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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

12 agosto 2015

La pipa: il perno del bocchino

Contrariamente a quanto si possa pensare, non è un elemento affatto secondario nella valutazione e nella costruzione di una pipa. Tutti, grosso modo, sappiamo cosa è il perno del bocchino di una pipa; c'è chi usa il termine “tenone” ricavandolo da un lessico edilizio: l'incastro di un travetto o di un pannello che si inserisce in un adeguato alloggiamento chiamato “mortasa”; a quanto ne so, è una terminologia usata anche per le armi. Io non sono un appassionato di questi usi analogici che prendono in prestito termini da altri campi e preferisco, per la pipa,  il termine “perno” che forse è più generico ma che simbolicamente porta con sé il destino di un oggetto. Spesso nel linguaggio comune è frequente l'espressione “quell'uomo è il perno della famiglia”, oppure “quel personaggio è il perno del suo partito politico”; questo a dire che quando indichiamo qualcosa o qualcuno come “perno” intendiamo far riferimento ad esso come elemento portante di una esperienza, di una struttura, di un evento e quant'altro. Sto divagando? Probabilmente sì ma lo faccio volutamente per segnare, nel nostro caso una evidenza fondamentale: senza il perno la pipa non sarebbe quella che è. Nel corso di questo articolo si comprenderà come un perno fatto in un certo modo, innestato con determinati criteri, renda la qualità di una pipa.  La qualità a cui noi fumatori ci riferiamo è sempre quella della fumata: asciutta, senza gorgoglii e che consegni al nostro palato il gusto netto e riconoscibile del tabacco. E' piuttosto ovvio ritenere che se il perno è disallineato con il foro del cannello o ha un foro con un diametro diverso da quest'ultimo, è immaginabile pensare che tali circostanze provochino delle modifiche del flusso del fumo compromettendo l'esito della fumata che diventerebbe più umida e più contaminata. Senza entrare in merito a questioni di fisica dei fluidi o dei gas, basti dire che più è garantita la continuità del flusso, maggiore è la costanza di quest'ultimo in termini di temperatura e di consistenza. Gli ostacoli provocati da un innesto fatto e studiato male inevitabilmente portano a un ristagno e a una formazione di umidità. Quindi, studiare bene l'innesto di una pipa significa già preparare la strada a un oggetto che possa funzionare bene secondo quanto richiede la sua virtù. Senza tener conto di innesti particolari come l'army mounted, nelle pipe con innesto canonico, il perno si presenta come una spina di forma cilindrica che varia in genere dai 6 ai 9 mm (in base anche alla predisposizione del filtro) e che collega il bocchino al cannello della pipa, all'interno una sede specifica che i costruttori della tradizione lombarda chiamano con il termine inglese flock che dovrebbe essere inteso come punto di raccordo o camera di condensazione o come mortasa.  Questo innesto tra flock e perno non deve essere né troppo lasco perché può provocare oltre alla ovvia caduta della pipa durante la fumata, anche delle infiltrazioni, né troppo duro perché eviterebbe una agevole estrazione del bocchino per la pulizia della pipa. Non sono infatti rare le rotture del perno durante questa operazione. I perni possono essere di due tipi: torniti dal corpo del bocchino o innestati (flockati) in esso.   I perni torniti direttamente dal corpo del bocchino durante la sua lavorazione comportano un lavoro maggiore in termini di tempo ma certamente più accurato. Il lavoro di tornitura del perno è uno dei motivi oggettivi del prezzo alto di alcune pipe rispetto ad altre. Basti pensare a marchi come Castello e Dunhill. Oggi questo parametro non è molto rispettato per tutta una serie di scelte costruttive da parte degli artigiani che sono emersi negli ultimi 7/8 anni.  Ottenuto in questa maniera, il perno risulta essere dello stesso materiale del bocchino: metacrilato o ebanite. Entrambi questi materiali sono molto sensibili al calore per cui tendono a “inchiodarsi” nella sede; motivo, questo, per cui si sconsiglia di smontare la pipa quando è calda. Tuttavia questo permette una maggiore tenuta stagna che impedisce infiltrazioni di umidità. La tornitura tende ad assottigliare  il corpo del bocchino e a creare un punto di fragilità che espone la pipa alla classica rottura del perno in caso di cadute.  La tornitura del perno si effettua su barre di metacrilato o ebanite, quindi su bocchini realizzati ad hoc per la pipa.   Su bocchini cosiddetti “prefatti” o pretorniti e quindi assemblati nelle pipe, il perno è semplicemente innestato. In questo caso i materiale usati per il perno sono svariati; il più diffuso è  il teflon, un materiale più elastico e più resistente alle alte temperature rispetto all'ebanite e al metacrilato, il che consente di “lubrificarsi” dentro la sede del cannello offrendo il vantaggio di smontare la pipa durante la fumata per qualunque esigenza. Essendo molto più morbido e non inchiodandosi nel flock come altri materiali, in linea teorica potrebbe comportare il rischio di infiltrazioni tra il perno medesimo e i vari innesti. Talora, se il perno non è ben incollato  alla sede del bocchino, potrebbe evidenziarsi una “battuta” alta originando il cosiddetto effetto “luce” tra cannello e bocchino, ossia  una non perfetta chiusura  tra i due elementi, indice di un lavoro non propriamente raffinato ma spesso adeguato al prezzo della pipa. Questo problema si presenta meno nel perno tornito per il quale il punto di innesto con il bocchino e perfettamente “a filo” rendendo possibile un montaggio perfetto con il corpo della pipa. Tuttavia, occorre precisare che l'innesto rinforza il punto di giuntura tra perno e bocchino rendendo la pipa meno esposta alla classica rottura in caso di caduta accidentale. E' tautologico ritenere che l'innesto del perno nel bocchino sembra essere un vantaggio più del produttore che abbassa i tempi di produzione che non per il fumatore che certamente non si trova sempre nell'esigenza di proteggere la pipa dalle cadute o di smontarla durante la fumata. D'altro canto possiamo precisare che per un cannelli piuttosto sottile, come è di moda ultimamente, un perno in teflon o in altri materiali che scivolino più facilmente, può evitare lesioni al cannello stesso. E' il caso di pipe particolarissime come quelle costruite dal compianto Paolo Becker. Come si è detto all'inizio, affinché la pipa possa funzionare a dovere senza produrre gorgoglii e condensa, occorre che il perno occupi tutta la sede della “mortasa” o del flock, in maniera tale che non si creino sacche di condensazione tra il foro di uscita del cannello e quello di entrata del perno stesso. Ci possono essere, tuttavia delle tolleranze decisamente inferiori al millimetro. E' fondamentale inoltre il perfetto allineamento dei fori e che ci sia lo stesso diametro tra condotto del cannello e condotto del perno in modo che il fumo non incontri alcun elemento di discontinuità e formi così  “turbolenze” che lo raffreddino producendo della condensa che prima o poi giungerà in bocca al fumatore che ne rimarrà disgustato.  Per ovviare a questo inconveniente, alcuni costruttori hanno elaborato l'espediente tecnico di svasare la sommità del perno per creare un  punto di espansione e far depositare gli umori che si creano, lasciando il fumo meno “carico”. E' ovvio che poi la pipa vada pulita, eliminando  tale deposito.  Da quanto detto si evince come, insieme alla stagionatura della radica (questione molto spinosa e trattata diversamente dalle varie scuole di pensiero), l'innesto tra bocchino e cannello è da annoverare come uno dei responsabili della qualità di una fumata, ferma restando la capacità del fumatore che rimane sempre la boa intorno a cui bisogna nuotare per ogni argomento tecnico – qualitativo della pipa.   Abbiamo così trattato un aspetto fondamentale che garantisce, insieme ad altri, ma secondo me più di altri, la qualità funzionale di una buona pipa. Nel prossimo articolo affronteremo  una delle questioni tecniche più controverse, vale a dire il filtro.
Un bocchino con perno canonico 
Contrariamente a quanto si possa pensare, non è un elemento affatto secondario nella valutazione e nella costruzione di una pipa. Tutti, grosso modo, sappiamo cosa è il perno del bocchino di una pipa; c'è chi usa il termine tenone ricavandolo da un lessico edilizio: l'incastro di un travetto o di un pannello che si inserisce in un adeguato alloggiamento chiamato mortasa; a quanto ne so, è una terminologia usata anche per le armi. Io non sono un appassionato di questi usi analogici che prendono in prestito termini da altri campi e preferisco, per la pipa, il termine “perno” che forse è più generico ma che simbolicamente porta con sé il destino di un oggetto.
Spesso nel linguaggio comune è frequente l'espressione “quell'uomo è il perno della famiglia”,
oppure “quel personaggio è il perno del suo partito politico”; questo a dire che quando indichiamo qualcosa o qualcuno come “perno” intendiamo far riferimento ad esso come elemento portante di una esperienza, di una struttura, di un evento e quant'altro. Sto divagando? Probabilmente sì ma lo faccio volutamente per segnare, nel nostro caso, una evidenza fondamentale: senza il perno la pipa non sarebbe quella che è. Nel corso di questo articolo si comprenderà come un perno fatto in un certo modo, innestato con determinati criteri, renda la qualità di una pipa.
La qualità a cui noi fumatori ci riferiamo è sempre quella della fumata: asciutta, senza gorgoglii e che consegni al nostro palato il gusto netto e riconoscibile del tabacco. E' piuttosto ovvio ritenere che se il perno è disallineato con il foro del cannello o ha un foro con un diametro diverso da quest'ultimo, è immaginabile pensare che tali circostanze provochino delle modifiche del flusso del fumo compromettendo l'esito della fumata che diventerebbe più umida e più contaminata. Senza entrare in merito a questioni di fisica dei fluidi o dei gas, basti dire che più è garantita la continuità del flusso, maggiore è la costanza di quest'ultimo in termini di temperatura e di consistenza. Gli ostacoli provocati da un innesto fatto e studiato male inevitabilmente portano a un ristagno e a una formazione di umidità. Quindi, studiare bene l'innesto di una pipa significa già preparare la strada a un oggetto che possa funzionare bene secondo quanto richiede la sua virtù.
schema sintetico di un innesto
Senza tener conto di innesti particolari come l'army mounted o quelli ad avvitamento, nelle pipe con innesto canonico, il perno si presenta come una spina di forma cilindrica che varia in genere dai 6 ai 9 mm (in base anche alla predisposizione del filtro) e che collega il bocchino al cannello della pipa, all'interno una sede specifica che i costruttori della tradizione lombarda chiamano con il termine inglese flock che dovrebbe essere inteso come punto di raccordo o come mortasa. Questo innesto tra flock e perno non deve essere né troppo lasco perché può provocare oltre alla ovvia caduta della pipa durante la fumata, anche delle infiltrazioni, né troppo duro perché eviterebbe una agevole estrazione del bocchino per la pulizia della pipa. Non sono infatti rare le rotture del perno durante questa operazione.
I perni possono essere principalmente di due tipi: torniti dal corpo del bocchino o innestati (flockati) in esso.


perno tornito direttamente nel bocchino
- I perni torniti direttamente dal corpo del bocchino durante la sua lavorazione comportano un lavoro maggiore in termini di tempo ma certamente più accurato. Il lavoro di tornitura del perno è uno dei motivi oggettivi del prezzo alto di alcune pipe rispetto ad altre. Basti pensare a marchi come Castello e Dunhill. Oggi questo parametro non è molto rispettato per tutta una serie di scelte costruttive da parte degli artigiani che sono emersi negli ultimi 7/8 anni.
Ottenuto in questa maniera, il perno risulta essere dello stesso materiale del bocchino: metacrilato o ebanite. Entrambi questi materiali sono molto sensibili al calore per cui tendono a “inchiodarsi” nella sede; motivo, questo, per cui si sconsiglia di smontare la pipa quando è calda. Tuttavia questo permette una maggiore tenuta stagna che impedisce infiltrazioni di umidità. La tornitura tende ad assottigliare il corpo del bocchino e a creare un punto di fragilità che espone la pipa alla classica rottura del perno in caso di cadute.
La tornitura del perno si effettua su barre di metacrilato o ebanite, quindi su bocchini realizzati ad hoc per la pipa.

perno in teflon  innestato. nel bocchino
- Su bocchini cosiddetti “prefatti” o pretorniti e quindi assemblati nelle pipe, il perno è semplicemente innestato. In questo caso i materiale usati per il perno sono svariati; il più diffuso è il teflon, un materiale più elastico e più resistente alle alte temperature rispetto all'ebanite e al metacrilato, il che consente di “lubrificarsi” dentro la sede del cannello offrendo il vantaggio di smontare la pipa durante la fumata per qualunque esigenza. Essendo molto più morbido e non inchiodandosi nel flock come altri materiali, in linea teorica potrebbe comportare il rischio di infiltrazioni tra il perno medesimo e i vari innesti. Talora, se il perno non è ben incollato alla sede del bocchino, potrebbe evidenziarsi una “battuta” alta originando il cosiddetto effetto “luce” tra cannello e bocchino, ossia una non perfetta chiusura tra i due elementi, indice di un lavoro non propriamente raffinato ma spesso adeguato al prezzo della pipa. Questo problema si presenta meno nel perno tornito per il quale il punto di innesto con il bocchino e perfettamente “a filo” rendendo possibile un montaggio perfetto con il corpo della pipa. Tuttavia, occorre precisare che l'innesto rinforza il punto di giuntura tra perno e bocchino rendendo la pipa meno esposta alla classica rottura in caso di caduta accidentale.
E' tautologico ritenere che l'innesto del perno nel bocchino sembra essere un vantaggio più del produttore che abbassa i tempi di produzione che non per il fumatore che certamente non si trova sempre nell'esigenza di proteggere la pipa dalle cadute o di smontarla durante la fumata.
D'altro canto possiamo precisare che per un cannello piuttosto sottile, come è di moda ultimamente, un perno in teflon o in altri materiali che scivolino più facilmente, può evitare lesioni al cannello stesso,
(quand'anche non sia protetto da verette o ranelle). E' il caso di pipe particolarissime come quelle costruite dal compianto Paolo Becker.

Perno svasato
Come si è detto all'inizio, affinché la pipa possa funzionare a dovere senza produrre gorgoglii e condensa, occorre che il perno occupi tutta la sede della “mortasa” o del flock, in maniera tale che non si creino sacche di condensazione tra il foro di uscita del cannello e quello di entrata del perno stesso. Ci possono essere, tuttavia delle tolleranze decisamente inferiori al millimetro. E' fondamentale inoltre il perfetto allineamento dei fori e che ci sia lo stesso diametro tra condotto del cannello e condotto del perno in modo che il fumo non incontri alcun elemento di discontinuità e formi così “turbolenze” che lo raffreddino producendo della condensa che prima o poi giungerà in bocca al fumatore che ne rimarrà disgustato. Per ovviare a questo inconveniente, alcuni costruttori hanno elaborato l'espediente tecnico di svasare la sommità del perno per creare un punto di espansione e far depositare gli umori che si creano, lasciando il fumo meno “carico”. E' ovvio che poi la pipa vada pulita, eliminando tale deposito.
Da quanto detto si evince come, insieme alla stagionatura della radica (questione molto spinosa e trattata diversamente dalle varie scuole di pensiero), l'innesto tra bocchino e cannello è da annoverare come uno dei responsabili della qualità di una fumata, ferma restando la capacità del fumatore che rimane sempre la boa intorno a cui bisogna nuotare per ogni argomento tecnico – qualitativo della pipa.

Abbiamo così trattato un aspetto fondamentale che garantisce, insieme ad altri, ma secondo me più di altri, la qualità funzionale di una buona pipa. Nel prossimo articolo affronteremo una delle questioni tecniche più controverse nel mondo della pipa, vale a dire il filtro.

Giuseppe Cerbino

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