Dopo pochi giorni dall'uscita della classifica di Cigar Aficionado (CA), anche l'europeo Cigar Journal (CJ) ha pubblicato la sua top 25.
Non possiamo fare a meno di notare una prima analogia con la classifica precedente, e cioè la presenza del Montecristo n.2 (questa volta al secondo posto e non al primo) e di un Cohiba nella top 5. Ammettiamo che ci sfuggono le logiche dietro a questa classifica, CA aveva utilizzato cubani EMS per le valutazioni, ignoriamo di che provenienza siano i sigari valutati da CJ, ma ci sentiamo di affermare che, pur credendo che i sigari valutati siano stati stimati con criterio, riteniamo che la posizione in classifica, specialmente del Montecristo n.2, su entrambe le testate non sia rappresentativa della media di mercato per quella vitola; probabilmente sigari valutati in entrambi i casi erano esemplari particolarmente "fortunati" provenienti dal mercato inglese.
Valutando la classifica di CJ, al primo posto troviamo il Robusto della nuova linea Nicaragua di Davidoff, un prodotto di indubbia qualità, ma certamente non da primo posto. La prima sorpresa positiva arriva al terzo posto, con il Toro della linea Julius Caesar di Diamond Crown, un sigaro che non ci aspettavamo di trovare in questa posizione, e che valorizza l'Ecuador come paese produttore di foglie da tripa e non solo da fascia, si tratta infatti di un puro ecuadoregno, rollato in Repubblica Dominicana. Questa posizione sancisce definitivamente il diritto dell'Ecuador ad essere considerato, assieme al Perù, paese emergente e promettente nella produzione di puros.
Al quarto posto un habituè della top ten: Oliva con la sua serie V, nella nuova variante Melanio, che utilizza una foglia da fascia dell'Ecuador, anzichè nicaraguense come nella serie V standard. Quinto posto per un sigaro che crediamo non abbia bisogno di presentazioni; l'esplendido di cohiba è infatti assieme ad alcune altre vitolas l'emblema dell'alta qualità nelle produzioni correnti di habanos SA.
Al sesto posto la limitata 2013 di Zino Platinum, su cui non ci esprimiamo non avendone esperienza diretta, ma che, conoscendo la marca Zino, non ci stupiamo di trovare in top 10. Settimo posto invece, per il Rocky Patel decade robusto, blended di origine honduregna, di cui chi vi scrive ha avuto modo di delineare le ottime qualità (in quel caso si trattava del formato Toro) poche settimane fa su questo blog.
Ottavo posto per un altro honduregno blended, il La Palina El Diario KBII, anche questa è una sorpresa positiva, per il formato, poichè si tratta di un sigaro di cepo 40, che si aggiunge ai diversi formati sottili HonDoNi, rilasciati nell'ultimo periodo, che ci fanno ben sperare per il rilancio di questo tipo di vitolas dopo anni di moda del ring gauge generoso. Nono posto per la family reserve di Padròn, che ovviamente non manca mai la top 10 della qualità mondiale. Decimo posto per il serie d'oro no.2 di Punch, edizione limitata 2013, che alcuni hanno paragonato (forse esagerando) all'edizione regionale inglese (serie d'oro n.1) di qualche anno fa.
Gurkha non arriva alla top 10 come su CA, ma si piazza al 12esimo posto con la cellar reserve , appena dietro a Perdomo 20th aniversary. Nel resto della classifica troviamo alcuni sigari che su CA erano tra i primi 10 come la marca Aging Room, e altri brand conosciuti come Torano, AVO, Flor de Selva, Partagas, e Villiger (che con le linee long filler sta dimostrando di non essere solo un produttore per il mass market); altre marche meno note in italia come San Lotano, 1502, Don Julio, Karistoff e Illusione.
Ci stupiamo enormemente (questa volta in senso negativo) di non vedere alcuna vitola della tabacalera Fuente nei primi 25 sigari. Non siamo certo tra quelli che pensano che certe marche debbano stare in top 25 per diritto acquisito, ma francamente scorrendo la classifica ci sembra strano che le linee di punta di Fuente non abbiano superato, ad esempio, il San Lotano Connecticut o il Torano Master. Ultima nota positiva, che è significativa del cambio di tendenza generalizzato nel mondo dei sigari non cubani, è la presenza massiccia di sigari blended in top 25, a testimoniare un cambio di rotta nell'utilizzo del blending orizzontale, visto non più come un metodo per recuperare materia prima a costi più bassi ma per migliorare ed equilibrare le ligade puntanto alla qualità.
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