Donald Hancock era considerato uno dei dipendenti più affidabili di Godspy, una grande casa d'aste di New York. In quanto perito e consulente, aveva spesso a che fare con numerose celebrità, tra le quali Jacqueline Kennedy Onassis, della quale si occupò, una volta, per valutarne la tenuta.
Tra le tante cose importanti e meno importanti, c'era qualcosa che aveva particolarmente interessato Hancock: l'humidor del presidente assassinato. Hancock, infatti, aveva per l'humidor un interesse non solo professionale, ma anche da appassionato di sigari e da falegname dilettante, che aveva già costruito con le proprie mani due splendidi humidores. In effetti, La cantina della sua piccola casa in un tranquillo sobborgo era una sorta di museo, con mobili spagnoli, delicate sedie Luigi XVI e mobili italiani intarsiati, repliche che soltanto gli esperti avrebbero potuto identificare come contraffatte.
La presenza dell'humidor di JFK sulla sua lista di valutazione della tenuta, nella quale erano presenti, in realtà, pezzi di gran lunga più importanti, attirò, dunque, l'attenzione dell'esperto e dell'aficionado, portandolo ad esaminare il pregiato humidor di legno. L'humidor aveva una lunghezza considerevole, di 21,5 pollici ed era fatto con il miglior legno di noce. Kennedy l'aveva ricevuto in regalo da Milton Berle, che lo fece produrre a Londra da Alfred Dunhill nel 1961. Una piccola targa era, altresì, stata allegata al regalo da Berle: "Alla salute di JFK-Buone fumate. Milton Berle, 1/20/61".
A parte questo, non sfuggivano a Donald Hancock, durante l'ispezione dell'humidor, la marca delle due manopole di ottone sui cassetti, la qualità degli interni, le
venature del legno di noce e il suo trattamento.
A quel punto, Hancock decise di fare una copia dell'humidor per sé, approfittando del fatto che mancavano ancora quattro settimane all'asta e, quindi, avrebbe avuto modo di confrontare il proprio prodotto con l'originale. Con entusiasmo, si mise
al lavoro. Prima comprò da un amico del legno di noce appropriato, ben tenuto e di altissima qualità, poi i bottoni d'ottone e la placca, che aveva inciso in base ad un fac-simile ricavato da un calco di carta con l'aiuto di uno specialista. Ogni sera, quando aveva tempo, si chiudeva nel suo laboratorio e lavorava come un pazzo. Alla fine, lavorò così bene che l'hobbista Donald Hancock convinceva il perito dell'autenticità.
Dopo aver sostituito l'originale con la replica, si rese conto che nemmeno quello era l'originale, in quanto non aveva i graffi sulla placca dedicatoria che Hancock aveva osservato con attenzione costruendo la sua copia. Il presunto humidor di JFK, di fatto perfettamente uguale all'originale, fu venduto a 520.000 dollari all'editore di Cigar Aficionado, Marvin R. Shanken.
(fonte: donursulo.com/cigar_stories9.htm)
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