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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

01 febbraio 2013

Conservazione: Fumatori e Collezionisti, quali differenze?



Abbiamo frequentemente parlato in queste pagine di conservazione dei puros, ogni aficionado conosce i range entro cui “muoversi” nella regolazione di temperatura (T°) e umidità relativa (UR), per evitare di danneggiare i sigari o di compromettere la fumata (18-22° e 65-75% di UR). Umidità eccessive possono infatti produrre crepe e rigonfiamenti nei puros, mentre umidità troppo ridotte rendono il sigaro secco ed eccessivamente veloce in combustione, e spesso ne risulta una fumata poco gradevole. Condizioni di umidità “anomala” associate a
temperature al di fuori dei range di conservazione ottimali accentuano i problemi appena elencati, temperature più alte di 22-23 gradi con umidità molto elevate possono causare l’instaurarsi di muffe, mentre umidità elevate a temperature più basse accentuano i danni “fisici” ai sigari, come i rigonfiamenti o le  crepe sulle capas.

Come avrete notato non è stata menzionata come “dannosa” l’umidità bassa associata alle basse temperature; abbassare la T° in concomitanza con l’UR infatti è una prassi adottata in maniera diffusa da chi conserva a scopo collezionistico i puros. Con T° nell’ordine dei 14-15° e UR prossime al 50-55% infatti, si crea un ambiente di conservazione ed invecchiamento ottimale per evitare qualsiasi rischio di  danno ai puros e per prolungarne la curva di fruibilità. Al di sotto dei 17°C infatti si arresta completamente il ciclo del bicho e di eventuali altri parassiti, e si limita fortemente il rischio di muffe, rischio che viene praticamente annullato dal contestuale abbassamento dell’umidità relativa al di sotto del 60%, rendendo estremamente improbabile qualsiasi attacco “biotico” ai puros. L’abbassamento della temperatura rende però i sigari meno elastici, ed è anche per questo che l’umidità viene abbassata in maniera importante, qualsiasi minimo rigonfiamento infatti produrrebbe fratture delle capas.

Ovviamente questi canoni di conservazione sono esclusivamente a scopo collezionistico, i sigari così conservati non esprimono il 100% delle loro caratteristiche organolettiche se presi da un humidor impostato con questi parametri e fumati immediatamente. È infatti buona prassi, quando si prevede di fumare un sigaro conservato con criteri collezionistici, prelevarlo almeno una settimana prima e metterlo in un altro humidor con parametri di conservazione standard.

Come abbiamo già ribadito alcune volte sul blog, l’umidità e la temperatura sono correlate e vanno regolate in maniera consequenziale. Sappiamo che l'UR è la percentuale di vapore acqueo contenuta nell’aria, rispetto al massimo (100%) che l’aria stessa può contenere a una determinata temperatura (oltre questa soglia c’è il punto di rugiada, l’acqua si deposita cioè fisicamente sui corpi solidi), al variare della temperatura però, cambia la quantità massima di acqua che l’aria può contenere (l’umidità assoluta quindi è più alta in aria più calda, rispetto a quella in aria più fredda a parità di umidità relativa),  sempre al variare della temperatura cambia anche l’igroscopicità del tabacco (che assorbe più acqua quando è più caldo e meno quando è freddo). Per questi motivi vi consigliamo, nell’ambito dei parametri standard di conservazione di abbassare un po’ l’umidità nel periodo estivo, rispetto a quello invernale.

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