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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

19 ottobre 2016

Sigari dei paesi "minori": Indonesia

L'indonesia è certamente il paese asiatico più rappresentativo nella produzione di foglie da sigaro, e anche se nella produzione di sigari è superata dalle Filippine, resta un caposaldo nella produzione di tabacco. Sumatra, tra le 10 isole più estese del pianeta, vanta anche diverse varietà di tabacchi scuri da fascia e da tripa. La fascia di varietà "sumatra" o "indonesia" è coltivata con successo anche in centroamerica, sia tapado che sun grown, con discreti risultati, ed utilizzata anche in premium caraibici di un certo rilievo.
La nota "dolente" viene però quando si parla di sigari autoctoni, poichè la lunga dominazione olandese, per quasi 350 anni dal 1602 al 1950, ha profondamente influenzato anche la produzione del tabacco e del sigari, verso gusti marcatamente acidi, tipici del cosiddetto "gusto olandese".
Ed infatti la stragrande maggioranza dei sigari da export che oggi provengono dall'indonesia hanno
questo tipo di nota gustativa, che rende le fumate poco equilibrate. La capitale manifatturiera per i sigari indonesiani è Yogya, sull'isola di Java, anche se non mancano altre fabbriche sparse sulle altre isole maggiori dell'arcipelago.
Ma veniamo ai sigari, il campione di prodotti fumati per questo articolo consiste in: Sultan Robusto e Sultan "Ron Stacy" signature (da non confondere con il marchio Sultan Nicaraguense, che invece è un brand di sigari economici per il mercato interno del Nicaragua), Dos Hermanos Royal Toro, Wismilak Premium selection petit corona, Bagaskara robusto, Adipati long panatela, Bali Djanger Panatela.
Come anticipato, sia per il mercato di riferimento asiatico, che per i principali mercati di esportazione per la maggior parte dei sigari indonesiani, il gusto è orientato verso una spiccata acidità, accompagnata da forza nicotinica non troppo elevata, e da una paletta aromatica lieve ma abbastanza variegata, con note dominanti di fieno, sottese da lievi aromi di cuoio, caffè e cacao.
L'unica eccezione è rappresentata dal Sultan, in entrambe le sue varianti, dove la nota acida non è dominante, e la forza è leggermente più pronunciata. In concomitanza, compaiono note terrose, non comuni negli altri sigari testati, si affiancano sempre le note di cacao e caffè a tratti alterni, e sul finale compaiono note più speziate.
La buona struttura aromatica purtroppo non è supportata da una altrettanto adeguata paletta gustativa. Pur sfumando la nota acida infatti, non possiamo definire buono l'equilibrio al palato, nemmeno per il marchio Sultan, poichè a tratti compare una nota asciutta associata ad un gusto amaro, che rende la "bocca" di questi prodotti appena sufficiente.
In definitiva, un paese che non brilla per qualità dei sigari, almeno per i campioni testati da chi vi scrive. Per le foglie da fascia invece, oramai da anni il paese è affermato nella fornitura di capas per i sigari di qualità media e medio-bassa, ma con l'intervento imprenditoriale estero, e con l'esportazione di seme per la coltivazione in altri ambienti, le capas indonesiane si stanno pian piano facendo strada anche nei premium di qualità più alta.

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