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13 settembre 2015

Ruolo dei toni "eterei" nelle percezioni aromatiche

Benchè nei sigari non si possa parlare strettamente di aromi eterei come avviene nel vino, dove frequentemente durante l'invecchiamento si sviluppano toni assimilabili all'odore di solvente o di idrocarburi, anche nei sigari esiste un gruppo di aromi, più associato alla qualità della materia prima utilizzata ed alle tecniche di fermentazione del tabacco, che può ricordare questa categoria di "descrittori olfattivi" nota ai sommellier.
Nei sigari le note eteree non sono sempre presenti, e quando si palesano possono essere più o meno fini. A volte ci si limita a descrivere una sensazione genericamente eterea, in cui per via della sovrapposizione di altri aromi non si riesce a connotare più precisamente la nota olfattiva, altre volte è possibile individuare una nota più precisa che quasi sempre  oscilla tra il balsamico e il liquoroso, più raramente possono comparire
toni di idrocarburi, quasi sempre associati, ed in parte offuscati, da un sentore di gomma naturale o di catrame.
Ma al di la dell'analisi di quelle che possono essere le sensazioni eteree riscontrabili in questi prodotti, in questo articolo si vuole discutere quale sia il ruolo di queste note nella percezione complessiva, e, qualora sia possibile, individuare una correlazione tra la presenza di queste note e la qualità dei prodotti.
Cominciamo proprio da quest'ultimo punto, dicendo che di norma la comparsa di toni balsamici, liquorosi, e più in generale eterei, è associata a sigari di buona qualità, spesso con livelli di forza almeno medio alti. Con buona approssimazione possiamo affermare che il palesarsi di questi aromi in fumata è spesso preceduto da una buona intensità aromatica anche nell'analisi a crudo. Inoltre, sempre in linea tendenziale, i sigari che esprimono note eteree al naso, spesso estrinsecano anche una cremosità più o meno spiccata percepibile nel retropalato.
Tornando al "topic" principale di questo articolo, è possibile affermare che la presenza di toni eterei predispone il naso ed il retronaso ad una maggiore ricettività, rendendo più intense e nitide le sensazioni olfattive. Quale sia il meccanismo alla base di questo risultato non è chiarissimo, e anche la letteratura scientifica scarseggia, tuttavia, facendo un parallelo con la degustazione enologica possiamo pensare ad un paio di ipotesi.
I toni eterei sono spesso associati a sostanza che in natura agiscono da solvente per numerosi composti aromatici, questo potrebbe spiegare in parte la maggiore intensità aromatica percepita in sigari che esprimono questi aromi.
La seconda ipotesi è che come negli alcoolici la presenza di composti eterei (ivi incluso l'alcool nel caso dei vini e dei distillati) abbia una azione termogenica a contatto con il palato e le papille olfattive, questo porta ad una maggiore estensione della mucosa olfattiva in cui sono inserite le cellule recettrici della mucosa nasale, di conseguenza aumenta la sensibilità fisiologica degli aromi nel loro complesso.
Più verosimilmente il ruolo dei toni eterei nella percezione aromatica complessiva è una somma di questi due fattori.

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