta immutato il mio apprezzamento, già espresso su queste pagine, per i prodotti, e per una azienda che rappresenta una tipicità unica per il nostro paese.
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