Questi sigari, dal caratteristico "box pressed shape", che ormai rappresenta una connotazione distintiva per la marca, sono infatti ottenuti da tabacchi con invecchiamento minimo di 5 anni, anillati con fascette numerate singolarmente, per ridurre il rischio di falsificazione, alto nei sigari ad alto valore aggiunto come questi. La serie 1926 viene lanciata nel 2002 in occasione del 75esimo compleanno di Josè Padròn, fondatore dell'ormai storico marchio.
il no.1 è stato il primo sigaro di questa serie che ho fumato, ormai nel lontano 2007, in germania, (in seguito ho avuto occasione di provare anche il no.6 e il no.9) e devo ammettere che ero piuttosto scettico sulla qualità della fumata, specie nel finale, di un sigaro di quella lunghezza con un cepo così importante. Mi sono dovuto ricredere nel giro di 2 ore e 10, questo infatti è stato il tempo di fumata, caratterizzato da un lunghissimo finale.
Il sigaro è partito in maniera molto delicata, nonostante il suo imponente calibro, le note aromatiche di frutta secca e cannella viravano continuamente verso toni di legno e cuoio per poi tornare alla loro espressione originale, al procedere del braciere, per altro caratterizzato da una perfetta combustione, avanzavano rapidamente i toni terrosi e di caffè, quest'ultima nota ha accompagnato la fumata fino alla fine, affiancata sul finale da piacevoli aromi di spezie e di legno.
Il sapore dolce dell'inizio lasciava spazio a toni più sapidi, quasi pastosi, nel centro e a una leggera, piacevole, nota amara che accompagnava l'aroma tostato sul finale. La forza nicotinica ha avuto un'evoluzione costante, impressionante, sbalorditiva sul finale. La persistenza del singolo puff, e anche quella post-fumata hanno raggiunto livelli degni dei migliori Lusitanias di Partagàs, o dei P2 agli albori del loro lancio sul mercato.
Tiraggio perfetto, combustione regolarissima, cenere quasi bianca di una compattezza eccellente, tanto che, nonostante il sigaro fosse di dimensioni importanti, ho scrollato la cenere una sola volta in tutta la fumata, a scoprire un braciere di forma appuntita, perfettamente centrato sulla sezione quadrata del sigaro, testimone di una qualità e una cura estrema in fase di costruzione.
Fumando un capolavoro di questo tipo fa capire come l'estrema cura in ogni passaggio produttivo, in cui veramente nulla viene lasciato al caso, e soprattutto il lungo invecchiamento dei tabacchi prima della rollatura, possa portare a risultati che sembra impossibile ottenere dalla stessa materia prima che si usa per le linee meno importanti della stessa marca.
L'unica nota negativa è il prezzo, all'epoca attorno ai 45 euro al pezzo, che rende questo sigaro assolutamente non competitivo sul mercato rispetto a qualsiasi altro parivitola in commercio, tuttavia, per sigari di questa qualità, in cui è distintamente apprezzabile qualcosa di unico, che non si trova in nessun altro sigaro al mondo, è possibile fare qualche strappo alla buona regola di perseguire la buona qualità al giusto prezzo, che ogni aficionado dovrebbe seguire.
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