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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

19 marzo 2016

Cimette Tornabuoni – il primo flop di Sansepolcro


Ero molto speranzoso quando ho scoperto che sarebbero uscite le Cimette del Mastro Tornabuoni. Quando ho avuto modo di testarle, però, sono rimasto spiacevolmente deluso.
Ci tengo a sottolineare che fin da subito ho “difeso” l’operato dell’azienda che ha messo in commercio una scatola da 50 grammi ad un prezzo alto (15 euro), ma mi sono ricreduto. Ci arriveremo più tardi.
Sciogliamo subito un nodo cardine: paragoni con le spuntature di Brissago non si possono fare e non ha nemmeno tanto senso. E’come quando si paragonano gli stessi prodotti CTS con quelli delle Manifatture. Altro tabacco, altre stagionature, altri trattamenti. Di similare ci può essere il prezzo (Toscano Originale vs MTB) ma diventa un ragionamento semplicistico dannoso nei confronti di una nuova realtà che segue politiche differenti e incontra ostacoli che una ditta di grande produzione non sa nemmeno cosa siano. Allo stesso modo, anche le
cimette svizzere sono tutt’altra cosa.

Cominciamo però dalla scheda puramente tecnica. A prima vista si presentano totalmente secche, più grandi di quanto ci si possa aspettare, rugose e vagamente farinose. Le si provano in pipa, prima da sole, poi in due mixtures.
A)     Pure - non è un prodotto indicato per una fumata di questo tipo. Carica nicotinica esagerata, si accendono facilmente ma tengono malissimo la combustione. Sono eccessivamente invadenti, non lasciano godere della paletta aromatica tipica di Sansepolcro e sono indefinibili da qualsiasi punto di vista, non perché non siano chiari gli aromi, ma perché viene coperto qualsiasi sentore. Inoltre, l’equilibrio è pressoché inesistente.
A bis) Abbiamo provato anche a umidificarle, consiglio arrivato direttamente da casa madre, anche se non proprio chiaro, oltre che ennesimo difetto di marketing (ne parleremo poco più avanti). Effettivamente in fumata sono abbordabili, leggermente più rotonde e meno invasive. Lasciano la bocca meno impastata, ma ancora siamo lontani dalla sufficienza.
In entrambi le condizioni, i sentori tipici sono quelli dello stallatico, del legno e del cuoio, con qualche nota minore di fieno. L’evoluzione è praticamente nulla, e si sposa meglio con la pannocchia che con la radica o la schiuma.


B)      In mixture con Latakia puro – Già in queste condizioni cominciano a sprigionare un loro lato più convincente: incisivo sì, ma non distruttivo. Il Latakia, peraltro, si sposa bene con quasi tutto il kentucky fire cured. Si intersecano discretamente bene, anche se continuano a non brillare: quello che dovrebbe essere un leggero pizzicore sulla punta della lingua, si trasforma ben presto in un amaro sgradevole.
C)      In mixture con Virginia puro – Il peggiore dei due matrimoni. Le cimette diventano parassitarie e non più simbiotiche, e tutto il dolce del tabacco da pipa viene annullato dalla veemenza toscana.
In bocca, la sensazione è difficile da tollerare e, duole dirlo, la speranza è quella che la fumata termini presto.

Giuseppe Cerbino, nostro CigarBlogger, nonché uno dei guru della pipa da svariati anni in Italia, rivela: “Umidificate, a crudo si dimostrano molto elastiche. Immagino che per il sigaro sia una qualità positiva, ma per la pipa no. Per questo motivo, si caricano con difficoltà, l’accensione è pessima e la tenuta scarsa. Le giudico invadenti al corpo, e il palato viene colpito troppo duramente, non permettendo un’adeguata percezione del gusto, che in ogni caso è deludente.”
Anche Giovanni Baldo, storico ex-presidente del Calabash Pipa Club, con ampia esperienza alle spalle, ritiene, testualmente, che: “Secche risultano infumabili. Ma anche dopo un’umidificazione abbondante per due settimane, mantengono una marcata sensazione di acre e acido. In miscela si manifestano più gentili, dando tono alla fumata, ma oltrepassano il confine fino a diventare insopportabili. Visto il prezzo c’erano grandi aspettative, ma purtroppo l’esito è stato infausto.”
Sono giudizi molto duri, ma dopo due prodotti di fattura medio-alta, ci può stare una stangata dalla critica.

La nota peggiore è relativa al marketing, che a nostro giudizio è totalmente sbagliato. Innanzitutto, è stato messo in commercio un prodotto con un bassissimo tasso di umidità, per cui a parità di peso c’è meno acqua e più tabacco. Per l’acquirente è ottimo, ma le cose a nostro avviso sarebbero potute essere gestite molto meglio.
Infatti, la stessa CTS raccomanda di umidificare le cimette prima della loro combustione. A quel punto, visto che non tutti i fruitori vanno a controllare il peso nominale, la cosa più logica (ma magari di più difficile realizzazione – le nostre competenze si fermano qui) sarebbe stata quella di mantenere lo stesso tasso di umidità e commercializzarle ad un prezzo inferiore.
Anche perché la critica sorge spontanea: ma se il prezzo al chilogrammo è uguale allo scorciato, perché non comprare lo stesso scorciato e, solo successivamente, a seconda della volontà di chi si appresta a fumare, decidere se sbriciolarlo in pipa o fumarlo così com’è? Le speculazioni sull’umidità relativa e sulla conservazione si sprecano, e nessuno mette in discussione che CTS pensi prima al cliente. Ma la maggior parte delle persone utilizza euristiche, nemmeno sbagliando, e trovarsi in tabaccheria una scatola di cimette da 50 grammi a 15 euro pare quasi follia. Del resto non si può fare un’analisi chimico-fisica del tabacco o un controllo sul sito dei Monopoli ogni volta che si acquista un prodotto.
La miglior risposta di marketing sarebbe stata, come già detto, metterle in commercio allo stesso tasso di umidità degli scorciati e degli interi, ma ad un prezzo minore, aggi e tassi permettendo. E riteniamo anche che la versione data dalla Compagnia relativamente al fatto che queste cimette non siano dei prodotti di scarto nella produzione dei sigari sia da vagliare attentamente, perché risulta difficile anche solo comprendere il motivo di una realizzazione ad hoc. Non diciamo sia impossibile, ma urgerebbero ulteriori verifiche.

L’unica nota totalmente positiva riscontrabile in questo prodotto è la confezione, accattivante e originale. Ma per il resto c’è ancora tanto lavoro da fare. Speriamo che questa critica, aspra se volete, ma oggettiva ad un’attenta analisi, possa migliorare il prodotto nel rapporto qualità-prezzo e, perché no, introdurre un nuovo commercio di spuntature, tanto apprezzate quanto rare nelle tabaccherie italiane.
Per il resto continueremo a fumare  quelle elvetiche, totalmente differenti, è vero. Ma con un senso ben specifico.

5 commenti:

  1. Si scrive "Sansepolcro", non "San Sepolcro". Purtroppo, non é l'unica inesattezza che leggo in questo articolo. Non mi dilungo qui: sono stato sufficientemente esaustivo su Gusto Tabacco (Come prepararare le Cimette per la pipa) e su La Compagnia del Tabacco. I contenuti sono pubblici.
    Purtroppo, mi rendo conto una volta di piú del fatto che mettere le mani nel tabacco é piú complicato di quanto sembri.
    Qui mi limito a farvi notare che l'umidificazione prolungata, specie se avviene con l'ausilio di spugnette e simili in un contenitore chiuso, é deleteria. Altrettanto deleterio é mescolare le Cimette bagnate ad altri tabacchi prima che sia terminato il processo.
    Purtroppo si tratta di un prodotto che ha un target di clientela particolare: gli altri, senza una guida, non cavano un ragno dal buco. A quel punto, meglio fumarle secche...
    Saluti.

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  2. Articolo molto interessante su di un prodotto che, personalmente, io apprezzo molto.
    Riguardo al prezzo, sì le cimette sono care (15€) ma, calcolando che a seguito dell'umidificazione, aumentano il proprio volume del 20% almeno, alla fine come resa di fumata, dato che uno il tabacco lo fuma umido e non secco, il prezzo si riallinea e diviene più che accessibile. Oltretutto non capisco bene il senso di far pagare meno le cimette con l'aggiunta di umidità, piuttosto che venderle secche: vero che in questo caso uno le pagherebbe di meno, ma anziché comprare solo tabacco paga anche una percentuale di umidità, quindi cosa cambia? Meglio tale politica a questo punto.
    Riguardo al prezzo, inoltre, è bene ricordare che a differenza dei sigari, la tassazione per i tabacchi lavorati per pipa è molto più alta (ben il 70%, contro il 50% di quella presente sui sigari) pertanto a fronte di 15€ di spesa per il cliente il guadagno per l'azienda è di 2,50 euro (circa) che diviene al netto (togliendo cioè i costi di produzione e quant'altro) di circa 1.30€ a scatola di cimette venduta. Meno di così, sinceramente, c'è poco da fare. Non a caso le cimette sono state prodotte più per la richiesta insistente della clientela piuttotosto che per cercare grandi guadagni.
    Un altro punto ancora: perché comprare le cimette piuttosto che ricavarle dal sigaro scorciato? Semplicemente perché le cimette, dopo essere state ottenute dalla lavorazione del sigaro MTB, subiscono un processo di stagionatura diverso rispetto al sigaro e pertanto ci si trova di fronte ad una tipologia di prodotto diversa rispetto a quella ottenibile partendo dallo scorciato.
    Riguardo alla fumata, io le ho provate umidificandole e non miscelate. L'importante è, dopo averle umidificate seguendo la guida su Gusto Tabacco, lasciarle arieggiare in modo tale da far evaporare i sentori ammoniacali. Passato questo tempo, in realtà mi sono trovato di fronte ad un tabacco ottimo, ruspante, appagante, con i sentori tipici di toscano sposati ad una morbidezza che rende il tutto ancor più godibile. A mio parere, se si vuole fumare vero Kentucky italiano (prodotto a km zero dalla stessa azienda) non ci sono alternative. Un prodotto perfetto per gli amanti del Kentucky.

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  3. Comunque, come già detto da chi mi ha preceduto, è Sansepolcro, non San Sepolcro :D

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  4. Qualcosa mi dice che forse non leggeremo più gli interventi di Luca.Possiamo fare grandi discorsi tecnici,e colpire positivamente l'immaginario di un neofita(come avviene con gli attuali sigari Cubani)il risultato non cambia,è un tabacco che non è piaciuto,mi riferisco ai sigari oltre che alle cime,non è piaciuto a troppi che amano fumare tutti gli altri tabacchi o sigari Kentuky,basta ascoltare il parere della gente e non di chi frequenta 2 o 3 club.Non ne sto valutando la qualità,questo preferisco lasciarlo fare a chi fuma da pochi anni e sa tutto,dico solo che ha deluso..e molto.

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