contattaci: cigarblog1@gmail.com
il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

30 luglio 2015

Origini e Storia del Tabacco Dalla domesticazione fino al X Secolo (Guest Author Jacopo Niccolò Cerasoni)




Fig. 1: Estensione ipotetica delle specie Nicotiana 
selvatiche (Nicotiana glauca e rustica), desertiche, 
e domesticate (Nicotiana tabacum) dall’America 
Centrale al Nord America. (Winter; 2000)
Diamo oggi il benvenuto a un nuovo Guest Author, Jacopo Niccolò Cerasoni, il quale ci proporrà un interessante excursus in più "puntate" sulla storia del tabacco, dalle origini ai giorni nostri.


Scoperta Occidentale del Tabacco
Nel 1753 Carl Linnaeus fu il primo a tentare un’identificazione botanica di un genere di piante particolare, le Solanaceae Nicotiana, a cui appartengono varie specie; tra le quali il nostro amato tabacco. In Philosophia Botanica, Linnaeus descrisse quattro specie differenti di Nicotiana, tutte originarie delle Americhe. Fra tutte le specie conosciute la più importante, sia economicamente che socialmente, è sicuramente la Nicotiana tabacum; la pianta che oggi identifichiamo come tabacco, usato per la produzioni di sigari, trinciati e molto altro. Solo negl’ultimi secoli si è scoperto che esistono più di 70 specie di Nicotiana e che attraverso mutazioni genetiche causate da ibridazioni e riproduzioni artificiali si è riusciti a creare una vasta gamma di tabacchi (Virginia, Kentucky…) che, pur essendo così diversi fra loro, sono tutti parte della stessa specie, N. tabacum.

Ibridazione e Domesticazione pre-Maya (IX-IV Sec. A.C.)
Uno studio biogeografico condotto da Pickersgill (2007) riporta che il tabacco moderno (N. tabacum) è il risultato di un’ibridazione indotta attraverso la domesticazione di due
specie diverse (N. sylvestris e probabilmente N. tomentosiformis) che avvenne sulla catena montuosa delle Ande, tra la Bolivia e l’Argentina del Nord. Ancor prima delle prime colonizzazioni
Spagnole nelle Americhe, il tabacco era commerciato ben oltre i suoi limiti originali, passando dalla Mesoamerica e arrivando fino alle foreste del Nord America non più tardi del IV Sec. A.C. (Fig. 1).
Seppur nato in Sud America, il tabacco vide la sua prima domesticazione da parte dell’uomo intorno all’anno 8200 A.C., dove un popolo Maya, i Popol Voh, riuscì a domesticare e piantare una prima specie di tabacco indigeno su Isla Grande, un’isola vulcanica nel Golfo di Fonseca. I più antichi resti paleobotanici (residui fossili di piante presenti nei sedimenti) di N. tabacum mai ritrovati provengono invece da Chiripa, sul Lago Titicaca, dove alcuni semi di tabacco furono datati fra il 1500 ed il 1000 A.C.. Sfortunatamente i resti rinvenuti erano in quantità insufficienti per provare un uso shamanistico o rituale del tabacco.


Fig. 2: Ceramica Maya. Prima evidenza fisica 
dell'utilizzo del tabacco in culture antiche.
 Collezione Kislak, Librerai del Congresso,
 United States Library of Congress
I Maya e la Produzione Industriale 
(300 A.C. – 900 D.C.)
Le prime fonti certe che abbiamo dell’utilizzo del tabacco in scala considerevole provengono dalla cultura Maya (Fig. 2), la quale cominciò ad usare il tabacco in modo intensivo per lo più intorno al cd. Periodo Classico Maya (300-900 D.C.). Il tabacco veniva utilizzato durante rituali e cerimonie, in virtù delle sue proprietà psicoattive e narcotiche, ma anche durante pratiche mediche, per la purificazione del corpo dalle energie negative. Come spiega Groark, in Mexican Journal of Ethnobiology (2010), la prima forma di tabacco mai utilizzata consisteva probabilmente in tabacco macinato in polvere con l’aggiunta di succo di lime. Tale impasto veniva spalmato sulle aree interne delle guance o sulle gengive, e veniva chiamato moy (in Tzotzil)  o may (in Tzeltal). Il tabacco in formato in polvere -“snuff”-  veniva definito “fratello maggiore” (bankilal) oppure “angelo” (anjel). Nella cultura Maya Zinacantan invece veniva prodotto anche un tabacco da mastico definito “grande uomo vecchio” (muk’ta mol). Tali nomi hanno ovvi riferimenti al tipo di effetto che il tabacco avrebbe dato al soggetto che assorbiva le sostanze psicoattive e narcotiche del tabacco, dando quindi un effetto allucinogeno - come nel caso dell’”angelo”, od un effetto di maggior concentrazione e apparente saggezza come ci mostrano i restanti nomi. Con lo sviluppo della cultura Maya, cambia anche il metodo di utilizzo del tabacco, che smise di essere assunto esclusivamente in forma di polvere o di fibra masticabile. Grazie a varie rappresentazioni pittografiche su codex e strutture architettoniche (ad esempio il Tempio della Croce Fogliata, Palenque) si comprende che il tabacco iniziò ad essere anche fumato. Alcune fra le rappresentazioni più importanti sono le pittografie di “Dio L”, il quale viene raffigurato mentre fuma un oggetto di forma cilindrica che espelle fumo (Fig. 3,4). Ci sono varie teorie sulla vera natura di tale oggetto, la più accreditata fra gli esperti odierni - e che anche io ritengo corretta, almeno in parte - è che si tratti di un sigaro di foglie arrotolate. C’è però da spezzare una lancia in favore della teoria meno accreditata, cioè la possibilità che Dio L in realtà fumi una pipa di tipo cerimoniale, proprio come molte culture indigene alle Americhe presenti ancora oggi. Uno scavo in particolare, condotto nella Costa Pacifica Nord Ovest del Nord America da Tushingham su Journal of Archaeological Sciences (2013), mostra varie pipe cerimoniali prodotte in pietra, con una forma allungata e cilindrica, con residui di nicotina al loro interno. Queste culture indigene del Nord America hanno le proprie radici in tradizioni originarie di culture Maya, è quindi possibile che l’utilizzo di pipe cerimoniali sia frutto di un’evoluzione di tradizioni Maya, generate durante l’estensione di tradizioni tabagifere dall’America Centrale al Nord America. Tuttavia, considerando entrambi i metodi di utilizzo, non vi è necessità che l’una ipotesi elimini l’altra, poiché entrambe le teorie potrebbero essere equamente corrette, almeno finché, in un futuro scavo archeologico, non si trovi la prova inconfutabile che il tabacco veniva fumato arrotolato o trinciato.


Fig. 3,4: Rappresentazione grafica di Dio L, dio ancestrale (Mam) Maya
Ma alla fine…
La storia del tabacco, come ogni vera ricerca del passato, è una continua evoluzione di teorie, ritrovamenti e misteri. Tutto ciò che vi ho appena raccontato è solo il resoconto della storia che ha portato il tabacco dalla sua possibile nascita fino alla suo primo utilizzo e la creazione di ciò che noi oggi definiamo Tabacco. Come ogni ricerca che si rispetti, però, non possiamo fare altro che pensare, fantasticare su cosa sia realmente successo, magari seduti cerimonialmente davanti un fuoco, assaporando un sigaro.



3 commenti:

  1. Molto interessante... Mi permetto di suggerire all'autore di integrare una bibliografia delle fonti utilizzate, cosí da rendere piú agevole un eventuale approfondimento della tematica a chi fosse interessato.

    RispondiElimina
  2. Caro Maurizio,
    Nell'ultima puntata della serie, verrà citata dettagliatamente tutta la bibliografia usata dall'autore per l'articolo
    Grazie comunque del cortese suggerimento

    RispondiElimina

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...